Epilessia: nuovi studi dimostrano efficacia e tollerabilità del farmaco brivaracetam in popolazioni particolarmente fragili
Nel corso della alla 45^ Edizione del Congresso della LICE – Lega Italiana Contro l’Epilessia Congresso LICE, sono stati presentati i dati di uno studio condotto dai ricercatori del CERISMAS (Centro di Ricerche e Studi in Management Sanitario) che descrive il percorso clinico-organizzativo della presa in carico delle persone con epilessia in Italia, viene successivamente fatto un focus sull’importanza degli studi real world nell’ambito di questa patologia, presentando i dati di due sotto-analisi dello Studio BRIVAFIRST dedicate all’efficacia e tollerabilità del farmaco brivaracetam in popolazioni particolarmente fragili: gli anziani e coloro che sono stati colpiti da stroke.
Lo studio, dal titolo: “Il valore dell’opinione delle persone con Epilessia per migliorare la qualità delle cure”, condotto su 500 pazienti in 6 centri di riferimento, dai ricercatori del CERISMAS dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano con il supporto di UCB Pharma, ha avuto come finalità quella di descrivere il percorso clinico-organizzativo della presa in carico in Italia di persone con epilessia, utilizzando come prospettiva quella dei pazienti stessi.
Dallo studio emergono quattro aspetti centrali: la necessità di un approccio proattivo e integrato; l’importanza di focalizzarsi sul percorso di presa in carico del paziente nel suo complesso, non solo sulle singole fasi della malattia; la “prossimità”, ovvero capacità di avvicinarsi alle esigenze individuali e specifiche del paziente e di ascoltarlo. Infine, soluzioni organizzative e tecnologicamente innovative, che potrebbero realmente cambiare la vita delle persone con Epilessia.
Il benessere dei pazienti, dunque, va oltre il solo controllo delle crisi. Per questo motivo, anche nella prescrizione della terapia farmacologica è importante un confronto basato sull’ascolto e la fiducia tra pazienti e specialisti. I farmaci che “funzionano”, ma che hanno un impatto negativo sulla qualità della vita, non sono necessariamente la scelta giusta. Per questo va posta molta attenzione agli eventuali effetti collaterali delle terapie, ed eventuali fenomeni di interazione con altri farmaci, considerando il fatto che circa un quarto delle persone con epilessia soffre anche di altre patologie
La realtà è che, in generale, molti pazienti vivono situazioni più complesse rispetto a quelle descritte negli studi registrativi dei farmaci. Per questo è importante prestare attenzione alle fasi di follow up del percorso terapeutico e all’osservazione di specifici cluster di pazienti.
Gli studi real world hanno in tal senso il vantaggio di garantire un’osservazione clinica più lunga e sono in grado di fornire indicazioni preziose per l’utilizzo di farmaci nella pratica clinica quotidiana.
Lo Studio italiano BRIVAFIRST (BRIVAracetam add-on First Italian netwoRk STudy), che ha valutato in real world l’efficacia e la tollerabilità del farmaco antiepilettico brivaracetam come terapia in add-on nei pazienti con epilessia ad esordio focale, è nato dalla collaborazione di 6 network macroregionali e ha coinvolto oltre 60 centri specialistici in tutto il territorio nazionale. Condotto su circa 1.000 pazienti, BRIVAFIRST ha evidenziato dati interessanti circa l’efficacia e la tollerabilità di brivaracetam nel trattamento dell’epilessia a esordio focale, dimostrandone un’azione sostenuta nel corso del tempo nel controllo delle crisi. L’osservazione clinica è stata realizzata su pazienti che erano in trattamento con almeno un farmaco anticrisi a dosaggio stabile durante i 90 giorni precedenti l’introduzione di brivaracetam e si è estesa per i 12 mesi di follow up.
In una sotto analisi dello studio sono stati confrontati i dati di pazienti con età ≥65 anni (“anziani”) rispetto a quelli di età <65 anni (“giovani”).
I pazienti anziani con epilessia rappresentano, infatti, un gruppo clinico distinto e più vulnerabile, rispetto ai più giovani e sono generalmente sottorappresentati negli studi randomizzati controllati con placebo.
La dose giornaliera mediana di brivaracetam a 3 mesi è stata di 100 mg, a 6 e 12 mesi, di 150 mg.
A 12 mesi, il 44,1% dei pazienti più anziani e il 36,4% di quelli più giovani hanno avuto una riduzione della frequenza di crisi al basale di almeno il 50% e i tassi di libertà dalle crisi erano del 31,5% e del 14,6%, rispettivamente nel gruppo dei più anziani e in quello dei più giovani.
Durante il periodo di studio di 1 anno, la percentuale di interruzione del trattamento è stata del 18,0% nei pazienti del gruppo over 65 e del 26,7% in quello dei pazienti più giovani. L’interruzione del trattamento per insufficiente efficacia è stata meno comune nei pazienti più anziani (6,3%) rispetto a quelli più giovani (16,6%).
Gli eventi avversi sono stati riportati dal 24,2% dei pazienti anziani e dal 30,8% dei pazienti più giovani; gli eventi avversi più comuni sono stati sonnolenza, nervosismo e/o agitazione, vertigini e affaticamento in entrambi i gruppi di studio.
Un’altra sotto analisi dello studio BRIVAFIRST, conferma l’efficacia del brivaracetam quale terapia add on in pazienti che hanno sviluppato epilessia a seguito di un ictus, gruppo di pazienti particolarmente difficili da trattare, anche perché le evidenze sul profilo clinico dei farmaci antiepilettici nel contesto della epilessia post stroke sono attualmente limitate.
Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare l’efficacia e la tollerabilità a 12 mesi di brivaracetam in pazienti con epilessia post stroke, trattati in un contesto reale.
Si tratta di una delle cause più comuni di epilessia acquisita e rappresenta circa il 10-15% di tutte le nuove diagnosi. Si stima che circa il 5% di chi sopravvive a un ictus, sperimenterà episodi di convulsioni dopo l’evento acuto.
I pazienti inclusi in questa sotto analisi dello Studio BRIVAFIRST erano 75 e avevano un’età media di 57 anni.
Le dosi giornaliere del farmaco a 3, 6 e 12 mesi dall’inizio del trattamento erano rispettivamente 100 mg, 125 mg e 100 mg.
Gli esiti dell’efficacia includevano i tassi di risposta alle crisi (≥50% riduzione della frequenza delle crisi al basale), libertà dalle crisi e interruzione del trattamento. La sicurezza e la tollerabilità comprendevano il tasso di interruzione del trattamento a causa di eventi avversi e l’incidenza di questi ultimi.
A 12 mesi, oltre il 40% dei pazienti trattati con brivaracetam ha registrato una riduzione di oltre il 40% della frequenza delle crisi al basale e il tasso di libertà dalle crisi è stato del 34,7%.
Durante il periodo di studio di 1 anno, il 13,3% pazienti ha interrotto il trattamento. L’8% per insufficiente efficacia, il 5,3% per scarsa tollerabilità. Gli eventi avversi sono stati riportati dal 20,3% dei pazienti e sono stati classificati come lievi nell’84,6% dei casi e moderati nel 15,4%.
Un elemento da sottolineare è che il brivaracetam ha scarse interazioni con altri farmaci e nessuna con i Nuovi Anticoagulanti Orali, generalmente prescritti a chi ha avuto un evento ischemico.