A Firenze in mostra per tutto luglio 14 dipinti di Andrea Simoncini
MARILENA SPATARO
“Luoghi dell’essere” al Caffè letterario “Le Murate” di Firenze: in mostra per tutto il mese di luglio le opere di Andrea Simoncini
È negli spazi espositivi del noto Caffè letterario “Le Murate” di Firenze, che Andrea Simoncini si presenta nella sua città, per la stagione estiva, con una rassegna di suggestivi dipinti che rimarranno in mostra per tutto il mese di luglio. Intitolato “LUOGHI DELL’ ESSERE”, l’evento espositivo vede la partecipazione del giornalista Jacopo Chiostri e della storica e critica dell’arte, Gabriella Gentilini.
Che nel suo commento critico alla mostra, spiega: “E’ un viaggio nell’esperienza umana quello che Andrea Simoncini ci propone di compiere attraverso la narrazione per immagini dei molteplici aspetti di cui si compongono i luoghi dell’essere. Luoghi nell’accezione più ampia del termine, che rimandano ad una realtà vissuta, traslata per simbologie ora esplicite, ora criptate in un lessico dai contorni metafisici che attinge alla dimensione onirica o si avvale di ricorsi alla storia e alla mitologia. Luoghi quale metafora del percorso esistenziale”.
“La declinazione principalmente al genere femminile – aggiunge la critica d’arte – facilita lo svolgersi di un discorso attorno a tematiche che investono la quotidianità e la sfera dei sentimenti, in cui la donna, sulla scena della vita, è protagonista, artefice, o vittima. Infatti, per complessità, predominanza, ampiezza di valori, l’argomento si presta ad essere indagato con la partecipazione, la sensibilità e l’attenzione che Andrea Simoncini dimostra da sempre di nutrire nei confronti dell’universo femminile, troppo spesso offeso e violato dalla stupida prepotenza maschile e su cui ci richiama ad una profonda riflessione. Il dramma, ma anche il confronto paritario tra i generi, il gioco della seduzione e talvolta la vena ironica si svelano in composizioni dove la ricerca creativa nasce da uno studio accurato della rappresentazione che muove sempre da una traccia storica o filosofica, frutto della preparazione colta dell’artista, intellettuale brillante dalla pluralità di interessi, capace di padroneggiare una tecnica pittorica a lungo elaborata, di assoluta raffinatezza e di forte suggestione. Il tratto marcatamente identitario della sua opera, ma al tempo stesso dinamico ed evolutivo si dimostra aperto alla sperimentazione e al continuo sviluppo di idee e di contenuti che alimentano la sua poetica. Concludendo il suo intervento, Gentilini sottolinea: “Appare dunque un’operazione quasi ermeneutica quella che l’artista pone in essere, che si attualizza nel pensiero e nella conoscenza e si configura nell’orizzonte infinito dell’esistenza umana. Luoghi reali o immaginari, accoglienti o inaccessibili, fatti di incontri o di solitudine. Luoghi in cui rifugiarsi o da cui fuggire. Luoghi dell’interiorità e della memoria, luoghi dell’anima. Luoghi in cui ciascuno può ritrovarsi. Quattordici quadri quelli che il Maestro ci affida alla meditazione, quasi stazioni di una via terrena, di una sacralità quotidiana da custodire, da condividere e da amare”.