Lebrikizumab è sicuro e riduce le riacutizzazioni di malattia in pazienti adolescenti con asma non controllato secondo un nuovo studio
Già nel corso del recente congresso dell’American Acedemy of Allergy, Asthma and Immunology, un’analisi post-hoc di studi registrativi aveva documentato l’efficacia dell’anticorpo monoclonale lebrikizumab nel ridurre in modo significativo gli episodi di riacutizzazione di malattia in pazienti asmatici con una storia di riacutizzazioni di malattia nel corso dell’anno precedente e con titolo elevato di biomarcatori di infiammazione di tipo 2 (T2).
Ora, i risultati del trial ACOUSTICS, presentato nel corso dell’edizione annuale del congresso dell’American Thoracic Society (ATS), hanno mostrato che questo farmaco riduce le riacutizzazioni di malattia in pazienti adolescenti con asma non controllato, il tutto insieme ad un buon profilo di safety.
Degno di nota è il fatto che lo studio è stato interrotto prematuramente per l’osservazione di un notevole effetto del trattamento alla massima dose studiata.
Informazioni su lebrikizumab
Lebrikizumab è un nuovo anticorpo monoclonale umanizzato che blocca in maniera mirata l’azione dell’interleukina-13 (IL-13), una citochina che svolge un’azione chiave nei processi infiammatori delle vie aeree e nella fisiopatologia dell’asma in alcuni soggetti. Sono in corso studi clinici nell’asma, nella broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), nella dermatite atopica (DA) e nella fibrosi polmonare idiopatica (IPF).
L’interleuchina 13 (IL-13), che rappresenta il target di questo anticorpo monoclonale, è una citochina coinvolta nella fisiopatologia dell’asma di tipo 2 (in cui le cellule T CD4 positive producono citochine IL -4, -5, -6, -9 e -13 che mediano le reazioni allergiche). La citochina in questione riduce l’iperreattività, la produzione di muco e il rimodellamento.
Lo studio ACOUSTICS: disegno e risultati principali di efficacia
Lo studio ha reclutato 346 pazienti adolescenti (12-17) affetti da asma non controllato nonostante l’impiego giornaliero di steroidi inalatori (ICS) e almeno un altro farmaco di controllo.
I pazienti reclutati si caratterizzavano per un valore di FEV1 pre-broncodilatazione compreso tra il 40% e il 90% del valore predetto, una risposta alla broncodilatazione pari o superiore al 12% e in terapia stabilizzata di background.
In questo studio i pazienti sono stati randomizzati a trattamento sottocute a cadenza mensile con:
– Lebrikizumab 125 mg (n=75)
– Lebrikizumab 37,5 mg (n=58)
– Placebo (n=91)
Il trial era stato disegnato per avere una durata pari ad un anno e i risultati presentati al congresso si riferiscono a 224 pazienti adolescenti (65%) che avevano completato la fase di un anno controllata vs. placebo.
L’outcome primario dello studio era rappresentato dal tasso di riacutizzazioni asmatiche durante il periodo in studio. I ricercatori hanno anche valutato il tempo alla prima riacutizzazione asmatica e gli outcome di safety.
Al basale, la mediana della conta di eosinofili nel sangue era pari a 295 cellule/µL.
Passando ai risultati, I pazienti randomizzati a lebrikizumab 125 mg hanno sperimentato una riduzione del 51% del tasso di riacutizzazioni rispetto al placebo (aRR= 0,49; IC95%= 0,28-0,83).
Invece, i pazienti randomizzati a lebrikizumab 37,5 mg hanno sperimento una riduzione del 40% del tasso di riacutizzazioni rispetto al placebo (aRR = 0,6; IC95%=0,35-1,03).
La riduzione del tasso di riacutizzazioni asmatiche osservata con lebrikizumab rispetto al placebo è risultata di entità maggiore nei pazienti con conta di eosinofili nel sangue pari o superiore a 300 cellule/µL.
Inoltre, nei pazienti con questa conta di eosinofili, il trattamento con lebrikizumab al dosaggio maggiore ha indotto una riduzione del 56% del tasso di riacutizzazioni asmatiche (RR = 0,44; IC95%=0,21-0,89), mentre in quelli trattati con il dosaggio minore si è avuta una riduzione del tasso di riacutizzazioni del 58% rispetto al gruppo placebo (RR = 0,42; IC95%=0,19-0,93).
Rispetto al gruppo placebo, i pazienti randomizzati al trattamento con lebrikizumab sono andati incontro ad un prolungamento del tempo alla prima riacutizzazione asmatica, sia al dosaggio maggiore (HR = 0,37; IC95%=0,21-0,66) che a quello minore (HR = 0,4; IC95%=0,22-0,73).
Il numero medio di somministrazioni di lebrikizumab è stato pari a 10,2 in 41 settimane.
Dati di safety
Nella maggior parte dei casi sono stati registrati eventi avversi (AE) non seri, di entità lieve-moderata, che non hanno costretto alla sospensione del trattamento.
Tra gli AE legati al trattamento e associati agli eosinofili, vi erano siano una riduzione della conta di netrofili che di eosinofili.
Da ultimo, non sono stati documentati casi di granulomatosi eosinofilica associata a poliangite.
I dati di safety, dunque, sono nel complesso sovrapponibili a quelli osservati negli studi condotti in pazienti adulti.
Implicazioni sul programma di studi clinici relativo all’impiego di lebrikizumab nell’asma
Come è noto, Eli Lilly ha acquistato i diritti di sviluppo del farmaco e sta attualmente continuando il programma di studi clinici sull’impiego di lebrikizumab nella dermatite atopica (al dosaggio superiore e con maggiore frequenza di somministrazione).
I risultati ottenuti negli ultimi trial su lebrikizumab nell’asma sono incoraggianti e fanno ben sperare in una continuazione del programma di studi clinici anche per questa condizione.
Bibliografia
Szefler S, et al. Breakthroughs in Pediatric and Adult Asthma Clinical Trials. Presented at: American Thoracic Society International Conference; May 13-18, 2022; San Francisco (hybrid meeting).