Più che la fame nel mondo il vero rischio è la malnutrizione


Un gruppo internazionale di esperti rilancia l’allarme sulle conseguenze della crisi ucraina: il vero rischio globale è la malnutrizione

Nuovo studio UNICEF sulle condizioni di vita dei bambini in Corea del Nord: nella capitale Pyongyang il 10% è colpito da malnutrizione cronica

Un gruppo internazionale di esperti sulla nutrizione del consorzio Standing Together for Nutrition e del Movimento Scaling Up Nutrition ha rilanciato, sulla rivista Nature, l’allarme che già altre fonti hanno diffuso per i rischi connessi alla guerra in Ucraina. Milioni di persone in tutto il mondo, soprattutto donne e bambini, saranno presto a rischio di malnutrizione: in particolare nei Paesi a basso reddito, l’impatto potrebbe essere irreversibile e riverberarsi anche sulle generazioni future.

Donne e bambini sono particolarmente vulnerabili al rischio di malnutrizione perché i loro bisogni nutrizionali sono elevati. Inoltre, la disuguaglianza di genere e gli squilibri di potere esistenti diminuiscono la possibilità da parte delle donne di indirizzare le risorse verso se stesse e i propri figli.

Tre i principali fattori di rischio legati all’attuale situazione di crisi internazionale: la diminuzione della qualità di alimentazione a causa dell’aumento dei prezzi e di una ridotta disponibilità; la riduzione della capacità di intervento dei servizi umanitari; e infine il ricollocamento di parte dei budget attualmente dedicati alla lotta alla malnutrizione, che in molti Paesi potrebbero essere spostati per far fronte a questioni più urgenti nel breve periodo.

“Gli effetti della malnutrizione – scrivono i ricercatori – potrebbero essere meno immediatamente visibili di quelli della fame, ma, se non trattati, possono essere multigenerazionali e irreversibili. Un azione non tempestiva si tradurrà in un aumento delle morti infantili nei prossimi mesi e, nel lungo termine, una crisi globale di malnutrizione potrebbe avere effetti permanenti sull’istruzione e sulle malattie croniche legate all’alimentazione”.

I ricercatori firmatari dell’appello chiedono la cessazione delle restrizioni commerciali che influiscono sull’accesso al cibo, la messa in atto di misure di protezione sociale specificamente studiate per affrontare la malnutrizione, il rispetto degli impegni economici già assunti in merito, sia nei singoli Paesi sia a livello globale. Infine un maggiore investimento in sostegni umanitari.