Fuori “EP 1“, in distribuzione Artist First, il disco di debutto di dada sutra. Quattro tracce di cui fa parte anche il precedente singolo “big boy”
Esce “EP 1“, in distribuzione Artist First, il disco di debutto di dada sutra. Quattro tracce di cui fa parte che il precedente singolo “big boy“, che vedono finalmente la luce e inquadrano così uno dei progetti più unici e meno collocabili della scena indipendente. Un mix unico di generi ed influenze dal respiro internazionale che finalmente svelano il mondo alieno di Caterina Dolci. “EP 1” contiene un mondo pieno di orrori ma anche la voglia di trovare un angolo di bellezza, non farsi schiacciare, continuare a vivere, sentire, evolvere.
Dare forma a EP 1 è stato un processo lento, e anche a tratti sofferto. Molte canzoni sono nate insieme a Vincenzo Parisi in un momento per entrambi di grande trasformazione e di ricerca del proprio territorio, perciò i quattro brani che formano l’EP hanno in sé queste qualità di sperimentazione e di metamorfosi in atto, di mostro a metà tra una forma e l’altra. È una mostruosità che c’è anche nei temi trattati, che appartengono a una visione di un mondo distopico, con testi che parlano di prigione e sorveglianza, violenza sessuale, ansia, alienazione.
Ma per me, per noi, fare musica insieme e scrivere queste canzoni è stato un po’ come stabilire una Zona Autonoma Temporanea, un ambito in cui metterci al riparo da tutto ciò e provare a liberarci dai condizionamenti e dalle aspettative sociali, fondare la nostra norma. (Caterina Dolci)
SCOPRI IL DISCO SU SPOTIFY:
https://open.spotify.com/album/5m7jAK29reLMzmf6I9MqFW?si=wOqi2rn_TPKRkgEY-K7zSg
BIO:
Un progetto atipico, contorto, stratificato, indefinibile”: dada sutra unisce la bassista e cantante Caterina Dolci, il pianista e compositore Vincenzo Parisi (Kafka on the Shore), il batterista e produttore Giacomo Carlone (Egokid) e la chitarrista e artista multimediale Cristiana Palandri. Il live eclettico include brani in inglese e in italiano, poesia nordafricana, merchandise DYI, prepared bass, canti sciamanici, e ha calcato palchi importanti di Milano come Ohibò, Biko, Mare Culturale Urbano, attirando l’attenzione della critica («ipnotico», «un pugno nello stomaco», «uno dei progetti più interessanti dell’underground milanese»).
Nel loro EP di debutto, le sonorità post-punk si uniscono ad atmosfere oniriche, arricchite anche dal contributo del percussionista Lorenzo D’Erasmo.