Donne “scandalose” tra la fine della repubblica e i primi decenni dell’impero romano al centro della puntata di “Cronache di donne leggendarie” su Rai Storia
Clodia, amante di Catullo, Giulia figlia di Augusto, e Messalina moglie di Claudio: donne “scandalose” tra la fine della repubblica e i primi decenni dell’impero, le cui vicende raccontano i cambiamenti nel costume, nella cultura e nelle arti di quel momento decisivo nella storia di Roma. Le donne romane sono al centro del nuovo appuntamento con Cristoforo Gorno e con “Cronache di donne leggendarie” in onda lunedì 20 giugno alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Interviene nella puntata Maria Teresa D’Alessio, professoressa di Archeologia classica, Università di Roma La Sapienza.
A seguire “Cronache dal Rinascimento” in onda lunedì 20 giugno alle 21.40 su Rai Storia.
Isabella d’Este è prossima al compimento dei sei anni di età quando, nella primavera del 1480, riceve una proposta di matrimonio. Il pretendente è il quindicenne Francesco II, erede del marchese di Mantova Federico I Gonzaga. Il matrimonio viene celebrato per procura l’11 febbraio 1490 nella cappella ducale di Ferrara. Un matrimonio che Cristoforo Gorno racconta in “Cronache dal Rinascimento”.
Isabella è chiamata a sfilare per la città su un carro trionfale dipinto da Ercole de Roberti, maestro di Schifanoia. Lo stesso pittore viene incaricato di decorare i tredici forzieri che contengono il corredo della giovane, impreziosendoli con pietre dure e undicimila foglie d’oro provenienti da Venezia. Lasciata Ferrara, Isabella attende sul Po il bucintoro dorato della famiglia. Il viaggio dura tre giorni, con due soste notturne a Revere e una al palazzo di Belgioioso per le avversità climatiche. La mattina del 15 febbraio Isabella fa il suo ingresso a Mantova a cavallo, sotto un baldacchino di damasco bianco, acclamata dal popolo. Francesco II le va incontro e il corteo attraversa sette allestimenti scenografici animati da rappresentazioni mitologiche in cui gli dèi che danno il nome ai pianeti garantiscono agli sposi la loro protezione. Le cronache dell’epoca contano una presenza di diciassettemila forestieri, che si aggiunge ai ventitremila abitanti di Mantova. Gli invitati vengono omaggiati con una medaglia che reca i profili dei coniugi.