Chirurgia estetica, 5 cose che non tutti sanno


Chirurgia estetica: ci sono ancora molti falsi miti e informazioni non corrette. Ecco alcuni di questi, individuati dal chirurgo plastico Raffaele Rauso

chirurgia estetica

Sempre più persone la praticano, anche in Italia: la chirurgia estetica è in ascesa e il nostro Paese è l’ottavo Paese al mondo per numero di procedure estetiche (245.400 in un anno secondo i dati Isaps 2020). “Oggi fare interventi per piacersi o correggere quello che si considera un inestetismo, non è più un tabù, anzi: sempre più persone ci ricorrono e ne parlano senza particolari problemi – spiega il professor Raffaele Rauso, vicepresidente FIME (Federazione Italiana Medici Estetici), già docente all’università Vanvitelli di Napoli -. Nonostante l’ampia diffusione, in tutte le fasce della società, manca tuttavia una conoscenza base della materia e di quello che è necessario sapere e chiedere allo specialista per evitare brutte sorprese”.
Ecco le cose che non tutti sanno, iniziando dai fondamentali.

1)   Chirurgia plastica e medicina estetica non sono la stessa cosa. Spesso non è chiara la differenza tra gli interventi di chirurgia, che implicano sala operatoria e presenza di un anestesista, e la medicina estetica, che invece consiste in interventi meno invasivi, che possono essere praticati in ambulatorio. “La differenza – spiega Rauso – è sostanziale: con la chirurgia si vanno ad ottenere risultati più duraturi e si agisce più in profondità, mentre con la medicina estetica l’effetto, seppur apprezzabile, è temporaneo, ma senza degenza a differenza della chirurgia. In alcuni casi, ad esempio per il ringiovanimento del volto, si possono intraprendere due strade: medicina con filler, botulino e medical device “liftanti” o chirurgia con il lifting deep plane. A scegliere non è il paziente, ma sono le condizioni cliniche valutate durante la visita specialistica a dare le corrette indicazioni. Se il viso di una paziente presenta un eccesso di cute “scesa”, i filler non saranno la giusta scelta: solo un lifting deep plane sarà in grado di riposizionare in maniera armonica e naturale i tessuti appesantiti dal tempo; mentre un volto magro che simula cute “appesantita” può essere perfettamente ringiovanito con infiltrazioni di filler a base di acido ialuronico, senza nessuna necessità di chirurgia. È importante partire da una diagnosi corretta, ma soprattutto è importante rivolgersi a specialisti del settore che abbiano ampia conoscenza sia delle procedure mediche, sia chirurgiche nel campo dell’estetica”.

2)   D’estate si fanno interventi di chirurgia plastica. Anche nella stagione più calda si possono programmare interventi senza problemi, magari approfittando della pausa estiva per il recupero post-operatorio. L’importante è seguire alcune accortezze: “La principale è non esporre al sole le cicatrici: in caso di blefaroplastica basta uscire con cappello e occhiali da sole – spiega il professor Rauso -. Si consiglia poi di evitare di stare al caldo per tre settimane successive all’intervento, meglio stare in casa al fresco. Già dopo 3 settimane da una smart mastoplastica, una volta che la cicatrice sarà “chiusa”, è possibile andare al mare con un costume “non costrittivo”, senza naturalmente nuotare o fare attività sportive: la tintarella, evitando le cicatrici fresche, potrà colorare il corpo delle nostre pazienti. Gli unici interventi da evitare sono quelli di post bariatrica, o più in generale interventi che comportano ampie cicatrici dopo ampie asportazioni e rotazioni di tessuto, come per una mastoplastica riduttiva. Spesso queste ferite tardano a guarire con il caldo intenso”.

3)   Risultati immediati dopo l’operazione: davvero? Attenzione a chi promette tutto e subito: spesso sui tempi di ripresa post-operatori c’è poca chiarezza. “È importante prevedere il tempo per il recupero dell’intervento e perché i risultati diventino stabili – spiega Rauso -. Troppo spesso guardiamo “immediati pre e post” postati sui social che sembrano “magia”, ma vi posso assicurare che di questi “miracoli” mediatici ne vedo tantissimi da dover poi riparare”.

4)    Filler ogni 6 mesi = visi artificiali e gonfi. I filler di acido ialuronico a viso e labbra sono considerati riassorbibili e molti pazienti li ripetono ogni 6 mesi per mantenere il risultato. Non è così: “L’acido ialuronico non si riassorbe completamente, a meno che non venga infiltrato nel derma, come dimostrano studi scientifici – afferma il prof. Rauso -. Continuare a fare iniezioni ravvicinate, significa quindi aumentare il gonfiore del volto in modo artificiale: spesso questa è la causa di alcuni risultati che si vedono in giro e che, erroneamente, sono considerati sinonimo di medicina estetica. Se eseguita da professionisti seri, la medicina estetica permette di ottenere risultati naturali”. Oggigiorno il piano di trattamento con filler è totalmente cambiato rispetto a 20 anni fa; i filler in base alle loro capacità chimico fisiche devono essere infiltrati in diversi piani di profondità del viso e dopo una prima sessione, in cui proiezione e volume vengono ripristinati, bisognerà eseguire dei touch up ogni 12-18 mesi, generalmente infiltrando circa 1/3 o la metà del volume infiltrato inizialmente.

5)   Diversi professionisti sono abilitati a trattamenti e/o interventi estetici. Per essere legalmente abilitati a eseguire interventi di chirurgia estetica, in Italia è sufficiente la laurea in Medicina e Chirurgia sebbene la specializzazione in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica possa essere una sorta di “bollino blu” di garanzia. “Quando si ricercano specifici interventi è comunque necessario valutare le specifiche competenze del professionista in quel settore anatomico: ad esempio molti specialisti in ORL, piuttosto che in Chirurgia Maxillo-Facciale, hanno a volte un “quid” in più per interventi al volto come la rinoplastica o i lifting profondi del viso, non a caso l’attuale “guru” mondiale del lifting deep plane è il dottor Andrew Jacono, otorinolaringoiatra di New York. Anche per le procedure di medicina estetica è così: chiunque può eseguirle se laureato in medicina, tuttavia per risultati sicuri e naturali bisogna sempre informarsi su quanta esperienza in quel determinato settore abbia il professionista, indipendentemente dalla sua specializzazione” conclude il prof. Rauso.