Alla villa medicea di Seravezza le opere di Francesco Stefanini, artista di respiro internazionale, che Bernardo Bertolucci ha voluto con sé per Segreti, segreti
Con un’ampia antologica espone alla villa medicea di Seravezza Francesco Stefanini, artista di respiro internazionale, che Bernardo Bertolucci ha voluto con sé per le scenografie di Segreti, segreti.
Sessanta quadri di grande formato saranno esposti a Palazzo Mediceo di Seravezza (LU) e rappresentano un viaggio esaustivo nell’opera del Maestro. Ampliata, per numero di opere, rispetto alla personale allestita alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, la mostra Francesco Stefanini. Nel Tempo. Opere 1972-2022 apre una significativa finestra sull’arte contemporanea a Palazzo Mediceo.
Stefanini – classe 1948 – dal 1985 è presente nelle più raffinate collezioni d’arte contemporanea, e dagli anni Novanta inizia la sua consacrazione internazionale con le personali a Tokyo, Zagabria, Salisburgo, Praga, Vienna, Budapest, Mannheim, New York, Pechino, Brisbane, Sarajevo, Buenos Aires, Perth.
Francesco Stefanini. Nel Tempo. Opere 1972 – 2022, a cura di Stefano Cecchetto e Giuseppe Cordoni, organizzata da Costantino Paolicchi e promossa dalla Fondazione Terre Medicee e dal Comune di Seravezza, sarà aperta al pubblico dal 6 agosto al 2 ottobre 2022. La rassegna si avvale, inoltre, del Patrocinio della Regione Toscana e della Provincia di Lucca, ed è realizzata grazie al sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Henraux Spa, Canniccia, 3M, VNE e Nutarelli.
La mostra presenta un percorso cronologico inverso: inizia dalle opere più recenti per correre a ritroso agli anni ’80 e ‘90 e fino agli anni ’70, che segnano l’esordio di Stefanini. Cinquant’anni di ricerca dell’artista caratterizzano questa rassegna che segna, inoltre, un ideale ritorno a casa del maestro versiliese.
Il linguaggio di Stefanini mostra quel sensibile accento di pittura modellata nei rapporti tonali e nei cromatismi sempre ricercati, visibili anche nelle opere più recenti dove il colore e la luce continuano a essere protagonisti della sua ricerca pittorica. Stefanini racconta le pulsazioni di un paesaggio ideale, quasi metafisico, nel quale si svolge l’armonioso dialogo tra natura e pittura: un viaggio nel tempo sospeso e nel pensiero, che si manifesta sulla tela in affascinanti, quanto intensi, bagliori di luce.
Commenta Stefano Cecchetto: “Nei dipinti di Francesco Stefanini, natura e pittura sembrano fatte della stessa materia, perché l’artista che raffigura la realtà riesce sempre a cancellarne il confine visibile, come nel ciclo dei Frammenti con una figurazione rivolta alla poetica dell’infinito, ma anche in quello dei Respiri dove il colore diventa evanescente, quasi un alito vitale di luce. Stefanini applica nella stesura del colore in modo sapiente. In una delicatissima gamma di tinte ‘malinconiche’ che si amalgamano tra loro fino a secernere la luce, l’artista esplora il suo universo visivo dentro alla poetica evanescente di una sintesi figurativa che sembra trascendere dal nulla. La dislocazione del percorso, qui organizzato per ‘stanze’, permette inoltre di sviluppare un circuito a ritroso dentro al quale l’artista presenta il suo lavoro nei differenti decenni. Dalla ricerca iniziale degli anni Settanta che vede la costruzione di immaginarie forme-colore, poi sfociate nell’astrattismo geometrico, fino all’invenzione di quei “contenitori della memoria”, di rara sensibilità metafisica, che daranno seguito alle Architetture alchemiche e alle Steli degli anni Ottanta, è una pittura densa di rapporti coloristici che svela un armonioso dialogo tra lo schema compositivo e le sfumature di luce. La natura si trasforma così nell’ambiente ideale di elaborate fughe prospettiche e suggestivi contrasti di ombre e sfolgorii; nei soggetti e nei paesaggi di Francesco Stefanini si respira il clima di un luogo captato e immediatamente dissolto in pura ricerca espressiva”.
Stefanini, originario di Pietrasanta, vive e lavora a Volpago del Montello (TV) ma periodicamente ritorna in Versilia, dove possedeva una vecchia casa di cavatori a Levigliani sulle Alpi Apuane. Giuseppe Cordoni l’aveva descritta “Da tempo disabitata, scontrosa ed immersa nei suoi secolari silenzi con le sue riserve di luce e di ombra che avvolgono gli oggetti e gli spazi abbandonati”. Qui, a contatto con la severità e l’asprezza dei luoghi, Stefanini ha sviluppato nel corso di molti anni la sua ricerca sulla luce.
