Il leader di Azione Carlo Calenda mette l’elmetto alla presentazione del Patto Repubblicano: “Sì a rigassificatori e inceneritori, anche militarizzando”
“I contenuti che presentiamo non sono contenuti generici. Si tratta di rigassificatori,
termovalorizzatori, se necessario militarizzando le aree in cui devono esserci“. Il leader di Azione, Carlo Calenda, sceglie una linea netta e inequivocabile su energia e rifiuti, presentando il Patto Repubblicano. Nella sua ‘ricetta’ una misura che Silvio Berlusconi adotto’ per l’inceneritore di Acerra, dichiarandolo sito di interesse strategico nazionale, presidiato quindi dalle Forze Armate.
LEGGI ANCHE: Gelmini-Calenda, segnali di intesa. E intanto Forza Italia perde altri pezzi
LA PROPOSTA DI CALENDA SUI RIGASSIFICATORI
Il programma presentato con +Europa, spiega la Dire (www.dire.it), recita che occorre procedere alla “ricostruzione di due rigassificatori con procedure straordinarie e i cantieri energetici vanno presidiati costantemente per garantirne la sicurezza”. Stop quindi a presidi e manifestazioni di protesta di attivisti e residenti facendo anche ricorso alla forza. Su questo dipenderà anche un’eventuale alleanza con il Pd: “I dem sono favorevoli al rigassificatore?- si chiede Calenda- hanno idea di come sopperire alla mancanza del gas russo senza questi nuovi impianti? Se sì ci dicano come fare”. E ancora: “Allearsi con Sinistra Italiana e i Verdi? Non mi risulta siano a favore di termovalorizzatori e rigassificatori”.
L’APERTURA AL NUCLEARE E IL ‘NODO’ BONINO
Sempre in tema energia, totale apertura da parte di Azione anche al nucleare. Si legge sempre nel ‘Manifesto’: “Per il raggiungimento di zero emissioni nella produzione elettrica andrà riconsiderato senza pregiudizi l’uso di centrali nucleari“. Posizione che stavolta, però, stride con il passato ‘barricadero’ sul tema del mondo radicale. Emma Bonino, infatti, pur specificando che quella con Azione è una alleanza e come tale “presenta anche punti dove non c’è piena convergenza”, mostra solo ‘timide’ aperture. “Il punto comune è che siamo tutti d’accordo a investire nella ricerca – ha detto l’ex ministra degli Esteri – significa che potremmo avere tra dieci anni dei risultati e in questi dieci anni spero che qualcuno risponda a qualche domanda, come ad esempio, quanto ci vorrà per costruire queste centrali? E quanto costano?”.