Gli adulti con diabete di tipo 2 ad alto rischio cardiovascolare aggiungono 1,7 anni di vita liberi da eventi cardiovascolari se assumono semaglutide
Gli adulti con diabete di tipo 2 ad alto rischio cardiovascolare aggiungono 1,7 anni di vita liberi da eventi cardiovascolari se assumono semaglutide in aggiunta alla terapia standard del diabete, secondo i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Diabetes Care.
«L’aggiunta di semaglutide allo standard di cura è stata associata a un importante aumento degli anni di vita liberi da eventi cardiovascolari nuovi e ricorrenti e a una diminuzione del rischio di malattia cardiovascolare a 10 anni» hanno scritto gli autori guidati da Jan Westerink, internista nel dipartimento di medicina vascolare presso l’University Medical Center di Utrecht nei Paesi Bassi. «La distribuzione degli anni di vita stimati liberi da eventi cardiovascolari nuovi e ricorrenti acquisiti con semaglutide era ampia, riflettendo la variazione del beneficio assoluto ottenuto con il farmaco tra questi pazienti, con massimo beneficio assoluto ottenuto dai soggetti con un rischio basale più elevato e dai più giovani all’inizio del trattamento».
Analisi dei risultati di due studi
I ricercatori hanno raccolto i dati degli studi randomizzati, in doppio cieco e controllati con placebo SUSTAIN 6 e PIONEER 6 (per un totale di 6.480 pazienti), che hanno entrambi valutato gli effetti di semaglutide in persone con diabete di tipo 2 ad alto rischio cardiovascolare. In questa analisi post hoc i dati dei due studi sono stati raggruppati per misurare la riduzione del rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori con l’aggiunta di semaglutide allo standard di cura (HR = 0,76).
Per calcolare l’aspettativa di vita senza eventi cardiovascolari nuovi o ricorrenti è stato utilizzato il modello di previsione della prospettiva di vita del diabete, utilizzando i rapporti di rischio raggruppati e combinandoli con i fattori di rischio individuali di una persona. Gli anni di vita liberi da eventi cardiovascolari nuovi e ricorrenti sono stati calcolati come la differenza tra l’età di riferimento e l’età in cui la probabilità cumulativa stimata di sopravvivenza libera da eventi cardiovascolari avversi maggiori scende al di sotto del 50%. Il rischio cardiovascolare a dieci anni è stato calcolato come la somma del rischio annuo di eventi cardiovascolari avversi maggiori nel corso di 10 anni a partire dall’età attuale dei pazienti.
Più anni di vita liberi da malattie cardiovascolari
Tra i partecipanti il 72,8% aveva una malattia cardiovascolare conclamata, il 16,3% aveva fattori di rischio cardiovascolari e il 10,9% aveva una malattia renale cronica senza precedenti malattie cardiovascolari. L’aggiunta di semaglutide allo standard di cura è stata associata a un aumento medio di 1,7 anni di vita senza eventi cardiovascolari nuovi o ricorrenti e una riduzione assoluta media del rischio cardiovascolare a 10 anni del 6% per l’intera coorte.
I partecipanti sono stati divisi in quartili sulla base del beneficio derivante dall’aggiunta di semaglutide. Il quartile con il potenziale maggior beneficio ha avuto un guadagno medio di 2,8 anni di vita senza eventi cardiovascolari nuovi e ricorrenti, mentre il quartile con il potenziale minor beneficio ha mostrato un guadagno medio di 0,4 anni.
I partecipanti con malattia cardiovascolare accertata hanno ottenuto un maggiore guadagno di anni di vita per via del rischio basale più elevato. Gli adulti con insufficienza renale cronica hanno guadagnato 1,7 anni di vita liberi da eventi cardiovascolari nuovi e ricorrenti. La riduzione assoluta media del rischio di malattia cardiovascolare a 10 anni è stata del 6,8% per quelli con malattia accertata e dell’8,5% per quelli con insufficienza renale cronica.
Il numero medio di anni di vita senza eventi cardiovascolari con semaglutide diminuiva all’aumentare dell’età. Gli adulti di età compresa tra 50 e 54 anni hanno guadagnato 2,9 anni di vita senza eventi cardiovascolari, mentre quelli di età compresa tra 85 e 90 anni ne hanno guadagnati 0,6.
«L’aggiunta di semaglutide allo standard di cura nelle persone con diabete di tipo 2 è stata associata a un’ampia distribuzione del guadagno in anni di vita senza eventi cardiovascolari nuovi e ricorrenti, con un maggiore beneficio assoluto osservato nei soggetti giovani e in quelli con malattie cardiovascolare» hanno concluso gli autori. «Questo studio aiuta a contestualizzare i risultati dei trial sui risultati cardiovascolari derivanti dall’uso di semaglutide e può essere utilizzato per supportare il processo decisionale clinico».
Bibliografia
Westerink J et al. Estimated Life-Years Gained Free of New or Recurrent Major Cardiovascular Events With the Addition of Semaglutide to Standard of Care in People With Type 2 Diabetes and High Cardiovascular Risk. Diabetes Care. 2022 Mar 9;dc211138.