Sea The Change è stata fondata da tre neolaureati in Economia a Rimini: una piattaforma per la tutela del mare e la lotta ai cambiamenti climatici
L’idea, nata dopo la conclusione del percorso di studi comune in Economia Ambientale alla sede di Rimini dell’Università di Bologna, è quella di aumentare la consapevolezza dell’impatto turistico sugli ecosistemi marini.
Si rivolge al singolo turista, ma anche alle aziende del settore, la startup Sea the Change, che sta partecipando al percorso di crescita e accelerazione alle Serre di ART-ER.
Che cos’è?
Sea the Change è una piattaforma in cui gli utenti possono contribuire all’avvio di progetti sostenibili che riguardano il mare: ripulire il Mare Adriatico dalla plastica, o compensare la CO2 emessa durante le vacanza, oppure contribuire alla salvaguardia della Poseidonia nel mare davanti a Barcellona.
Il team
Loro sono Luca Barani, economista ambientale, Alberto Carpanese, laurea in Economia internazionale, Francesco Suzzi, laurea magistrale in Economia e Sviluppo Sostenibile. Si sono incontrati ad un anno dalla fine degli studi e hanno deciso di avviare il progetto.
Come funziona
Iscrivendosi alla piattaforma Sea the Change, gli utenti scelgono quale progetto sostenere (gli investimenti partono da 7,50 euro) e ricevono subito un Certificato di sostenibilità, geolocalizzato, che possono condividere e divulgare, ad esempio, sul proprio profilo social.
Grazie alla raccolta fondi e ad accordi presi con imprese locali verranno organizzate giornate dedicate al recupero della plastica con uscite in mare e, anche questo momento, sarà condiviso con i sostenitori con foto, video e materiali che potranno essere condivisi e diffusi.
Sea the Change è una piattaforma che vuole rendere i turisti maggiormente consapevoli dell’impatto ambientale dell’industria del turismo e dell’impronta ecologica delle proprie vacanze.
Non a caso la startup, che si è appena costituita, è già pienamente operativa proprio per sensibilizzare i turisti e gli operatori, nel momento clou della stagione estiva.
Inoltre offre anche percorsi di sostenibilità alle aziende che vogliono rendersi protagoniste della tutela dei mari e di supportarle nella lotta ai cambiamenti climatici.
Sea the Change consente alle imprese del settore turistico di ampliare il proprio set di servizi in chiave di sostenibilità ed avviare un concreto percorso di transizione ecologica verso la riduzione dell’impatto ambientale.
Un’idea che coniuga Blue Economy, perchè per la prima volta dei privati possono investire in questo settore, turismo esperienziale e sostenibilità, per una Riviera che sempre di più deve affrontare il problema della transizione ecologica dell’industria turistica, responsabile a livello globale dell’8% delle emissioni.
Da un’indagine di Booking del 2018 l’87% dei turisti ha dichiarato di voler viaggiare in maniera più sostenibile: il mercato è in crescita e il settore della Blue Economy è destinato a valere più di 3 miliardi di dollari entro il 2030.