Una revisione della letteratura pubblicata su Digestive Disease ha fatto il punto sul dolore connesso alle patologie gastrointestinali che in alcuni casi può creare confusione
La prevalenza di reflusso gastroesofageo, dispepsia funzionale, sindrome dell’intestino irritabile, pancreatite cronica e malattie infiammatorie croniche intestinali è in aumento, ad eccezione della prevalenza di gastrite cronica e ulcera peptica, che stanno diminuendo. Una revisione della letteratura pubblicata su Digestive Disease ha fatto il punto sul dolore connesso a queste patologie che in alcuni casi è specifico, in altri può creare non poca confusione.
Il dolore addominale è un sintomo comune all’esame gastroenterologico e viene definito cronico quando è presente da più di 3 mesi. È una problematica presente in tante patologie dell’apparato gastrointestinale. Abbiamo riassunto quanto trattato nell’articolo di Digestive Disease sulle problematiche più diffuse.
La malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) è una delle malattie gastrointestinali più comuni incontrate sia dai gastroenterologi ma anche dai medici di medicina generale. La GERD è solitamente una malattia cronica che si presenta con una serie di sintomi, tra cui bruciore di stomaco e/o rigurgito e, meno comunemente, dolore epigastrico.
La dispepsia funzionale (FD) è divisa in sindrome del dolore epigastrico (EPS) e sindrome da distress postprandiale (PDS). Il dolore nell’EPS è localizzato nella parte superiore dello stomaco e non è correlato ai pasti.
La sindrome del dolore epigastrico è caratterizzata da dolore epigastrico e/o bruciore che non si verifica necessariamente dopo l’ingestione dei pasti; può verificarsi durante il digiuno e può anche essere migliorato con l’ingestione dei pasti.
La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) implica dolore correlato alla defecazione; il dolore è fondamentale per fare la diagnosi di IBS ed è necessario che la frequenza del dolore addominale sia presente almeno 1 giorno alla settimana negli ultimi 3 mesi. Il dolore deve essere cronico e durare almeno 6 mesi.
Il dolore addominale può essere un sintomo comune delle malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD) ed è tipicamente presente in circa il 50-70% dei pazienti con con esacerbazione di IBD.
Il dolore può insorgere attraverso diversi meccanismi, tra cui grave infiammazione intestinale, distensione intestinale, ostruzione intestinale e/o ascessi. Durante la ricaduta della malattia, la maggior parte dei pazienti sperimenta dolore addominale dovuto all’infiammazione attiva e migliora gradualmente man mano che l’attività della malattia diminuisce. Il dolore è una delle manifestazioni più tipiche dell’infiammazione, dovuta a citochine infiammatorie e mediatori che sensibilizzano i neuroni afferenti primari.
Secondo diversi studi, circa il 20% dei pazienti con IBD in remissione clinica ed endoscopica continua a manifestare sintomi significativi, incluso il dolore addominale. L’evidenza attuale suggerisce che l’elaborazione del dolore e l’attivazione delle vie sensoriali sono modulate da diversi fattori, tra cui l’infiammazione, nonché fattori cognitivi ed emozioni.
Il dolore epigastrico è un sintomo comune della gastrite cronica; la prevalenza della gastrite cronica diminuisce con la diminuzione della prevalenza dell’infezione da H. pylori che sappiamo essere collegato a ulcera peptica, cancro gastrico etc.
Il dolore da ulcera è scarsamente correlato alla presenza o alla gravità dell’ulcerazione. Alcuni pazienti hanno dolore persistente anche dopo la guarigione dell’ulcera con i farmaci. In molti pazienti, l’ulcera peptica è completamente asintomatica.
Le ulcere duodenali tendono a causare dolore addominale che è localizzato nella regione epigastrica e inizia diverse ore dopo aver mangiato, spesso di notte. Il dolore dell’ulcera gastrica, invece, si verifica immediatamente dopo aver mangiato e il consumo di cibo aumenta il dolore. Il dolore è localizzato nell’epigastrio e può irradiarsi alla schiena.
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Un sintomo tipico della pancreatite cronica è il dolore che si irradia alla schiena, ma i pazienti possono avere sintomi derivati dall’insufficienza pancreatica esocrina e diabete mellito. Tuttavia, la durata della malattia è il fattore di rischio eziologico più importante per l’insufficienza endocrina.
Gli interventi terapeutici per la PC includono cambiamenti nello stile di vita tra cui la cessazione dell’alcol e del tabacco. Gli individui con ostruzioni del dotto pancreatico dovute a calcoli o stenosi possono sottoporsi a colangiopancreatografia terapeutica endoscopica retrograda con sfinterotomia pancreatica come procedura decompressiva, con rimozione dei calcoli o dilatazione della stenosi o stenting del dotto pancreatico.
Il trattamento con antiossidanti può provocare un sollievo dal dolore a lungo termine mentre gli oppiacei possono essere usati solo per alleviare il dolore in soggetti in cui sono stati esauriti altri approcci terapeutici.
In conclusione, il dolore può manifestarsi in luoghi diversi con intensità e propagazione diverse ed è spesso associato ad altri sintomi. Come sottolineano gli autori, per qualsiasi gastroenterologo il dolore addominale è una grande sfida.