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Obesità nella sindrome di Bardet-Biedl: arriva setmelanotide

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Obesità dovuta alla sindrome di Bardet-Biedl: l’Fda statunitense ha approvato un’indicazione supplementare per setmelanotide per la gestione cronica del peso

La Food and Drug Administration statunitense ha approvato un’indicazione supplementare per setmelanotide per la gestione cronica del peso corporeo negli adulti e nei pazienti pediatrici di età pari o superiore a 6 anni con obesità dovuta alla sindrome di Bardet-Biedl.

La sindrome di Bardet-Biedl (BBS) è una malattia genetica pleiotropica (quando uno stesso gene manifesta più effetti fenotipici distinti), una ciliopatia (malfunzionamento di alcune strutture cellulari denominate cilia) che può colpire molti organi e colpisce circa 1.500-2.500 persone negli Stati Uniti. Le principali caratteristiche cliniche sono una distrofia retinica da anomalia dei coni e dei bastoncelli con perdita della vista a esordio infantile preceduta da cecità notturna, polidattilia postassiale, obesità del tronco che si manifesta durante l’infanzia e rimane problematica in età adulta, specifiche difficoltà di apprendimento in alcuni soggetti, ipogenitalismo maschile e complesse malformazioni urogenitali femminili e disfunzione renale, una delle principali cause di morbidità e mortalità.

«È importante capire che l’obesità grave e precoce e la fame patologica che affliggono molte persone che convivono con la BBS possono essere debilitanti, soprattutto se si considera l’impatto sulle famiglie della continua ricerca di cibo» ha affermato Timothy Ogden, presidente della BBS Foundation and Family Association. «Le sfide nella gestione del peso e della fame hanno effetti drammaticamente negativi sulla salute, sul benessere e sulla qualità della vita dei pazienti e siamo finalmente entusiasti di avere una nuova opzione di trattamento per affrontare questo significativo bisogno insoddisfatto».

Una nuova indicazione per il farmaco
Setmelanotide è un agonista del recettore della melanocortina-4 (MC4R) ed è la prima terapia approvata dalla Fda per la BBS, che altera un segnale legato all’appetito lungo la via del recettore della melanocortina-4 (MC4R) e provoca una fame insaziabile (iperfagia). Ha ricevuto la priority review, la designazione di farmaco orfano e di terapia rivoluzionaria per questa nuova indicazione.

Nel novembre 2020 la Fda aveva approvato setmelanotide per la gestione del peso in adulti e bambini a partire dall’età di 6 anni con obesità dovuta alla carenza di proopiomelanocortina (POMC), proproteina convertasi subtilisina/kexina di tipo 1 (PCSK1) o del recettore della leptina (LEPR) confermate da test genetici, altre condizioni che comportano una ridotta segnalazione del senso di fame dal cervello.

«Questa approvazione segna un traguardo importante per l’intera comunità interessata dalla BBS, che non aspettava altro che la disponibilità una terapia in grado di trattare l’iperfagia e l’obesità grave, che influiscono in modo significativo sulla vita quotidiana dei pazienti che convivono con questa sindrome» ha commentato Robert Haws, un esperto di BBS ed ex direttore del Center of Excellence for Bardet-Biedl Syndrome presso il Marshfield Clinic Research Institute nel Wisconsin. «Il farmaco ha consentito riduzioni significative del peso e della fame nei pazienti e ha fornito a questa comunità un’opzione terapeutica tanto necessaria e la prima in assoluto».

Sicurezza ed efficacia confermate su 44 pazienti
La sicurezza e l’efficacia di setmelanotide sono state valutate in uno studio clinico di fase III della durata di 66 settimane, che ha arruolato 44 pazienti di età pari o superiore a 6 anni con diagnosi di BBS e obesità, definita da un indice di massa corporea (BMI) ≥ 30 kg/m2 o ≥ 97° percentile per i pazienti pediatrici.

Dopo un periodo di trattamento iniziale di 14 settimane, randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo, i pazienti sono entrati in un periodo in aperto di 52 settimane. Lo studio ha raggiunto l’endpoint primario e tutti gli endpoint secondari chiave, con riduzioni statisticamente significative del peso e della fame dopo 52 settimane di terapia.

Al termine dello studio i pazienti trattati con setmelanotide hanno perso in media il 7,9% del loro BMI iniziale. Il 61% dei partecipanti ha perso almeno il 5% del proprio BMI iniziale e il 39% almeno il 10%.

Nelle 14 settimane di trattamento controllato con placebo il BMI si è ridotto in media del 4,6% nei 22 pazienti trattati con il farmaco e dello 0,1% nei 22 pazienti sottoposti al placebo. Dopo 52 settimane, i 14 pazienti di almeno 12 anni di età che sono stati in grado di auto-riportare il grado del loro appetito hanno mostrato una riduzione media significativa del punteggio della fame, pari a 2,1 punti.

In termini di sicurezza e tollerabilità la terapia è associata a erezioni spontanee del pene nei maschi e reazioni avverse sessuali nelle femmine, depressione e ideazione suicidaria, pigmentazione cutanea e scurimento dei nevi preesistenti.
Le reazioni avverse più comuni (con un’incidenza ≥ 20%) includevano iperpigmentazione cutanea, reazioni nel sito di iniezione, nausea, cefalea, diarrea, dolore addominale, vomito, depressione ed erezione spontanea del pene.

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