Il presidente russo Vladimir Putin annuncia che entro fine anno l’esercito potrà ricorrere al Sarmat, missile balistico intercontinentale “in grado di penetrare ogni sistema di difesa”
La Russia alza il tiro e annuncia che entro la fine dell’anno il suo esercito sarà in grado di ricorrere al ‘Sarmat’, il super missile balistico intercontinentale capace di trasportare fino a dieci testate nucleari e che, secondo i suoi costruttori, sarebbe in grado di “penetrare ogni sistema di difesa missilistica, esistente o futura“. Lo ha annunciato il presidente Vladimir Putin in persona, ricevendo stamani nei palazzi del Cremlino i neodiplomati dell’Accademia militare.
L’adozione entro l’anno del ‘Sarmat’, che ha superato i test nell’aprile scorso, è parte della più ampia riorganizzazione dell’esercito russo che presto riceverà anche i sistemi di difesa aerea e missilistica S-500 “che non hanno eguali al mondo”, come ha garantito il presidente. Le dichiarazioni di Putin seguono di qualche ora quelle dell’intelligence britannica, secondo cui sarebbe stato “un successo” il primo utilizzo da parte delle forze di Kiev dei missili antinave Harpoon donati dagli alleati occidentali, e che il 17 giugno scorso avrebbero permesso l’affondamento nel Mar Nero di una nave russa carica di armamenti.
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L’intelligence di Londra, che cita fonti della Difesa ucraina, sostiene che si tratterebbe “quasi sicuramente” della nave Spasatel Vasily Bekh che stava portando rifornimenti verso l’Isola dei serpenti, controllata da Mosca. Ancora oggi, il governo del Regno Unito si è detto “determinato a imporre nuove sanzioni contro Mosca e fornire nuovi armi all’Ucraina”, mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz, tornando sull’incontro a Kiev della scorsa settimana col presidente Volodymyr Zelensky, ha dichiarato: “Il viaggio mi ha reso chiaro che l’Ucraina è europea“, pertanto Berlino “continuerà a dare armi a Kiev per tutto il tempo necessario”.
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Tali sviluppi avvengono mentre a Vienna inizia oggi la prima riunione degli Stati membri del Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Tpnw), entrato in vigore nel gennaio 2021 e di cui l’Italia non è firmataria. La scorsa settimana, il Centro studi di Stoccolma per la pace (Sipri) in un report ha avvertito che la corsa alle testate atomiche è ripresa a livelli mai visti dalla fine della guerra fredda. Ad acquistare nuove armi nucleari saranno entro i prossimi dieci anni tutte e nove le potenze nucleari, vale a dire Stati Uniti e Russia in testa, seguite da Regno Unito, Francia, Cina, India, Pakistan, Israele e Corea del Nord.