Per il 30° anniversario della strage di via D’Amelio, in cui perse la vita Paolo Borsellino con i cinque uomini di scorta, Rai Storia propone un ritratto inedito del giudice
In occasione del trentesimo anniversario della strage di via D’Amelio, in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino con i cinque uomini di scorta (Emanuela Loi, Walter Cosina, Agostino Catalano, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli), Rai Cultura propone un racconto attraverso le parole del magistrato, nelle sue interviste rilasciate alla Rai in “Paolo Borsellino, parole e silenzi” di Alessandro Chiappetta con la regia di Valentina Grassi, in onda martedì 19 luglio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Un percorso di vita che è anche una riflessione sulla giustizia, sulla legalità, sulla lotta alla criminalità, che attraversa la stagione del pool antimafia di Palermo, gli anni in cui ha prestato servizio a Marsala, fino ai giorni drammatici successivi alla morte dell’amico Giovanni Falcone, a Capaci.
La voce di Borsellino cambia nel tempo, prima racconta con giovanile entusiasmo i suoi successi professionali, poi diventa via via più polemica, quando denuncia mancanze e veleni all’interno delle procure, fino a farsi rotta di commozione e rassegnazione nei giorni prima della morte, quando il magistrato alterna le parole a lunghi silenzi. Paolo Borsellino aveva coscienza di essere nel mirino e non ha fatto nulla per nasconderlo, nelle ultime interviste, riuscendo però a tutelare le indagini su cui stava lavorando e a proteggere i suoi cari da un destino segnato.
A seguire la vita delle donne in Polizia, di scorta a uomini delle istituzioni e magistrati impegnati contro la criminalità: il doc “All’altezza degli occhi. Le donne di scorta” di Alessandro Chiappetta con la regia di Agostino Pozzi, in onda martedì 19 luglio alle 21.40 su Rai Storia, è un viaggio attraverso le vicende di sei donne normali, che con dedizione e passione, vivono il proprio impegno civile, giorno per giorno. “E’ un incarico come un altro”, ripetono le agenti che hanno scelto di fare questo mestiere, fatto di lunghe giornate vissute come ombre fedeli, al fianco della personalità scortata, occhi discreti che scrutano possibili pericoli e accompagnano il soggetto sotto protezione.
Un impegno che incide sulla vita personale di ognuna di loro, costrette a lunghi turni e a settimane scandite da viaggi, impegni, reperibilità. Il documentario è anche un omaggio ad Emanuela Loi, la prima donna della polizia a restare uccisa in servizio, proprio nella strage di via D’Amelio. La sua storia è quella di una ragazza come tante, in Polizia già da giovanissima, che faceva il suo lavoro con impegno e passione, fino al giorno in cui morì, in una domenica di luglio in cui era di turno per accumulare giorni di ferie ed andare presto in vacanza.
Emanuela Loi è rimasta uccisa nell’adempimento del suo lavoro, ma sono tante le donne che tra le forze dell’ordine ancora oggi si occupano di proteggere chi è a rischio per le minacce della criminalità organizzata. Il documentario racconta la vicenda delle sue compagne di corso, della prima donna che prestò servizio a Palermo, di tre donne impegnate oggi nei servizi scorta, e delle allieve dell’Accademia di Abbasanta, centro di eccellenza della Polizia nella formazione degli agenti di scorta.