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Nuove speranze di cura per il tumore al colon retto metastatico HER2+

Tumore al colon: benefici dall'impiego di farmaci mirati ai sistemi di risposta al danno del DNA che nelle cellule tumorali in parte risultano difettosi

Tumore al colon retto metastatico HER2+: secondo nuovi studi la combinazione tucatinib-trastuzumab è promettente nei pazienti già trattati

Nella sessione orale del Congresso ESMO sui tumori gastrointestinali, in corso a Barcellona, sono stati presentati i risultati dello studio registrativo MOUNTAINEER che dimostra come tucatinib, in combinazione con trastuzumab, abbia un’attività antitumorale clinicamente significativa nel tumore del colon-retto metastatico HER2-positivo, già trattato in precedenza.

«I pazienti con carcinoma del colon-retto metastatico HER2-positivo refrattario alla chemioterapia ottengono un beneficio clinico limitato con le terapie attualmente disponibili», ha dichiarato John H. Strickler, Professore Associato di Medicina della Duke University School of Medicine e sperimentatore principale dello studio. «Grazie alle risposte durature e al suo favorevole profilo di tollerabilità nei pazienti pesantemente pretrattati, tucatinib in combinazione con trastuzumab ha il potenziale per rappresentare una nuova opzione terapeutica per il carcinoma del colon retto metastatico HER2-positivo, già trattato in precedenza».

«Questo studio ha dimostrato i benefici della doppia inibizione di HER2 con tucatinib e trastuzumab in pazienti con carcinoma del colon-retto metastatico HER2-positivo, compresi molti il cui tumore si era già diffuso al fegato o ai polmoni prima di entrare nello studio», ha dichiarato Roger Dansey, CEO ad interim e Chief Medical Officer di Seagen. «Riteniamo che questa combinazione senza chemioterapia possa svolgere un ruolo importante nel rispondere alle esigenze insoddisfatte dei pazienti affetti da questa malattia».

Con una durata mediana del follow-up di 20,7 mesi (intervallo inter quartile: 11,7, 39,0), i risultati dello studio MOUNTAINEER hanno mostrato un tasso di risposta obiettiva confermata (cORR) del 38,1% (intervallo di confidenza [IC] al 95% 27,7-49,3), valutato mediante una revisione centralizzata indipendente in cieco (BICR) in pazienti HER2-positivi assegnati al trattamento con tucatinib in combinazione con trastuzumab (84 pazienti con un’età mediana di 55,0 anni [range: 24-77]).

In questi pazienti, la mediana della durata della risposta (DoR), valutata mediante BICR, è risultata di 12,4 mesi (95% CI: 8,5, 20,5). La sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana valutata mediante BICR è risultata di 8,2 mesi (IC al 95% 4,2-10,3) e la sopravvivenza globale (OS) mediana di 24,1 mesi (IC al 95% 20,3-36,7). I pazienti avevano erano già stati trattati con una mediana di 3,0 linee precedenti di terapia sistemica (range: 1-6). All’ingresso nello studio, il 64,3% di questi pazienti aveva metastasi epatiche e il 70,2% metastasi polmonari.

In una coorte di pazienti (30) trattati con tucatinib in monoterapia, l’ORR a 12 settimane valutato mediante BICR è risultato del 3,3% (IC al 95% 0,1-17,2) e il tasso di controllo della malattia è risultato dell’80,0%. I partecipanti che non hanno risposto alla monoterapia con tucatinib entro 12 settimane o sono progrediti in qualsiasi momento hanno avuto la possibilità di ricevere la combinazione di tucatinib e trastuzumab.

Gli eventi avversi più comuni (quelli con un’incidenza almeno del 20%) legati al trattamento nei pazienti (86) trattati con tucatinib e trastuzumab sono stati diarrea (di grado 1 o 2: 60,5%; di grado 3: 3,5%), affaticamento (di grado 1 o 2: 41,9%; di grado 3: 2,3%), nausea (di grado 1 o 2: 34,9%) e reazioni correlate all’infusione (di grado 1 o 2: 20,9%). L’evento avverso di grado ≥ 3 più comune è stato l’ipertensione (grado 3: 7,0%). Nel 5,8% dei pazienti si sono manifestati eventi avversi che hanno portato all’interruzione del trattamento, mentre non si sono registrati decessi dovuti a eventi avversi.

I dati di questo studio costituiranno la base per la presentazione alla Food and Drug Administration di una domanda di ampliamento delle indicazioni di tucatinib, nell’ambito del programma di approvazione accelerata.

Lo studio MOUNTAINEER
MOUNTAINEER è uno studio multicentrico di fase 2, randomizzato, in aperto, condotto negli Stati Uniti e in Europa, in cui si è valutato tucatinib in combinazione con trastuzumab o come agente singolo, in un campione di 117 pazienti con carcinoma del colon-retto metastatico o non resecabile, HER2-positivo, già trattato con terapie standard.

Il trial è partito inizialmente negli Stati Uniti come studio sponsorizzato dagli sperimentatori e inizialmente consisteva in una singola coorte (Coorte A) di pazienti, che sono stati trattati con tucatinib (300 mg) due volte al giorno per via orale, in combinazione con trastuzumab per via endovenosa (8 mg/kg come dose di carico, poi 6 mg/kg ogni 3 settimane). In un secondo momento il trial è stato ampliato su scala internazionale, in modo da includere anche pazienti assegnati al trattamento con tucatinib più trastuzumab (Coorte B) o tucatinib in monoterapia (Coorte C).

L’endpoint primario dello studio è l’ORR confermato, valutato mediante BICR secondo i criteri RECIST (Response Evaluation Criteria in Solid Tumors) versione 1.1 nei pazienti trattati con la combinazione di tucatinib e trastuzumab (Coorti A e B). La DoR, la PFS, l’OS e la sicurezza e tollerabilità della combinazione dei due farmaci sono, invece, obiettivi secondari.

Bibliografia
J. Strickler, et al. MOUNTAINEER: Open-label, phase 2 study of tucatinib in combination with trastuzumab for HER2-positive metastatic colorectal cancer (SGNTUC-017). ESMO GI 2022; abstract LBA-2.

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