Senegal, partito di governo e opposizioni si contendono le elezioni: l’alleanza del presidente Sall e la coalizione Yewwi Askan Wi rivendicano la maggioranza
In Senegal i risultati ufficiali delle elezioni legislative che si sono svolte ieri devono ancora essere annunciati, ma a rivendicare vittoria sono sia la coalizione guidata dal presidente Macky Sall che quella che rappresenta l’opposizione. Poche ore dopo la chiusura dei seggi l’alleanza di partiti espressione della maggioranza, Benno Bok Yakaar (Bby), ha annunciato per bocca della ex prima ministro Aminata Touré la conquista di 30 dei 46 seggi amministrativi del Paese. Un risultato questo, che consegnerebbe alla formazione di governo “un’indiscussa maggioranza” di seggi sui 165 che costituiscono in totale l’Assemblea Nazionale.
Le parole della ex premier sono state contestate dal sindaco di Dakar, Barthélémy Dias, figura di punta della coalizione dell’opposizione, la Yewwi Askan Wi. Il primo cittadino della capitale ha denunciato che non sta a Tourè annunciare i risultati del voto e ha rivendicato la vittoria nella città più importante del Paese. Dias è anche sceso in strada per festeggiare il risultato insieme ai suoi sostenitori.
La vittoria delle opposizioni a Ziguinchor, capoluogo della regione meridionale della Casamance, epicentro di un conflitto a bassa intensità fra milizie separatiste e governo centrale che prosegue da decenni, è stata invece riconosciuta anche dai rappresentanti della maggioranza, nonostante manchino appunto i risultati ufficiali, che dovrebbero essere annunciati venerdì.
Stando ai primi dati relativi all’affluenza, ieri a mezzogiorno si era recato a votare circa il 35% dei sette milioni di cittadini senegalesi aventi diritto.
UNA CAMPAGNA ELETTORALE SEGNATA DA TENSIONI
La campagna elettorale di queste legislative, spiega la Dire (www.dire.it), è stata segnata anche da tensioni e proteste, soprattutto a causa della decisione della Consiglio costituzionale di invalidare la candidatura di alcune figure di primo piano delle opposizioni.
Su tutti Ousmane Sonko, leader del partito Pastef il cui arresto l’anno scorso, per delle accuse di violenza sessuale, scatenò una delle maggiori ondate di proteste degli ultimi anni. Negli scontri tra forze dell’ordine e dimostranti hanno perso la vità più di dieci persone.