Mare color ruggine in Romagna: è colpa di un’alga


In diverse località della Romagna il mare è color ruggine, gli esperti spiegano: “È dovuto a una microalga ma è innocua”

Riviera romagnola, turismo kissing zone

Il mare della Riviera romagnola si tinge del colore della ruggine. Colpa di una microalga che sta proliferando in acqua in questi giorni di grande caldo. Ma è “del tutto innocua per i bagnanti”. Ad assicurarlo è l’agenzia ambientale regionale Arpae, in risposta alle segnalazioni di questi giorni sulle macchie comparse nel mare tra Pinarella e Igea Marina.

SEGNALATA PER LA PRIMA VOLTA NEL 1994

“Il fenomeno è riconducibile a una fioritura microalgale che si manifesta per particolari situazioni che agiscono in modo sinergico- spiega Arpae- condizioni meteo marine stabili, temperature elevate, forte irraggiamento solare e apporto di nutrienti, come si è già verificato negli anni passati”. La microalga si chiama ‘Fibrocapsa japonica’, è un organismo unicellulare ed è “da diversi anni presente in Adriatico”. La prima segnalazione in Adriatico risale infatti al 1994 e da allora “ricompare con una certa regolarità anche lungo il litorale emiliano-romagnolo, in particolare nella fascia centro-meridionale”.

IL FENOMENO ENTRO I 300 METRI DALLA RIVA

In questi giorni il fenomeno ha riguardato anche il mare vicino a Senigallia, in provincia di Ancona. La fioritura, spiegano ancora gli esperti di Arpae, si presenta entro i 200-300 metri dalla battigia, perché “questo tipo di fitoplancton predilige le acque a temperatura più elevata e si concentra soprattutto nelle ore pomeridiane per effetto dei venti di scirocco a regime di brezza”.

LE CONCENTRAZIONI PIÙ ALTE A CESENATICO

L’intensità della fioritura della microalga non è uniforme: tra Zadina e Cesenatico, ad esempio, sono state riscontrate le concentrazioni più alte, con la trasparenza dell’acqua ridotta “a pochi centimetri”. Il fenomeno, continua Arpae, “spesso si manifesta a giorni alterni“. Il vento previsto per oggi (grecale) potrebbe, secondo gli esperti, “aiutare a disperdere la biomassa microalgale e a portare alla scomparsa del fenomeno”.