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Sulla Marmolada una tragedia annunciata

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Sulla Marmolada ancora 20 dispersi dopo la tragedia di ieri causata dalla slavina di ghiaccio e roccia. Due anni fa l’allarme inascoltato del Cnr

Ieri sulla Marmolada un distacco di roccia ha provocato l’apertura di un crepaccio sul ghiacciaio. Un seracco di ghiaccio è crollato nei pressi di Punta Rocca, itinerario di salita della via per raggiungere la vetta. Il bilancio è di almeno 6 vittime, 8 feriti, di cui 2 risultano in condizioni gravi, e 20 dispersi.

La colata di neve, ghiaccio e roccia – spiega su Twitter il SUEM, Servizio Urgenza Emergenza Medica 118 della Regione del Veneto – ha coinvolto anche il percorso della via normale, mentre vi si trovavano diverse cordate. C’è ancora incertezza sul numero totale delle persone coinvolte.

Ieri, spiega la Dire (www.dire.it), sulla Marmolada era stato raggiunto il record delle temperature, con circa 10 gradi in vetta.

EUROPA VERDE: TRAGEDIA POTEVA ESSERE EVITATA, PRESENTIAMO ESPOSTO

“Ai feriti e i parenti delle vittime del crollo dell’enorme seracco sulla Marmolada vanno le nostre sentite condoglianze ma, purtroppo, si tratta di una ennesima tragedia annunciata. È una vergogna che il nostro Governo non abbia ancora messo mano a un piano di adattamento ai cambiamento climatici, e alla relativa crisi che stiamo subendo che non può più essere considerata una emergenza. Gli scienziati già da tempo hanno lanciato l’allarme sul fatto che le Alpi si stiano trasformando velocemente a causa del riscaldamento climatico. Per far luce su questi ritardi presenteremo un nostro esposto alla Procura della Repubblica”. Cosí in una nota i co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli e Eleonora Evi.

DUE ANNI FA L’ALLARME DEL CNR 

In soli 10 anni il ghiacciaio della Marmolada, montagna iconica delle Dolomiti, “ha ridotto il suo volume del 30%, mentre la diminuzione areale è stata del 22%”. Se il tasso di riduzione “continuerà di pari passo come nel decennio analizzato, nel giro dei prossimi 25-30 anni il ghiacciaio sarà praticamente scomparso“, lasciando il posto “solo a piccole placche di ghiaccio e nevato, alimentate dalle valanghe e protette dall’ombra delle pareti rocciose più elevate, non più dotate di crepacci e di movimento”. Il Cnr lanciava l’allarme nel 2019 con lo studio condotto da un team di ricercatori dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar), delle Università di Genova e Trieste, dell’Università gallese di Aberystwyth e dall’Arpa Veneto, che ha messo a confronto due rilievi geofisici sul ghiacciaio effettuati nel 2004 e nel 2015 (‘Recent evolution of Marmolada glacier (Dolomites, Italy) by means of ground and airborne GPR surveys’ pubblicato su ‘Remote Sensing of the Environment’).

“Il ghiaccio, quindi, non esisterà più”, avvertiva nel 2019 Renato Colucci dell’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche, Cnr-Isp, “e se, come da scenari climatici, la temperatura nei prossimi decenni dovesse aumentare a ritmo più accelerato, questa previsione potrebbe essere addirittura sottostimata e la scomparsa del ghiacciaio potrebbe avvenire anche più rapidamente“. E “in ogni caso”, avvertiva Colucci nel 2019, “anche se la temperatura restasse com’è, il ghiacciaio è già in totale disequilibrio con il clima attuale e quindi il suo destino appare comunque segnato”.

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