Ruggero Orlando, giornalista e corrispondente della radio e della televisione italiana dal 1938 agli anni ’80 è il protagonista di “Italiani” su Rai Storia
Il 5 luglio 1907 nasce Ruggero Orlando, giornalista e corrispondente della radio e della televisione italiana dal 1938 agli anni ’80. Uno dei volti e delle voci più popolari della storia Rai che Rai Cultura ricorda con il documentario di Enrico Salvatori “Ruggero Orlando, l’uomo di mondo”, in onda mercoledì 29 giugno alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Italiani”.
A ricordare la sua vita, il figlio Raffaello, che ha reso disponibile gli archivi e gli oggetti personali del padre, a cominciare dalla macchina da scrivere, restaurata per l’occasione.
I giornalisti Gianni Bisiach, Furio Colombo, Fabiano Fabiani, Jas Gawronski (corrispondente a New York dal 1967 al ‘79), Lucio Manisco e la regista Maria Bosio ricordano, invece, episodi della vita professionale di Ruggero Orlando, e sul come svolgeva il su “giornalismo parlato”. Ugo Intini e il direttore scientifico della Fondazione Nenni, Antonio Tedesco, inoltre, raccontano alcuni aspetti inediti della militanza socialista di Ruggero Orlando, cominciata clandestinamente negli anni della Guerra.
Per la radio, Orlando è corrispondente da Londra durante lo scatenarsi della Seconda guerra mondiale e nel difficile dopoguerra, e sono anni in cui il cronista Ruggero Orlando diventa un esperto di politica internazionale. Per la televisione, è corrispondente da New York, ‘Nuova York’ come suole dire, da purista della lingua quale è. Per 17 anni, fino alla primavera 1972, Ruggero Orlando è il principale corrispondente per i servizi giornalistici Rai dagli Stati Uniti: con i suoi gesti e la erre moscia diventa personaggio, ma è riconosciuto da tutti – colleghi e pubblico – come un giornalista di razza, tra le poche firme autorevoli del giornalismo parlato. Attraversa, con le sue corrispondenze quotidiane, l’America di Eisenhower, Kennedy, Johnson e Nixon, e racconta gli Stati Uniti negli anni della guerra fredda, del Vietnam, della segregazione razziale e delle missioni Nasa.
L’apice della celebrità Ruggero Orlando la raggiunge proprio la sera del 20 luglio 1969, con il celebre “battibecco” con il collega Tito Stagno, sul momento preciso dell’allunaggio del modulo Lem della missione Apollo 11. Dopo il pensionamento dalla Rai, Orlando è deputato durante la sesta legislatura (1972-1976) per il Psi, firmando 37 leggi. Contrario alla riforma Rai, rientra in televisione come commentatore per il neonato Tg2, diretto da Andrea Barbato. Un provvedimento sui raggiunti limiti di età lo estromette dal notiziario nel 1979, ma compare sul piccolo schermo in qualità di conduttore. Dopo aver pubblicato la sua autobiografia nel 1990, muore a Roma a 87 anni, il 18 aprile 1994.