La zanzara con il virus West Nile individuata anche a Bologna: scatta l’allerta, la Regione raccomanda di adottare subito le contromisure
La zanzara ‘vettore’ di West nile è ‘atterrata’ anche a Bologna. E la Regione Emilia-Romagna raccomanda di adottare subito le contromisure. Mette tutti in guardia una recente comunicazione dell’Area malattie infettive e programmi di prevenzione della Regione dopo il “riscontro di positività in zanzare catturate” il 13 luglio in una trappola della rete di monitoraggio collocata nel Comune di Bologna. Il che significa, spiegano gli uffici della Regione, “un livello di rischio 2 (probabilità di epidemia bassa/moderata) e comporta la messa in atto di interventi di controllo del vettore e di prevenzione dell’infezione nell’uomo e negli equini”.
La segnalazione è stata inviata ai sindaci, ai servizi sanitari (Dipartimenti di sanità pubblica, Microbiologia del Policlinico Sant’Orsola, Centro regionale sangue e Centro trapianti), all’Istituto zooprofilattico sperimentale oltre che all’Ordine dei medici veterinari di Bologna e agli ospedali privati. Pertanto, nella provincia di Bologna, e in particolare nei ai Comuni della pianura e delle zone pedecollinari e collinari, si raccomanda di “continuare ad attuare rigorosamente gli interventi di lotta antilarvale” e “intensificare le attività di controllo e sostegno alle attività effettuate dai privati”. Vanno poi previsti “interventi straordinari preventivi con adulticidi qualora sia in programma una manifestazione che comporti il ritrovo di molte persone nelle ore serali in aree all’aperto” (ad esempio con almeno 200 partecipanti) e vanno sensibilizzati “i proprietari di equidi a vaccinare gli animali”.
Viene raccomandato anche un potenziamento degli “interventi comunicativi incentrati sull’opportunità di proteggersi dalle punture delle zanzare Culex, vettori del virus West Nile“. E in tema di lotta alle zanzare, proprio in Comune a Bologna è stato approvato all’unanimità un ordine del giorno di Europa Verde per normare i sistemi di irrigazione fai-da-te dotati di un serbatoio per spargere trattamenti anti-zanzare. “Questi sistemi rappresentano un passo indietro – afferma il consigliere dei Verdi Davide Celli – infatti provocano un danno all’ambiente e alla salute: diffondono pesticidi indipendentemente dalla presenza o meno di zanzare adulte. In questo modo non solo si rischia di spargere veleni inutilmente, ma si mettono a repentaglio le ‘specie non bersaglio’ (insetti impollinatori, api, farfalle) e si favorisce la diffusione di zanzare resistenti ai pesticidi. Combattere così le zanzare adulte non produce alcun effetto significativo se non quello di avvelenare l’aria già pesantemente inquinata dagli scarichi delle auto”.
Da qui l’alt, spiega la Dire (www.dire.it): i trattamenti chimici anti-zanzare “non possono essere effettuati da privati che non possiedono né le competenze né tantomeno alcuna autorizzazione“. L’Odg è nato dalla segnalazione di una signora incinta “costretta ad inalare per tutto il giorno gli effluvi provenienti dall’impianto di irrigazione-nebulizzazione del vicino di casa – affermano Valentina Marassi e Danny Labriola, co-portavoce di Europa Verde-Verdi Bologna – appurato che gli incaricati ai controlli erano impossibilitati a svolgere il loro compito e a verificare i prodotti utilizzati, Celli è intervenuto in Consiglio comunale per colmare questa grave lacuna normativa dotando gli operatori di un titolo che permetta loro di compiere tutte le verifiche del caso”.