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Diabete: nelle case di cura americane terapie in eccesso

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Negli USA il sovratrattamento del diabete di tipo 2 tra i residenti delle case di cura è comune e in pochi pazienti vengono deintensificati i regimi terapeutici

Negli Stati Uniti il sovratrattamento del diabete di tipo 2 tra i residenti delle case di cura è comune e in pochi pazienti vengono adeguatamente deintensificati i regimi terapeutici, secondo i risultati di uno studio pubblicato sul Journal of the American Geriatric Society.

«Al momento del ricovero in casa di cura, il medico ricoverato valuta l’adeguatezza di ciascun farmaco nel contesto dell’intera persona, che include risultati di laboratorio, segni vitali, obiettivi del trattamento, comorbidità e stato funzionale”, hanno scritto il primo autore Lauren Lederle e colleghi, dalla divisione di geriatria presso l’Università della California, San Francisco e il Geriatrics and Extended Care Service e la Veterans Affairs Quality Scholars Fellowship presso il San Francisco VA Medical Center. «Dal momento che il ricovero in casa di cura rappresenta un momento in cui i medici esaminano i farmaci alla luce degli obiettivi di trattamento del nuovo residente, si tratta di un momento particolarmente importante per valutare gli adeguamenti dei farmaci ipoglicemizzanti».

Un ampio campione di residenti in case di cura
Lo studio di coorte ha incluso 7.422 residenti con diabete di tipo 2 provenienti da case di cura del Veterans Affairs iscritti dal 2013 al 2019. Tutti i partecipanti avevano un’età pari o superiore a 65 anni, una degenza in casa di cura di almeno 30 giorni e livelli di emoglobina glicata (HbA1c) registrati durante il soggiorno. Il sovratrattamento è stato definito come una HbA1c inferiore al 6,5% con l’uso di una qualsiasi insulina. Il potenziale sovratrattamento come una HbA1c inferiore al 7,5% con l’uso di una qualsiasi insulina o una HbA1c inferiore al 6,5% con l’impiego di un qualsiasi farmaco ipoglicemizzante oltre alla metformina.

L’outcome primario era rappresentato dal numero di residenti in casa di cura con un trattamento antidiabetico eccessivo continuato senza deintensificazione per 14 giorni dopo la rilevazione della HbA1c.

Eccesso di trattamento in molti pazienti  
Nel complessivo il 17% dei residenti in case di cura con diabete di tipo 2 ha soddisfatto i criteri per un trattamento eccessivo e il 23% i criteri per un potenziale trattamento eccessivo. Tra i soggetti sovratrattati, il 27% aveva regimi terapeutici deintensificati al basale, con il 73% che continuava a essere sovratrattato. Tra quanti sono stati potenzialmente trattati in modo eccessivo, il 19% aveva una deintensificazione dei regimi terapeutici al basale, con l’81% che continuava a essere potenzialmente sovratrattato.

Come fattori associati all’aumento delle probabilità di continuare il trattamento eccessivo i ricercatori hanno osservato l’uso di insulina a lunga durata d’azione (OR = 1,37) e un’iperglicemia di almeno 300 mg/dl (OR = 1,35). Al contrario, una grave compromissione funzionale (punteggio MDS-ADL ≥ 19) era associata a ridotte probabilità di continuare il sovratrattamento (OR = 0,72).

Non è stata osservata nessuna associazione tra la diminuzione delle probabilità di sovratrattamento e l’ipoglicemia.

«Sulla base di quanto emerso nel nostro studio sarà importante sviluppare iniziative di riduzione della prescrizione nelle case di cura al momento del ricovero, che utilizzino i principi di cambiamento del comportamento per superare l’inerzia prescrittiva nei residenti sovratrattati» hanno scritto gli autori. «I nostri risultati suggeriscono che queste iniziative dovrebbero essere rivolte ai residenti ad alto rischio di subire danni da un trattamento eccessivo, compresi quelli con una storia di ipoglicemia, alti livelli di limitazione funzionale o deterioramento cognitivo».

Bibliografia

Lederle LI et al. Glycemic treatment deintensification practices in nursing home residents with type 2 diabetes. J Am Geriatr Soc. 2022 Mar 23. 

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