Francesco Stefanini ha partecipato a più di novanta esposizioni personali e a oltre trecento collettive. È attivo come pittore fin dagli anni Settanta (al ‘75 risale la sua prima esposizione alla Galleria L’Arco di Como). Nel ‘79 gli viene assegnato un premio acquisito alla 64.a mostra dell’opera Bevilacqua La Masa di Venezia. Nel 1981, alla 66.a edizione, è vincitore del primo premio, con borsa di studio del Comune e l’invito a esporre con una personale al Museo d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro. Gli anni Ottanta aprono un periodo ricco di riconoscimenti: nel 1983 viene segnalato nel catalogo Bolaffi, tra gli artisti dell’anno, per la grafica da Paolo Rizzi e per la pittura da Carlo Munari nel 1985. Nello stesso anno partecipa alla rassegna Mostra della pittura italiana nella Galleria Forni a Tokyo. Espone in importanti gallerie italiane, come: Torbandena di Trieste, Steffanoni di Milano, Ravagnan di Venezia. Nel 1995 alla XLVI Biennale di Venezia, è invitato alla rassegna Memorie e attese, e partecipa all’esposizione Gli artisti conterranei di Marco Polo all’International Art Palace di Pechino. Negli anni 2000 lavora in Giappone per il museo d’Arte Moderna di Shirakawa ed espone con successive mostre a Tokyo, Osaka, Kyoto e Yokohama. Nel 2005 tiene una personale al Kunstverein di Mannheim (Germania). Nel 2009 espone con una personale nel Palazzo Ducale di Urbino, ed è invitato a Oltre il Giardino, alla 12° Biennale di Architettura di Venezia. Nel 2011 è invitato a “150 Artisti per l’Unità d’Italia” al Palazzo Italia di Berlino. Nel 2014 realizza personali alla Rosemarie Bassi Galerie di Remagen in Germania e al Museo Civico della Città di Rovigno (Croazia). È invitato alla rassegna Attorno a Vermeer nella mostra La ragazza con l’orecchino di perla a Bologna. Nel 2015, il Comune di Pietrasanta gli organizza una mostra antologica nella Chiesa di Sant’Agostino, ed espone con una personale nella Galerija Dlum di Maribor (Slovenia). Nel 2018, personali alla Galleria Torbandena di Trieste e al Museo Bailo di Treviso. Nel 2022, antologica alla Fondazione Bevilacqua la Masa di Piazza San Marco a Venezia.
SCHEDA TECNICA
Date: sabato 6 agosto – 2 ottobre 2022
Luogo: Palazzo Mediceo Seravezza (LU).
Mostra a cura di: Stefano Cecchetto e Giuseppe Cordoni
Organizzazione e coordinamento: Costantino Paolicchi
Promossa da: Fondazione Terre Medicee, Comune di Seravezza
Mostra realizzata con il contributo finanziario di: Henraux Spa; Canniccia; 3M; VNE
Sponsor: Fondazione Cassa di Risparmio; Nutarelli
Con il patrocinio di: Patrocinio della Regione Toscana e della Provincia di Lucca
ORARI 6 agosto inaugurazione ore 19.00
Dal 7 agosto al 4 settembre 17-23 | sabato e domenica 10.30-12.30 e 17-23
Dal 5 settembre al 2 ottobre 16-20 | sabato e domenica 10.30-12.30 e 16-20
(ultimo ingresso 30 minuti prima dell’orario di chiusura)
BIGLIETTO
Intero (cumulativo mostra + museo) 7,00 €
Biglietto Famiglia (2 adulti con ragazzi fino a 14 anni) 10,00 €
Ridotto (cumulativo mostra + museo +) 5,00 €
(Persone che abbiano compiuto il 65° anno di età | Ragazzi tra i 14 e i 26 anni | Gruppi di almeno 10 persone | Insegnanti o studenti di ogni ordine o grado, dietro esibizione di un documento | Militari e iscritti ad associazioni combattenti e reduci | Soci FAI | Touring Club Italiano | Ass. Ville Borbone e Dimore Storiche della Versilia | Soci Circolo Sirio Giannini
Omaggio: Studenti e insegnanti delle scuole che prenotano la visita guidata | Bambini al di sotto dei 14 anni | Diversamente abili e accompagnatori | Giornalisti (dietro presentazione di tesserino) | Insegnanti possessori di EDUMUSEI CARD