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Tumore al pancreas: nimotuzumab e gemcitabina allungano la vita

L'uso di un pancreas artificiale bi-ormonale con controllo della glicemia a circuito chiuso ha portato a un migliore controllo glicemico dopo pancreatectomia totale

Tumore al pancreas avanzato con il gene KRAS wild-type: il trattamento combinato con l’anti-EGFR nimotuzumab e gemcitabina ha migliorato la sopravvivenza globale

In pazienti con carcinoma pancreatico avanzato con il gene KRAS wild-type, il trattamento combinato con l’anti-EGFR nimotuzumab e gemcitabina ha migliorato la sopravvivenza globale (OS) rispetto alla sola gemcitabina, soprattutto in quei pazienti che non hanno avuto bisogno di un intervento chirurgico per rimuovere le ostruzioni in un dotto biliare pancreatico. Lo dimostrano i risultati dello studio di fase 3 NOTABLE presentati al meeting annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO).

«Crediamo che lo studio NOTABLE rappresenti una svolta nel campo del carcinoma pancreatico», ha dichiarato in un comunicato stampa uno degli autori, Shukui Qin, del Cancer Center del Jinling Hospital di Nanjing. «I risultati di questo studio possono fornire nuove speranze per i pazienti con tumore del pancreas con KRAS wild-type».

Infatti, nei pazienti trattati con nimotuzumab più gemcitabina l’OS mediana è risultata significativamente più lunga rispetto a quelli trattati con gemcitabina più placebo: rispettivamente 10,9 mesi contro 8,5 mesi (HR 0,50; IC al 95% 0,06-0,94; P = 0,025). Inoltre, nel braccio trattato con la combinazione si sono osservati tassi di OS a uno e 3 anni rispettivamente del 43,6% e 13,9%, a fronte del 26,8% e 2,7% nel braccio di controllo.

Inoltre, nel sottogruppo di pazienti che non hanno avuto bisogno di un trattamento per eliminare un’ostruzione biliare l’OS mediana è risultata di 11,9 mesi con la doppietta e 8,5 mesi con la sola gemcitabina (HR 0,54; IC al 95% 0,33-0,88; P = 0,037). Risultati simili sono stati osservati in un sottogruppo di pazienti che non presentavano un’anamnesi chirurgica: rispettivamente, 15,8 mesi contro 6,0 mesi (HR 0,40; IC al 95% 0,19-0,84).

Anche la sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana è risultata più lunga nel braccio assegnato a nimotuzumab più gemcitabina rispetto al braccio di controllo: 4,2 mesi contro 3,6 mesi (HR 0,56; IC al 95% 0,12-0,99; P = 0,013). Nei pazienti che non erano stati sottoposti a chirurgia per rimuovere l’ostruzione biliare la PSF mediana è risultata di nuovo più lunga nel braccio trattato con nimotuzumab: 5,5 mesi contro 3,4 mesi (P = 0,008).

Buon profilo di sicurezza
Nimotuzumab ha mostrato nello studio NOTABLE un buon profilo di sicurezza e l’incidenza degli eventi avversi nel braccio nimotuzumab-gemicitabina è risultata simile a quella del braccio placebo-gemicitabina.

Gli eventi avversi più comuni con l’anticorpo monoclonale sono stati neutropenia (11,1%), leucopenia (8,9%) e trombocitopenia (6,7%).

Lo studio NOTABLE
Lo studio NOTABLE (NCT02395016) è un trial prospettico, randomizzato e controllato, in doppio cieco in cui si sono valutate efficacia e sicurezza di nimotuzumab in combinazione con gemcitabina rispetto alla sola gemcitabina in pazienti con carcinoma pancreatico localmente avanzato o metastatico con KRAS wild-type. Inoltre, gli sperimentatori hanno condotto analisi in sottogruppi in base alla necessità o meno di un intervento chirurgico per rimuovere le ostruzioni dei dotti biliari prima di ricevere la chemioterapia. Infatti, secondo gli esperti, i pazienti che non hanno ostruzioni tali da richiedere un intervento chirurgico hanno in genere una migliore funzionalità epatica e non presentano ittero, e ciò rappresenta un potenziale vantaggio per il paziente che tollera meglio la chemioterapia.

Lo studio, condotto in Cina ha arruolato 92 pazienti che sono stati assegnati al trattamento con 400 mg di nimotuzumab settimanale seguiti da 1000 mg/m2 di gemcitabina nei giorni 1, 8 e 15 di ogni ciclo di 28 giorni (46 pazienti) oppure placebo più gemcitabina (46 pazienti) fino alla progressione della malattia o al manifestarsi di unatossicità inaccettabile.

L’OS rappresentava l’endpoint primario, mentre gli endpoint secondari includevano PFS, tasso di risposta obiettiva (ORR) e sicurezza.

Il parere dell’esperta
In un comunicato stampa, Cathy Eng, esperta ASCO in tumori gastrointestinali della David H. Johnson Chair in Surgical and Medical Oncology, co-leader del Gastrointestinal Cancer Research Program, vicepresidente dello SWOG GI Committee e direttrice della Vanderbilt-Ingram Cancer Center Young Adult Cancers Initiative, ha dichiarato: «È sicuramente interessante vedere un beneficio in termini di sopravvivenza in uno studio per il tumore al pancreas metastatico».

«Gli sperimentatori hanno valutato il sottogruppo di tumori del pancreas KRAS wild-type, che viene studiato raramente in modo prospettico, perché questa forma di tumore rappresenta meno del 10% di tutti i pazienti con tumore pancreatico» ha proseguito.

«Sarebbe interessante condurre ulteriori studi di confronto con la combinazione gemcitabina/nab-paclitaxel. Ogni potenziale progresso dovrebbe essere sottoposto a verifica, per poter fare una vera differenza nella vita di tutti i pazienti con tumore al pancreas», ha concluso l’esperta.

Bibliografia
S. Qin, et al. Nimotuzumab combined with gemcitabine versus gemcitabine in KRAS wild‐type locally advanced or metastatic pancreatic cancer: A prospective, randomized‐controlled, double‐blinded, multicenter, and phase III clinical trial. J Clin Oncol. 2022;40(suppl 17):LBA4011. doi:10.1200/JCO.2022.40.17_suppl.LBA4011. Link

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