Fare il rilevatore per il censimento Istat dopo aver risposto agli avvisi pubblici dei comuni: ecco come funziona il lavoro, attenzione ai tempi dei pagamenti
In questi giorni sul web si trovano diversi annunci di lavoro per rilevatore Istat, pubblicati sui siti istituzionali di comuni o Unioni di comuni. Il compito è quello di fungere da rilevatore per la prossima edizione del Censimento permanente della popolazione, diventato annuale. In molti, giovani e meno giovani alla ricerca di un’occupazione seppur senza troppe prospettive, sono intenzionati a presentare la propria domanda.
Prima di compilarla però, è meglio capire come funziona il censimento Istat e quali sono le caratteristiche del lavoro di rilevatore. Ve lo spieghiamo qui di seguito.
Il rilevatore Istat non ha un contratto di lavoro subordinato
Partiamo allora dalla tipologia di contratto che gli enti pubblici somministrano – o meglio, evitano di somministrare – ai rilevatori. Per fare il rilevatore non si firma alcun contratto di lavoro a tempo determinato ma solo una scrittura privata per prestazione d’opera: l’ente pubblico è denominato “Committente”, mentre il rilevatore è il “Prestatore”. Il Comune dunque affida l’incarico di prestazione d’opera per lo svolgimento delle attività di rilevazione previste per il Censimento Permanente della Popolazione e delle Abitazioni. Nella scrittura privata, all’articolo 5, si specifica infatti che “la prestazione viene svolta senza vincolo di subordinazione da parte del Prestatore nei confronti del Committente”.
Altro elemento da tenere in considerazione se si vuole lavorare come rilevatore: per gli spostamenti effettuati per raggiungere indirizzi e abitazioni delle famiglie non è previsto il rimborso del carburante. Con il prezzo della benzina stabile a 2 euro/litro, se l’attività da svolgere è nel comune in cui si vive non sarà certo un problema, altrimenti dovrà essere oggetto di valutazione.
Il lavoro da svolgere
Sulla base di come si è svolto l’ultimo censimento permanente della popolazione, che è iniziato a ottobre e si è concluso lo scorso 23 dicembre, ai rilevatori viene fornito un tablet con scheda SIM e connessione dati da utilizzare per l’attività sul campo e per quella da svolgere a casa. Al termine della formazione obbligatoria, se superata, i rilevatori vengono impiegati per la rilevazione areale e per la rilevazione da lista.
Non staremo qui a spiegarvi le caratteristiche tecniche dei software e dei programmi utilizzati, ma vi interesserà sapere che per l’areale il rilevatore dovrà prima verificare tutti gli indirizzi a lui/lei assegnati e successivamente dovrà intervistare le famiglie che abitano a quegli indirizzi. Nel caso della rilevazione da lista, invece, il compito è più facile: viene fornita una lista di famiglie e il rilevatore dovrà intervistarle sottoponendo loro il questionario.
La retribuzione: quanto viene pagato un rilevatore Istat
E qui siamo alle note dolenti. Intanto, per la formazione obbligatoria (ATTENZIONE: al termine c’è un quiz che deve essere superato con un punteggio minimo, altrimenti la paga sarà ridotta) viene riconosciuto un compenso che si aggira attorno ai 25 euro. In seguito, per la rilevazione areale e per quella da lista il rilevatore sarà pagato in base al numero di indirizzi censiti (1 euro per ogni indirizzo) e al numero di questionari realizzati tramite intervista faccia a faccia, telefonica o presso il Centro comunale. Gli importi variano a seconda della modalità di intervista realizzata: la meglio remunerata è quella faccia a faccia presso il domicilio della famiglia (circa 18 euro lorde), mentre per le altre tipologie la retribuzione è inferiore. Ovviamente, più famiglie si intervistano e più si guadagna ma attenzione perché come detto sopra è un lavoro che richiede tempo.
Quando vengono pagati i rilevatori Istat
Presumibilmente anche il prossimo censimento Istat terminerà entro Natale 2022. Se vi aspettate di ricevere soldi entro poche settimane, però, resterete delusi. Quest’anno i rilevatori Istat, ad oggi, non sono ancora stati pagati, nonostante siano passati oltre 6 mesi dalla conclusione del censimento permanente Istat. E sono stati in molti a segnalarcelo. L’iter prevede che sia l’Istituto di statistica a versare nelle casse dei comuni o delle Unioni dei comuni i compensi di ogni singolo rilevatore. In seguito, dopo aver presentato all’ente pubblico ricevuta di prestazione occasionale (N.B: gli importi calcolati sono al Lordo, dunque si dovrà togliere un 20% di ritenuta d’acconto), la cifra guadagnata viene accreditata sul proprio conto corrente. Quest’anno, Istat avrebbe dovuto versare le cifre di ogni comune entro il 31 maggio come da circolare dello stesso Istituto. Dalla ragioneria Istat fanno sapere che le cifre spettanti agli enti sono state versate nelle casse il 1° giugno scorso.