L’Fda ha approvato ivosidenib in combinazione con azacitidina per il trattamento di pazienti con nuova diagnosi di leucemia mieloide acuta con mutazione IDH1
L’Fda ha approvato ivosidenib in combinazione con azacitidina per il trattamento di pazienti con nuova diagnosi di leucemia mieloide acuta (LMA) con mutazione IDH1 negli adulti over 75 o che hanno comorbidità che precludono l’uso della chemioterapia di induzione intensiva. Ivosidenib è la prima target therapy diretta contro il metabolismo del cancro approvata in combinazione con azacitidina per i pazienti di nuova diagnosi per LMA con mutazione di IDH1. Lo studio AGILE è stato l’unico studio di fase 3 progettato specificamente per i pazienti con nuova diagnosi di LMA con mutazione di IDH1 che non possono essere sottoposti a chemioterapia intensiva. Il farmaco è stato sviluppato da Servier.
L’Applicazione Supplementare di Nuovi Farmaci (sNDA – supplemental New Drug Application) per ivosidenib ha ricevuto una “Priority Review” ed è stata esaminata dalla FDA nell’ambito del suo programma pilota Real-Time Oncology Review (RTOR), che mira a fornire trattamenti sicuri ed efficaci ai pazienti il prima possibile.
“La decisione di FDA si basa sull’insieme di evidenze a supporto di ivosidenib, che ora è approvato per diverse tipologie di cancro con mutazione di IDH1”, ha dichiarato David K. Lee, Chief Executive Officer, Servier Pharmaceuticals. “In qualità di leader in oncologia e pionieri della scoperta del ruolo dell’inibizione di IDH, siamo orgogliosi di mettere a disposizione una nuova opzione terapeutica per i pazienti affetti da leucemia mieloide acuta e continuare ad impegnarci per allargare i confini dell’innovazione in oncologia e non solo.”
L’approvazione dell’estensione di indicazione di ivosidenib è supportata dai dati del trial AGILE, uno studio globale di Fase 3 in pazienti con LMA con mutazione di IDH1 non trattata in precedenza. I risultati dello studio AGILE hanno dimostrato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza libera da eventi (EFS) ( hazard ratio [HR] = 0,35 95% CI 0,17, 0,72), 2-sided p-value = 0,0038) e della sopravvivenza globale (OS) (HR = 0,44 [95% CI 0,27, 0,73]; 2-sided p = 0,0010). Ivosidenib, in associazione ad azacitidina, ha triplicato la sopravvivenza globale mediana (24 mesi) rispetto a placebo più azacitidina (7,9 mesi) come trattamento di prima linea per la LMA con mutazione di IDH1. I risultati dello studio AGILE sono stati presentati all’American Society of Hematology (ASH) Annual Meeting and Exposition del 2021 e recentemente pubblicati sul New England Journal of Medicine (NEJM).
“La leucemia mieloide acuta è un tipo di tumore del sangue che può progredire rapidamente e che ha spesso una prognosi sfavorevole, soprattutto nei pazienti anziani. Questo genera preoccupazione non solo nel paziente ma anche nel contesto familiare, con conseguente, significativo impatto sulla qualità della vita” – ha dichiarato Adriano Venditti, Responsabile del Working Party Leucemie Acute del GIMEMA – Gruppo Italiano Malattie EMatologiche dell’Adulto. “L’approvazione da parte di FDA di ivosidenib in combinazione con azacitidina rappresenta una buona notizia per i pazienti affetti da LMA con mutazione di IDH1 che presto potranno beneficiare di un nuovo trattamento in grado di prolungare la sopravvivenza libera da eventi e quella globale. Da sottolineare che questa nuova terapia rappresenta un’opportunità per pazienti non candidabili alla chemioterapia intensiva a causa dell’età o per la presenza di comorbidità.”
