Una proporzione più ampia di pazienti affetta da asma severo non controllato, in trattamento con tezepelumab, è stata in grado raggiungere la risposta clinica
Una proporzione più ampia di pazienti affetta da asma severo non controllato, in trattamento con tezepelumab, è stata in grado raggiungere la risposta clinica al trattamento rispetto ai pazienti trattati con placebo. Queste le conclusioni di un’analisi post-hoc dello studio NAVIGATOR, recentemente presentata nel corso del Congresso annuale dell’American Thoracic Society, che amplia le possibilità d’impiego di questo farmaco nel trattamento dell’asma severo non controllato.
Informazioni su tezepelumab
Tezepelumab è il primo esponente di una nuova categoria di possibili agenti farmacologici anti-asma, avente come bersaglio la linfopoietina timica stromale (TSLP), una proteina della famiglia delle citochine alla quale viene riconosciuto un importante ruolo nella maturazione delle cellule T. Nello specifico, tezepelumab è un anticorpo monoclonale umanizzato allestito allo scopo di legarsi in modo specifico alla TSLP umana, prevenendone l’interazione con il suo complesso recettoriale.
Il blocco di TSLP ottenuto con tezepelumab sarebbe in grado di prevenire il rilascio di citochine pro-inflammatorie da parte delle cellule del sistema immunitario “marcate” dalla presenza di TSLP. Per la sua attività che si esplica “a monte” della cascata infiammatoria, tezepelumab potrebbe essere utile in un’ampia popolazione di pazienti con asma severo non controllato, compresi quelli la cui condizione asmatica non è guidata dall’infiammazione T2.
Tre anni fa La Fda ha concesso al farmaco biologico la designazione di farmaco “breakthrough” per la cura dell’asma severo, accelerando cosi l’iter registrativo del farmaco.
La designazione di Breakthrough Therapy si basa sui dati dello studio di Fase IIb PATHWAY pubblicati nel 2017 che hanno mostrato una riduzione tra il 61 per cento e il 71 per cento, a seconda della dose, del tasso annuale di esacerbazioni dell’asma rispetto al placebo in una vasta popolazione di pazienti affetti da asma grave, indipendentemente dal fenotipo del paziente, incluso lo stato del biomarcatore di Tipo 2 (T2).
Le terapie biologiche attualmente disponibili mirano solo all’infiammazione guidata da T2. Tezepelumab è un potenziale farmaco ‘first in class’ che blocca la linfopoietina stromale timica (TSLP) – un modulatore a monte delle vie infiammatorie multiple.
Lo studio NAVIGATOR
Lo scorso anno sono stati pubblicati, su NEJM, i risultati definitivi dello studio NAVIGATOR, che hanno dimostrato come i pazienti con asma severo non controllato che sono trattati con tezepelumab in aggiunta allo standard terapeutico presentino un minor numero di riacutizzazioni (-56%), insieme ad una migliore funzione polmonare, al controllo dell’asma e ad una migliore qualità della vita legata allo stato di salute rispetto ai pazienti trattati con placebo.
Tale risultato, ottenuto indipendentemente dalla conta eosinofilica, è particolarmente importante in quanto, ad oggi, fino al 50% dei pazienti con asma severo non eosinofilico presentano opzioni limitate di trattamento.
Obiettivo e disegno dell’anaiisi post-hoc dello studio NAVIGATOR presentata al Congresso
Lo scopo di questa analisi pre-specificata dello studio NAVIGATOR è stato quello di valutare le risposte cliniche ottenute nei pazienti del trial. L’analisi ha incluso 471 pazienti che erano stati sottoposti a trattamento con tezepelumab e 449 pazienti randomizzati a placebo, che avevano completato il periodo di trattamento previsto dal protocollo dello studio.
La risposta completa al trattamento era definita dal soddisfacimento di tutte condizioni seguenti:
– riduzione delle riacutizzazioni di almeno il 50% rispetto all’anno precedente
– miglioramento del punteggio ACQ-6 (controllo dell’asma) di almeno 0,5 punti
– miglioramento della FEV1 pre-broncodilatazione di almeno 100 ml o di almeno il 5%
– un miglioramento minimo, rilevante o molto rilevante del punteggio Clinical Global Impression of Change
I risultati
Nella popolazione in studio effettivamente trattata, la proporzione di pazienti che ha soddisfatto i criteri di risposta clinica era maggiore con tezepelumab rispetto a placebo ad un anno.
Nello specifico, i risultati sono stati i seguenti:
– punteggio totale ACQ-6 (OR = 1,99; IC95%=1,38-2,87)
– raggiungimento di variazioni della funzione polmonare sulla base della FEV1 pre-broncodilatazione (OR = 1,52; IC95%=1,15-2,01)
– raggiungimento outcome di riacutizzazione asmatica (OR = 2,73; IC95%=1,98-3,77)
– raggiungimento risposta clinica agli outcome della terapia (OR = 2,25; IC95%=1,61-3,14).
Dunque, il 46% dei pazienti randomizzati a trattamento con tezepelumab ha ottenuto una risposta completa al trattamento rispetto al 24% dei pazienti randomizzati a placebo (OR = 2,83; IC95%= 2,1-3,82).
Passando alla popolazione intent-to-treat, la proporzione di pazienti che ha soddisfatto i criteri di risposta clinica è risultata ancora più elevata con tezepelumab a 52 settimane.
Nello specifico, I risultati sono stati i seguenti:
– punteggio totale ACQ-6 (OR = 1,82; IC95%=1,38-2,4)
– raggiungimento di variazioni della funzione polmonare sulla base della FEV1 pre-broncodilatazione (OR = 1,64; IC95%=1,28-2,09)
– raggiungimento outcome di riacutizzazione asmatica (OR = 2,46; IC95%=1,86-3,27)
– raggiungimento risposta clinica agli outcome della terapia (OR = 2,07; IC95%=1,59-2,71)
Dunque, il 40% dei pazienti randomizzati a trattamento con tezepelumab ha ottenuto una risposta completa al trattamento rispetto al 20% dei pazienti randomizzati a placebo (OR = 2,76; IC95%=2,09-3,65).
In conclusione, i dati di questa ulteriore analisi dello studio NAVIGATOR suffagano l’impiego di tezepelumab in un’ampia popolazione di pazienti con asma severo non controllato.
Bibliografia
Lugogo N, et al. Breakthroughs in Pediatric and Adult Asthma Clinical Trials. Presented at: American Thoracic Society International Conference; May 13-18, 2022; San Francisco (hybrid meeting).