Imparare a lasciar andare: come superare il passato e vivere il presente


Perché rimaniamo bloccati nel passato? Quali sono le cause? Quali sono le conseguenze del non riuscire a lasciar andare? Le risposte degli psicologi

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Perché rimaniamo bloccati nel passato? Quali sono le cause? Quali sono le conseguenze del non riuscire a lasciar andare? Questo atteggiamento può causare disturbi a livello psicologico ed emotivo? Ci sono soggetti più predisposti a rimanere intrappolati nel passato?

Gli esperti di Guidapsicologi.it, spiegano come lasciar andare non significa dimenticare, ma tutto il contrario. Ciò che è auspicabile, infatti, è riuscire a fare sì che la memoria ci accompagni nel modo più adattivo possibile, trasformandola in un altro strumento che ci permetta di comunicare efficacemente con il mondo che ci circonda, accettando questa memoria come parte della nostra vita e della nostra storia. Le cause soggiacenti al vivere nel passato sono sempre correlate a una risoluzione insoddisfacente di un evento più o meno traumatico, però esistono varie soluzioni che permettono di lasciarsi alle spalle il passato per vivere il presente in modo pieno, positivo e arricchente.

Perché rimaniamo bloccati nel passato? Quali sono le cause?

Quando parliamo di rimanere bloccati nel passato, possiamo intenderlo da due punti di vista: un punto di vista più conscio, che ha a che fare con la memoria, e un punto di vista inconscio, che ha a che fare con la ripetizione di determinati comportamenti.

Nel caso della memoria, di solito accade che una certa circostanza della nostra vita che non siamo stati in grado di gestire correttamente, ma di cui siamo molto consapevoli, appare nella nostra quotidianità per cercare di condurci a una soluzione, a una ristrutturazione di questa memoria che ci permette di capire la causa dell’emozione che questa esperienza ha generato e ci fornisce la possibilità di attribuire un significato diverso a tale esperienza o avvenimento.

Il caso della ripetizione è invece più complesso, poiché avviene a livello inconscio, si fonda su quei ricordi che sono nella memoria ma non ci permettiamo di ricordare proprio a causa del dolore che generano in noi. Tali ricordi ritornano sotto forma di ripetizione di comportamenti, ed è allora che siamo sorpresi da espressioni del tipo “Perché mi succede sempre così?”. Questo avviene perché non abbiamo ancora risolto una situazione in sospeso, e il nostro apparato psichico ci sta dando l’opportunità di risignificarla, dandole un’altra lettura, un altro significato appunto. La causa del vivere nel passato è sempre legata alla risoluzione insoddisfacente di un evento più o meno traumatico.

Quali sono le conseguenze del vivere nel passato: disturbi a livello psicologico/emotivo

In tutti i casi provoca disagio ad entrambi i livelli. Che questo disagio diventi un disturbo avrà a che fare con la gravità del fatto che stiamo ricordando o ripetendo, e con le nostre possibilità di gestirlo a livello emotivo. A volte, grazie a un ragionevole periodo di tempo che non è accompagnato da un’intensa sofferenza, ci offre la possibilità di ristrutturare cognitivamente (risignificare) ciò che è accaduto, permettendoci così di avanzare nella nostra crescita personale.

In generale, più a lungo rimaniamo bloccati nel passato, più è probabile che sviluppiamo un disturbo. In generale i disturbi associati a questa situazione ripetitiva sono quelli dello spettro depressivo, anche se è normale riscontrare anche sintomi di ansia causati dallo stress generato dallo sforzo di evasione da quel passato che ci interpella direttamente o indirettamente.

Lasciar andare è dimenticare?

Per niente e anzi il contrario. Ricordare è infatti una condizione necessaria per superare queste situazioni, ma deve essere fatto con uno scopo e una guida. Dobbiamo posizionarci in un diverso luogo di osservazione rispetto al solito, che ci consenta di vedere quella memoria da un’altra angolazione, costruire un nuovo significato e generare un apprendimento innovativo che sia in grado di metterci in condizione di accettare ciò che è accaduto senza il giudizio di valore che di solito lo accompagna, liberandolo dal peso a cui viene storicamente associato.

Più che lasciar andare o dimenticare, ciò che è auspicabile è garantire che la memoria ci accompagni nel modo più adattivo possibile, e con questo si intende trasformarla in uno strumento in più che ci permetta di comunicare efficacemente con il mondo che ci circonda, accettando questa memoria come parte della nostra vita e della nostra storia.

Ci sono soggetti maggiormente predisposti a rimanere intrappolati nel passato?

Ci sono persone in cui convergono una serie di fattori che le rendono più inclini alla stagnazione. Questi fattori sono di vario genere, che vanno dalla genetica, alla storia della vita, al modo in cui questa persona ha imparato a gestire le proprie emozioni o gli eventi traumatici che potrebbe aver subito e la sua capacità di recupero.

Da qui la necessità di essere attenti a noi stessi, non solo in relazione a ciò che avviene a livello fisico, ma anche a questi processi interni e profondi, per rilevarli per tempo e poter agire per cambiare stato il prima possibile.

Consigli per lasciarsi alle spalle il passato per vivere il presente

  • Accettazione: il passato è passato. non può che essere cambiato dal presente ridisegnandolo.

  • Cura personale: fisica e psicologica, per mantenerci sani e motivati ​​ogni giorno, senza mai trascurare il nostro benessere e le nostre necessità.

  • Imparare: impegnarsi in nuove attività che ci sfidano ci avvicina al presente. L’apprendimento offre un contatto quotidiano è necessario con il presente, e ci inserisce in un processo di crescita continua e miglioramento personale, che contribuisce a lasciar andare ciò che rappresenta un ostacolo per concentrarci nel qui e ora.

  • Mindfulness: questa tecnica di sviluppo della consapevolezza o meditazione ci insegna ad ancorarci al presente e promuove uno stato generale di benessere. Insieme a questa tecnica, ve ne sono altre che possono svolgere una funzione affine, come ad esempio praticare yoga.

  • Consulta un professionista: nel caso in cui ci si renda conto che il lavoro da fare a livello mentale ed emotivo sia un carico troppo grande da sostenere e gestire da soli, non bisogna esitare a consultare un professionista. Sarà in grado di fornire gli strumenti necessari per raggiungere gli obiettivi.