La Leucemia Mieloide Acuta è un tumore del sangue e del midollo osseo difficile da trattare e rappresenta il tipo di leucemia più comune negli adulti, con circa 20.000 nuovi casi ogni anno negli Stati Uniti. La stragrande maggioranza dei pazienti non risponde alla chemioterapia e presenta recidive della malattia. La mutazione di IDH1 è presente in circa il 6-10% dei casi di LMA.
“Le persone con una leucemia mieloide acuta, in particolare i pazienti di nuova diagnosi che non possono ricevere la chemioterapia intensiva, finora hanno avuto poche opzioni di trattamento,” ha dichiarato Susan Pandya, M.D., Vice President Clinical Development and Head of Cancer Metabolism Global Development Oncology & Immuno-Oncology, Servier. “L’approvazione di ivosidenib in combinazione con azacitidina rappresenta un importante progresso per i pazienti con nuova diagnosi di leucemia mieloide acuta con mutazione di IDH1.”
La combinazione di ivosidenib e azacitidina ha dimostrato un profilo di sicurezza coerente con i dati pubblicati in precedenza. Le reazioni avverse più comuni (>10%) nei pazienti con nuova diagnosi di LMA che hanno ricevuto ivosidenib in combinazione con azacitidina sono state: nausea, vomito, artralgia, prolungamento del tratto QT, dispnea, insonnia, sindrome di differenziazione, ematoma, leucocitosi ed emicrania. Le anomalie di laboratorio osservate (>10%) sono relative a variazioni nei valori di leucociti, piastrine, linfociti, neutrofili, glucosio, fosfato, aspartato aminotransferasi, magnesio, fosfatasi alcalina e potassio.
Ivosidenib è approvato negli Stati Uniti anche come monoterapia per il trattamento negli adulti con LMA recidivata o refrattaria con mutazione di IDH1 e per gli adulti over 75 con LMA di nuova diagnosi con mutazione di IDH1 con comorbidità che precludono l’uso della chemioterapia intensiva di induzione. Durante lo scorso anno, ivosidenib ha ottenuto la sua prima approvazione in una neoplasia non ematologica per i pazienti con colangiocarcinoma con mutazione di IDH1 precedentemente trattato. Ivosidenib è attualmente approvato dal NMPA della Cina per il trattamento di pazienti adulti con LMA recidivata o refrattaria IDH1 mutata.
Studio AGILE
AGILE è uno studio clinico globale, di fase 3, multicentrico, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo, progettato per valutare l’efficacia e la sicurezza di ivosidenib in combinazione con azacitidina rispetto a placebo in combinazione con azacitidina, in pazienti adulti affetti da leucemia mieloide acuta (LMA) con mutazione di IDH1 non trattata in precedenza, che non sono candidati alla chemioterapia intensiva (≥75 anni o che presentano comorbilità che precludono l’adozione di chemioterapia intensiva a induzione). L’endpoint primario dello studio è l’EFS (Event Free Survival), definita come l’intervallo di tempo compreso tra la randomizzazione e il fallimento del trattamento, la recidiva dalla remissione o il decesso per qualsiasi causa, a seconda di quale evento si verifichi prima. Il fallimento del trattamento è definito come mancato raggiungimento della remissione completa (complete remission, CR) entro la 24esima settimana.
Altri endpoints secondari importanti hanno riguardato: tasso di remissione completa (complete remission, CR), definito come percentuale di partecipanti che raggiungono una CR; sopravvivenza globale (OS), definita come l’intervallo di tempo compreso tra la data della randomizzazione e la data del decesso per qualsiasi causa; tasso di CR + CR con recupero ematologico parziale (CR + CRh), definito come la percentuale di partecipanti che raggiungono una CR o CRh; tasso di risposta obiettiva (objective response rate, ORR), definito come il tasso di CR, CR con recupero ematologico incompleto (CRi) (inclusa CR con recupero piastrinico incompleto [CRp]); remissione parziale (partial remission, PR); stato libero da leucemia morfologica (morphologic leukemia-free state, MLFS).