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Sclerosi multipla: nuovi dati sulla cura con natalizumab

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Sclerosi multipla: i pazienti in trattamento con natalizumab ogni 4 settimane possono passare a un regime a 6 settimane senza perdita di efficacia

La maggior parte dei pazienti con sclerosi multipla (SM) recidivante-remittente in trattamento stabile con natalizumab somministrato ogni 4 settimane possono passare a un regime posologico con intervalli di 6 settimane tra una dose e l’altra senza perdita di efficacia. È quanto emerge dai risultati dello studio clinico NOVA, pubblicato su “Lancet Neurology”.

Switch da 4 a 6 settimane tra una somministrazione e l’altra
«L’estensione dell’intervallo di dosaggio di natalizumab oltre le 4 settimane è stata suggerita come possibile mezzo per ridurre il rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva, tramite – potenzialmente – una limitata sorveglianza immunitaria del sistema nervoso centrale (SNC) per riprendere senza l’attività di malattia associata all’interruzione del trattamento» spiegano i ricercatori, guidati da John F. Foley, della Rocky Mountain MS Clinic di Salt Lake City.

Gli autori hanno inteso valutare la sicurezza e l’efficacia di natalizumab somministrato una volta ogni 6 settimane rispetto alla somministrazione una volta ogni 4 settimane in pazienti con SM recidivante-remittente (RRSM).

Foley e colleghi hanno condotto uno studio randomizzato, controllato, in aperto, di fase 3b in 89 Centri SM di 11 Paesi, che ha incluso 499 partecipanti con RRSM, di età compresa tra 18 e 60 anni, i quali erano stati trattati con 300 mg di natalizumab per via endovenosa (IV) una volta ogni 4 settimane senza ricadute per almeno 12 mesi prima della randomizzazione, senza dosi ‘mancate’ nei 3 mesi precedenti.

I ricercatori hanno assegnato in modo casuale i partecipanti su base 1: 1 al passaggio (switch) a natalizumab IV una volta ogni 6 settimane (n = 251) o alla continuazione con lo stesso farmaco una volta ogni 4 settimane (n = 248).

Esito primario, numero di lesioni iperintense in T2 nuove o ingrandite a 72 settimane
L’esito primario dello studio – costituito dal numero di lesioni iperintense in T2 nuove o di recente ingrandimento alla settimana 72 – è stato valutato in tutti i partecipanti che hanno ricevuto almeno una dose di trattamento assegnato e sono stati sottoposti ad almeno una risonanza magnetica post-basale, una recidiva, un esame neurologico o una valutazione di efficacia.

I ricercatori hanno classificato i dati di esito mancanti come 1) stime primarie, che includevano tutti i dati, indipendentemente dal fatto che i partecipanti avessero continuato il trattamento assegnato e 2) stime secondarie, che includevano tutti i dati ottenuti dopo l’interruzione del trattamento o la sospensione dello studio. La sicurezza è stata valutata anche in tutti i partecipanti che hanno ricevuto almeno una dose di trattamento in studio.

Dopo aver apportato aggiustamenti per i dati mancanti, il numero medio di lesioni iperintense in T2 nuove o di recente ingrandimento alla settimana 72 era di 0,20 (IC 95% 0,07-0,63) nel gruppo a 6 settimane e 0,05 (IC 95% 0,01-0,22) nel gruppo a 4 settimane (rapporto tra lesioni medio = 4,24; IC 95% 0,86-20,85) secondo la stima primaria e 0,31 (IC 95% 0,12-0,82) e 0,06 [IC 95% 0,01-0,31; rapporto tra lesioni medio = 4,93 (IC 95%, 1,05-23,2)] secondo la stima secondaria.

Eventi avversi si sono verificati in 194 partecipanti dei 250 nel gruppo 6 settimane e in 190 su 247 nel gruppo 4 settimane; eventi avversi gravi si sono verificati in 17 partecipanti di ciascuna coorte. Non sono stati segnalati decessi.

Informazioni utili nel decision-making sul trattamento
«Questi risultati potrebbero fornire informazioni importanti ai medici che stanno prendendo decisioni sul trattamento con natalizumab e rafforzare la necessità di bilanciare queste decisioni con la considerazione dei benefici e dei rischi individuali del paziente» scrivono Foley e colleghi.

«Sebbene questo studio non sia stato in grado di valutare le differenze nel rischio di leucoencefalopatia multifocale progressiva, l’insorgenza di un caso (asintomatico) nel gruppo ogni 6 settimane sottolinea l’importanza del monitoraggio e della considerazione del fattore di rischio in tutti i pazienti trattati con natalizumab» osservano infine gli autori.

Bibliografia:
Foley JF, Defer G, Ryerson LZ, et al. Comparison of switching to 6-week dosing of natalizumab versus continuing with 4-week dosing in patients with relapsing-remitting multiple sclerosis (NOVA): a randomised, controlled, open-label, phase 3b trial. Lancet Neurol. 2022 Apr 25. doi: 10.1016/S1474-4422(22)00143-0. [Epub ahead of print] Link

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