I bambini sopravvissuti a una leucemia mieloide acuta o una leucemia linfoblastica acuta hanno una sopravvivenza a lungo termine inferiore rispetto alla popolazione generale
Le persone sopravvissute a una leucemia mieloide acuta o una leucemia linfoblastica acuta che all’esordio della malattia erano adolescenti o giovani adulti hanno tuttora una sopravvivenza a lungo termine inferiore rispetto alla popolazione generale, secondo uno studio pubblicato su Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention.
La sopravvivenza a 10 anni dalla diagnosi per i pazienti giovani con leucemie acute linfoblastica e mieloide è risultata rispettivamente dell’87% e dell’89%, a fronte del 99% nella popolazione generale. La differenza di sopravvivenza si è mantenuta in un arco di tempo che abbraccia fino a 30 anni di follow-up.
Inoltre, la sopravvivenza a 10 anni è risultata rispettivamente dell’83% per i pazienti con leucemia linfoblastica acuta e 82% per i pazienti con leucemia mieloide acuta diagnosticate negli anni ’80, 88% e 90% per quelle diagnosticate negli anni ’90 e 88% e 90% negli anni 2000. Nel primo decennio dalla diagnosi, la causa di morte più frequente è stata il tumore primario, ma successivamente questo dato si è stabilizzato in entrambi i gruppi e hanno continuato ad aumentare i decessi a causa di tumori secondari e patologie cardiache.
«Il numero di adolescenti e giovani adulti con diagnosi di leucemia acuta che guariscono dal tumore iniziale è aumentato», ha dichiarato in un comunicato stampa Michael Roth, condirettore dell’Adolescent and Young Adult Oncology Program, nonché direttore del Childhood Cancer Survivorship Program presso l’MD Anderson Cancer Center della University of Texas di Houston. Il ricercatore ha continuato: «Questi pazienti hanno potenzialmente cinque o più decenni di vita davanti, dopo la diagnosi di cancro. Pertanto, non è importante solo curare il tumore iniziale, ma anche considerare la sopravvivenza e la qualità di vita a lungo termine, in modo da assicurare loro una vita lunga, sana e felice».
Studio sul database SEER
Per questo studio gli sperimentatori hanno utilizzato i dati del database SEER (Surveillance Epidemiology and End Results) includendo 1938 pazienti con leucemia linfoblastica acuta e 2350 pazienti con leucemia mieloide acuta, sopravvissuti a 5 anni dalla diagnosi.
Nei due gruppi, rispettivamente, il 6% contro 9% dei pazienti era nero, il 29% contro 22% ispanico, il 7% contro 10% asiatico o delle isole del Pacifico e il 58% contro 59% bianco. L’età mediana al momento della diagnosi era di 23 anni per la leucemia linfoblastica acuta e di 28 anni per la leucemia mieloide acuta. Il follow-up mediano è stato rispettivamente di 7,3 anni per i sopravvissuti alla leucemia linfoblastica acuta e 7,7 anni per i sopravvissuti alla leucemia mieloide acuta.
Sopravvivenza influenzata da età alla diagnosi e sesso
I modelli aggiustati per le covariate hanno mostrato che un’età più avanzata alla diagnosi gioca un ruolo significativamente sfavorevole nella sopravvivenza a lungo termine (P < 0,0001), con una diminuzione pari al 6% per ogni anno in più per la leucemia linfoblastica acuta e del 5% per la leucemia mieloide acuta.
Nei pazienti maschi affetti da leucemia mieloide acuta è stata riscontrata una sopravvivenza significativamente più breve rispetto a quelli di sesso femminile (P < 0,0001) e solo il 61% dei pazienti maschi è sopravvissuto quanto quelli di sesso femminile (rapporto di sopravvivenza [STR] 0,61; IC al 95% 0,45-0,82). Tuttavia, al contrario, gli sperimentatori non hanno riscontrato differenze legate al sesso per i pazienti affetti da leucemia linfoblastica acuta (STR 0,96; IC al 95% CI 0,62-1,49).
Sopravvivenza più breve nei pazienti ispanici
Nel caso della leucemia linfoblastica acuta, i pazienti asiatici o delle isole del Pacifico hanno fatto registrare una sopravvivenza migliore rispetto a quelli ispanici (P = 0,009 non aggiustato; STR = 3,77; IC al 95% 1,39-10,28). Questi ultimi hanno mostrato una sopravvivenza peggiore anche rispetto ai pazienti bianchi (P non aggiustato = 0,036; STR = 0,56; IC al 95% 0,32-0,96).
Dall’analisi sulle condizioni socioeconomiche non è emersa nessuna correlazione con l’aspettativa di vita a lungo termine, così come vivere in aree rurali non ha influenzato la sopravvivenza a lungo termine.
Dagli anni ’90 la sopravvivenza è raddoppiata
La sopravvivenza a lungo termine dei pazienti che hanno ricevuto una diagnosi di leucemia acuta negli anni ’90 è quasi raddoppiata rispetto a quella dei pazienti diagnosticati negli anni ’80, sia per la leucemia linfoblastica (P = 0,008 non aggiustato; STR 2,62; IC al 95% 1,29-5,31) sia per la leucemia mieloide (P non aggiustato = 0,0002; P aggiustato = 0,0007; STR 2,18; IC al 95% 1,44-3,29).
Lo stesso dicasi per i pazienti con diagnosi ricevuta negli anni 2000 rispetto agli anni ’80, sia per la leucemia linfoblastica acuta (P non aggiustato = 0,009; STR 2,37; IC al 95% 1,24-4,55) sia per la leucemia mieloide acuta (P non aggiustato = 0,0003; STR 2,17; IC al 95% 1,43-3,30).
Tra le diagnosi degli anni 2000 e quelle del decennio precedente, invece, non sono state identificate differenze di sopravvivenza.
Probabile miglioramento dei tassi di guarigione
Roth ha dichiarato: «Riteniamo che nei prossimi 20 anni, nei pazienti diagnosticati tra il 2010 e il 2020 si assisterà probabilmente a maggiori progressi nei tassi di guarigione, grazie all’utilizzo sempre più diffuso di nuovi agenti mirati e immunoterapici».
«Se da un lato prevediamo di vedere tassi di guarigione più duraturi grazie ai nuovi trattamenti, dall’altro è difficile sapere se il numero e l’intensità degli effetti collaterali tardivi diminuiranno», ha aggiunto il ricercatore.
«Sebbene abbiamo stabilito che i sopravvissuti alla leucemia adolescenti e giovani adulti hanno una vita più breve e abbiamo informazioni sulle cause generali di morte di questi pazienti, non conosciamo i dettagli della loro salute dal momento della diagnosi fino al momento della morte. E questo è il passo successivo: dobbiamo colmare le lacune per capire perché questi pazienti muoiono e cosa possiamo fare per intervenire precocemente per cambiare queste curve» ha concluso Roth.
Bibliografia
A.M. Berkman, et al. Long-term outcomes among adolescent and young adult (AYA) survivors of acute leukemia: a surveillance, epidemiology, and end results (SEER) analysis. Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. Published Online May 13, 2022. doi.10.1158/1055-9965.EPI-21-1388. Link