Il rischio di sviluppare un melanoma è proporzionale alla sensibilità di ciascuno verso la luce solare: ecco perché d’estate bisogna prendere il sole in sicurezza
L’estate per tante persone è sinonimo di aria aperta, giochi in compagnia e abbronzature: e quest’anno la voglia di sole è ancora più forte, anche per attenuare il ricordo del lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19. Il sole è la fonte della vita, ma è anche responsabile di diversi problemi della pelle, dall’eritema fino al temuto melanoma. Conoscere il modo corretto di esporsi ai raggi solari è l’arma più preziosa che abbiamo per proteggere la nostra pelle: ne parla Emanuela Passoni, specialista in dermatologia e venereologia del Policlinico di Milano.
Quali sono i rischi di un’esposizione scorretta al sole?
La causa di tutto sono i cosiddetti raggi UV: sono raggi invisibili che fanno parte dell’energia emessa costantemente dal sole. Si distinguono due tipi di raggi, noti come UV-A e UV-B. I raggi UV-B colpiscono principalmente gli strati della pelle più superficiali e provocano eritemi e ustioni solari, mentre i raggi UV-A penetrano negli strati più profondi e sono quindi quelli più dannosi. Esporsi in modo scorretto a questi raggi, quindi, può provocare patologie vere e proprie che possono anche arrivare al tumore.
Che cos’è il melanoma? E quali sono le possibilità di cura?
Il melanoma è un tumore maligno della pelle che origina dai melanociti, speciali cellule dell’epidermide che contribuiscono alla colorazione della cute. Nell’85% dei casi il melanoma si presenta proprio sulla cute, mentre più raramente può svilupparsi in altre sedi (melanomi mucosali o uveali). Nella quasi totalità dei casi si sviluppa come una macchia a lenta crescita che aumenta in superficie, e pertanto è più probabile una diagnosi precoce e una prognosi favorevole. Viceversa i melanomi a crescita rapida e che si infiltrano negli strati più profondi risultano più aggressivi, rendono più difficile la diagnosi precoce e hanno una prognosi peggiore.
E’ la diagnosi precoce l’arma più efficace nella lotta al melanoma: pertanto per individuare tempestivamente un melanoma è importante eseguire frequentemente un autoesame della cute e sottoporsi periodicamente a una visita dermatologica, per notare subito eventuali cambiamenti o anomalie.
Come si riconosce un melanoma?
Con quello che è definito il segno del “brutto anatroccolo”: ovvero la presenza di una macchia cutanea diversa dalle altre. E’ importante conoscere la cosiddetta regola dell’ABCDE, che riassume le cinque caratteristiche che permettono di riconoscerlo.
A: asimmetria della forma
B: bordo irregolare
C: colore non uniforme
D: dimensioni maggiori di 6 millimetri
E: evoluzione di forma o colore nel giro di poco tempo
Nel caso si scopra una nuova formazione o un nuovo neo, oppure si noti la modificazione di quelli preesistenti, è importante rivolgersi ad un dermatologo esperto per un accurato esame e approfondita valutazione della cute. Lo specialista valuterà la distribuzione del pigmento mediante la microscopia in epiluminescenza e provvederà se necessario a eseguire una biopsia. L’asportazione chirurgica è l’unico strumento efficace per avere la certezza diagnostica in quanto l’esame istologico è l’unica indagine che consente la diagnosi definitiva.
Quanto è diffuso il melanoma? Ci sono persone più a rischio di altre?
I casi di melanoma sono in aumento in tutto il mondo, ed è maggiormente diffuso in Australia, Nord Europa e Nord America. In Italia si contano circa 12mila nuovi casi ogni anno, rendendo il melanoma il nono tumore più diffuso. Nelle persone con meno di 50 anni rappresenta il secondo tumore per incidenza nei maschi e il terzo nelle femmine.
Il rischio di sviluppare un melanoma è proporzionale alla sensibilità di ciascuno verso la luce solare. Tra i principali fattori che aumentano il rischio ci sono la carnagione chiara con lentiggini, gli occhi azzurri o comunque chiari, i capelli rossi o biondi, l’avere avere più di 100 nei e l’essere stati esposti in modo intenso e intermittente al sole in età giovanile. Inoltre, sono più a rischio di melanoma le persone che si espongono alle lampade abbronzanti, chi ha già avuto un melanoma e gli individui che hanno almeno un familiare di primo grado che ha sviluppato un melanoma.
Per ridurre il rischio di melanomi è raccomandato l’uso di creme solari che riflettono, assorbono e/o dissipano entrambi i tipi di radiazioni: sia gli UV-A sia gli UV-B. In particolare i bambini non devono essere esposti al sole se non nelle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio; l’abbronzatura va acquisita progressivamente e va evitata l’esposizione ai raggi solari nelle ore centrali della giornata; i soggetti con capelli chiari e occhi chiari devono prestare particolare attenzione, perché per loro un’esposizione scorretta rappresenta un pericolo reale; infine, i ragazzi sotto i 30 anni devono evitare le lampade abbronzanti.
Qual è l’esperienza del Policlinico di Milano nel trattare i melanomi?
Il Policlinico di Milano è centro di riferimento per il melanoma e i tumori cutanei. Il gruppo multidisciplinare che si occupa di melanoma è formato da vari specialisti: dermatologo, oncologo, chirurgo generale, chirurgo maxillo-facciale, anatomo-patologo, radiologo, radioterapista, che si prendono cura del paziente ed elaborano un piano di trattamento condiviso tenendo conto di vari fattori come l’età, le condizioni generali di salute e lo stadio del tumore.
In particolare, nella nostra Dermatologia siamo in grado di asportare nei e tumori con le tecniche di dermochirurgia, di utilizzare la Tecnica di Mohs con esame istologico immediato e di utilizzare la dermatoscopia digitale per una mappatura computerizzata dei nei. Inoltre possiamo mettere in campo tecniche di plastica ricostruttiva, usare la laser-chirurgia con Co2 per la rimozione dei tumori cutanei più superficiali e utilizzare l’ecografia della cute e del sottocute per un migliore inquadramento diagnostico.
FONTE: POLICLINICO MILANO