Partito dalla base spaziale europea di Kourou, in Guyana Francese, il razzo Vega- C, missile dell’Esa realizzato negli stabilimenti di Avio a Colleferro
È partito dalla base spaziale europea di Kourou, in Guyana Francese, il razzo Vega- C, missile dell’Esa realizzato negli stabilimenti di Avio a Colleferro. Un lancio inaugurale attesissimo in un “giorno emozionante, che segna anche un nuovo inizio dopo il periodo pandemico”, ha detto oggi Simonetta Ghini, Director of ESA’s Earth Observation Programmes e Head of ESRIN, intervenuta in apertura della conferenza stampa presso la sede dell’Esa a Frascati, Roma.
D’altra parte, ha sottolineato Roberto Fornaro, Director of Programmes (ASI), “Vega- C è il punto di inizio di una nuova generazione di ‘launcher’. È un risultato importantissimo, che ci proietta in una nuova era di ‘launcher’ che, come il Vega- E, sono già in fase di produzione”. Una giornata emozionante, che ha riservato anche momenti di non poca tensione: il razzo, infatti, sarebbe dovuto partire alle 13.13 ma al minuto 1.29 del countodown, si è accesa una luce rossa che ha bloccato il conto alla rovescia e, naturalmente, il lancio stesso. Dopo qualche minuto è stato Tommaso Ghidini, Head of Structure, Mechanisms and Materials Division (ESA), a provare a rassicurare: “Tra mezz’ora dovrebbe ripartire il countdown”. Poi la comunicazione ufficiale, Vega C partirà alle 14.13, con un’ora di ritardo rispetto all’orario programmato. Ma nemmeno questa è la volta buona, il countdown si interrompe al minuto 1.23. “Ci riproviamo alle 15.13”, è l’annuncio da Kourouc. Stavolta nessuna luce rossa, Vega- C parte. A dieci anni dal lancio del primo missile Vega, questa versione “consolidata” porta con sé molti elementi italiani: l’Italia è infatti il principale contributore di Vega- C, con un finanziamento pari al 50% del totale. Non solo: a bordo del missile c’è il satellite scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) Lares 2 e italiani sono anche due dei sei cubesat previsti a bordo, Astrobio, realizzato da Inaf e Scuola Ingegneria Aerospaziale, e Greencube, realizzato da Sapienza Università di Roma. E il turno di Lares 2 arriva alle 16.37, a 84 minuti dal lancio: il satellite passivo ricavato da un unico blocco di nickel, dal diametro di 42 cm per una massa di 395 kg, viene rilasciato tra applausi di soddisfazione. Il suo compito adesso sarà quello di misurare il frame- dragging (noto anche come effetto Lense- Therring) sull’orbita di un satellite intorno alla Terra. La caratterizzazione del campo gravitomagnegico e l’effetto Lense- Therring, infatti, sono due capisaldi della teoria della relatività di Einstein e l’accuratezza di misura di Lares 2 sarà fondamentale per migliorare i limiti di alcuni di alcuni concetti di fisica fondamentale e per la modellazione degli effetti orbitali generati dalla collisione di buchi neri rotanti del tipo recentemente osservato dagli interferometri LIGO.
“Abbiamo la possibilità di aprire una nuova fase commerciale che ci darà ancora più prospettive. Abbiamo ordini almeno per i prossimi tre o quattro anni”, ha detto Giulio Ranzo, amministratore delegato di Avio. “In questo modo potremo accumularne ancora di più per il futuro e questo significa molto, perché l’Italia è tra i pochissimi Paesi al mondo in grado di lanciare un oggetto nello spazio. Siamo sempre più competitivi per il mercato globale e ora si aprono ancora pii opportunità italiane di business, lavoro, ma anche di studio per molti giovani”, ha aggiunto.
Anche il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao, che ha assistito al lancio da Kourouc, ha parlato di orgoglio “per il contributo determinante dell’industria italiana in questo settore che ora può contare su un lanciatore di media taglia più avanzato e competitivo. Con Vega C- ha sottolienato in conclusione- l’Italia è oggi l’unico Paese in Europa insieme alla Francia, e uno dei pochi nel mondo, ad avere un accesso indipendente allo Spazio”.