La quarta dose di vaccino anti-Covid non ha convinto gli italiani che potevano farla. In tre mesi l’ha fatta meno di 1 su 3
In tre mesi la quarta dose di vaccino anti-Covid non ha convinto gli italiani che potevano farla. Per questo continuano gli appelli del ministro della Salute Roberto Speranza a fragili e anziani per fare prima possibile il richiamo, visto anche il rialzo della curva dei contagi. Secondo i dati dell’Unità completamento campagna vaccinale, aggiornati ad oggi e pubblicati online, “la seconda dose booster del vaccino anti-Covid (o quarta dose) è stata somministrata a 1.274.426, il 28% della platea” quindi meno di 1 su 3. “Sono 343.738 gli immunocompromessi, il 43,4% del totale, che hanno ultimato il ciclo vaccinale con il richiamo da almeno 4 mesi”, evidenziano i dati. Mentre sono 355.763 (l’8% della popolazione potenzialmente oggetto della seconda dose booster) i guariti dopo la prima dose booster da massimo 6 mesi.
La quarta dose ha preso il via dal primo marzo per gli immunodepressi. Con la circolare dell’8 aprile 2022 il ministero della Salute ha poi raccomandato la somministrazione di una seconda dose di richiamo, dopo un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 giorni) dalla prima dose di richiamo, per le persone di 80 anni e più; gli ospiti dei presidi residenziali per anziani; gli ‘over 60 anni’ fragili. Dai dati dell’Unità complemento campagna vaccinale emerge che nella fascia ‘over 80’ sono state somministrate 899mila dosi su oltre 4,6 mln di candidabili, meno del 20%. Nella fascia 70-79 anni, il 2% degli immunocompromessi ha fatto la quarta dose; nella fascia 60-69 anni, solo l’1.1%. “