Gli adolescenti con sovrappeso o obesità hanno mostrato un rischio maggiore di sviluppare il diabete di tipo 1 da giovani adulti
Gli adolescenti con sovrappeso o obesità hanno mostrato un rischio maggiore di sviluppare il diabete di tipo 1 da giovani adulti, secondo quanto emerso in un ampio studio di coorte retrospettivo israeliano pubblicato sulla rivista Diabetologia.
I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti su tutti gli adolescenti israeliani sottoposti a valutazioni mediche in preparazione al servizio militare obbligatorio dal 1996 al 2016, per un totale di oltre di 1,4 milioni di ragazzi di età compresa tra 16 e 19 anni, seguiti per una mediana di 11 anni.
Hanno collegato questi dati con le informazioni dell’Israeli National Diabetes Registry sul diabete di tipo 1 ad esordio nell’età adulta. Ci sono stati 777 nuovi casi di diabete di tipo 1 registrati durante i 15.819.750 di anni-persona dello studio, per un’incidenza di 4,9 casi ogni 100mila anni-persona.
L’analisi ha preso in esame la relazione tra indice di massa corporea (BMI) e diabete di tipo 1, con adeguamento di fattori demografici come età, sesso, stato socioeconomico e livello di istruzione. Gli individui nel 95° percentile o superiore del BMI sono stati classificati come affetti da obesità e quelli tra l’85° e il 94° percentile sono stati classificati come in sovrappeso.
Maggior rischio di sviluppare il diabete con BMI elevato
I soggetti classificati come obesi avevano il doppio delle probabilità di sviluppare il diabete di tipo 1 rispetto a quelli con peso ottimale (HR 2,05), hanno affermato l’autore senior Gilad Twig e colleghi dello Sheba Medical Center di Tel Hashomer, Israele, mentre gli adolescenti in sovrappeso avevano un rischio superiore del 54% (HR 1,54,) di sviluppare la malattia.
Anche le persone con un BMI più elevato dell’intervallo normale (dal 75° all’84° percentile) presentavano un rischio elevato (HR 1,41). Per ogni incremento di un punto di deviazione standard del BMI, il rischio di diabete di tipo 1 cresceva del 25% (HR 1,25).
«I nostri risultati hanno implicazioni per la salute pubblica. La prevalenza dell’obesità adolescenziale sta aumentando in tutto il mondo a un ritmo allarmante, con terribili proiezioni per il prossimo futuro» hanno scritto gli autori. «Attualmente si stima che quasi il 60% dei bambini degli Stati Uniti diventerà obeso entro i trent’anni, principalmente a partire dall’adolescenza, e la metà di loro progredirà all’obesità grave. Con l’aumento dei livelli di obesità possiamo aspettarci un continuo aumento del diabete di tipo 1».
«I medici dovrebbero essere consapevoli che l’obesità adolescenziale è correlata a un maggior rischio di diabete di tipo 1 incidente, così come di diabete di tipo 2, nei giovani adulti, e il raggiungimento di un peso normale tra gli adolescenti ad alto rischio di sviluppare la malattia può essere importante per la prevenzione» hanno aggiunto.
Possibile associazione tra obesità e condizioni autoimmuni
In un’analisi di sottogruppo limitata ai pazienti con dati sugli autoanticorpi delle isole pancreatiche come parte della loro diagnosi di diabete di tipo 1, l’associazione è risultata più forte, al punto che i soggetti obesi avevano un rischio di sviluppare la malattia quasi tre volte superiore (HR 2,90).
Un numero crescente di evidenze ha collegato l’obesità con varie condizioni autoimmuni e questo potrebbe spiegare l’associazione con il diabete di tipo 1, hanno fatto presente i ricercatori. Livelli elevati di adipochine e citochine associati all’obesità possono diminuire l’autotolleranza, promuovendo i processi proinfiammatori. Ulteriori fattori associati all’obesità possono contribuire all’autoimmunità, tra cui carenza di vitamina D, una dieta ricca di grassi e cambiamenti nel microbiota intestinale, hanno aggiunto.
«Dato che nella nostra coorte è emersa un’associazione tra le due malattie anche escludendo i soggetti con condizioni autoimmuni preesistenti, ulteriori fattori possono collegare l’obesità specificamente al diabete di tipo 1» hanno osservato i ricercatori. «In effetti sono stati suggeriti diversi meccanismi biologici per spiegare l’associazione tra obesità e diabete di tipo 1».
«L’ipotesi dell’acceleratore suggerisce che sia il diabete di tipo 1 che quello di tipo 2 siano causati da insulino-resistenza e variazioni genetiche che influenzano il tasso di perdita di cellule beta e il fenotipo della malattia» hanno spiegato. «Secondo questa ipotesi, la crescente domanda di insulina rende le cellule beta più antigeniche e quindi accelera la loro perdita per danno autoimmune».
Alcuni limiti dello studio
I limiti dello studio includevano il fatto che il registro nazionale israeliano del diabete non distingue tra diabete di tipo 1 e di tipo 2. Di conseguenza è stato stabilito che i soggetti inclusi nell’analisi soffrivano del tipo 1 se erano stati trattati attivamente con insulina ad azione breve iniziata entro 1 anno dall’insorgenza della malattia e veniva loro prescritta solo insulina, quindi senza storia di terapie orali contro il diabete.
«A causa della prescrizione occasionale off-label, principalmente di metformina o di SGLT2 inibitori, si presume che una piccola percentuale di casi di diabete di tipo 1 possa essere stata ignorata, specialmente tra i partecipanti obesi che hanno maggiori probabilità di ricevere una prescrizione di questi agenti. Di conseguenza l’associazione tra obesità e incidenza del diabete di tipo 1 potrebbe essere stata sottovalutata nel nostro studio» hanno riconosciuto gli autori.
Un’altra limitazione era la mancanza di informazioni su alcuni fattori di rischio del diabete di tipo 1, tra cui il BMI materno e la storia familiare di diabete di tipo 1. Inoltre il BMI si basava su una singola misurazione del peso, quindi lo studio mancava di dati longitudinali sulle traiettorie o sui possibili effetti cumulativi del BMI nel tempo.
«In conclusione, il nostro studio si aggiunge alla crescente evidenza sui rischi per la salute associati all’obesità adolescenziale» hanno riassunto i ricercatori. «Non solo l’obesità adolescenziale è correlata all’esordio adulto del diabete di tipo 2, come riportato in precedenza, ma anche a quello di tipo 1. È necessario svolgere un ulteriore lavoro per svelare questa associazione, in modo da poter affrontare meglio l’intero spettro di rischi posti dall’epidemia di obesità o identificare fattori ambientali comuni che influenzano sia il peso che il diabete di tipo 1».
Bibliografia
Zucker I et al. Obesity in late adolescence and incident type 1 diabetes in young adulthood. Diabetologia (2022).