I risultati di uno studio coordinato da ricercatori italiani hanno dimostrato che abbassare il livello del colesterolo aiuta anche a ridurre il rischio di tumore alla prostata
I dati ottenuti in un recente studio italiano sono in accordo con le più accreditate indicazioni nutrizionali che spingono a ridurre il livello del colesterolo nel sangue, grazie a una dieta basata sui vegetali. Oltre ad abbassare il proprio rischio di ammalarsi di malattie cardiovascolari, gli uomini che seguono un’alimentazione che diminuisce il colesterolo nel sangue vedono infatti anche ridursi le probabilità di sviluppare il cancro alla prostata. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Food & Function.
I risultati di alcuni studi precedenti avevano già suggerito un ruolo del colesterolo e dei suoi metaboliti nello sviluppo e nella progressione del cancro alla prostata, ma i dati ottenuti in indagini sulle abitudini alimentari non avevano confermato la correlazione. Tuttavia, nella maggior parte dei casi si era notato che gli uomini con un’alimentazione ricca di acidi grassi saturi o monoinsaturi, ricca in prodotti derivati da animali e in colesterolo, hanno un rischio aumentato di cancro. Abbassare i livelli di colesterolo è possibile, non solo attraverso l’uso di farmaci, ma anche agendo sulle abitudini a tavola, aumentando, per esempio, l’apporto di vegetali e di frutta secca.
In questo studio i ricercatori hanno sviluppato un sistema di punteggio con cui valutare quanto i soggetti reclutati fossero capaci di aderire a una dieta, per poi analizzare l’associazione di tale dieta con il rischio di cancro alla prostata. Il punteggio è stato calcolato prendendo in considerazione sette indicatori alimentari noti proprio per abbassare il colesterolo, a ognuno dei quali è stato assegnato un punto. Si trattava del consumo elevato di fibre alimentari viscose, di acidi grassi monoinsaturi, di legumi e di olio di semi e di mais (che contengono fitosteroli), dell’assunzione di alimenti a basso indice glicemico e di un consumo ridotto di acidi grassi saturi e colesterolo alimentare.
Recuperando i dati di uno studio condotto tra il 1991 e il 2002, sono stati analizzati i casi di 1.010 pazienti tra i 46 e i 74 anni colpiti da carcinoma prostatico e 1.223 controlli, cioè persone della stessa età ricoverate presso gli stessi ospedali, ma per ragioni diverse da un tumore.
Sono state così raccolte tutte le informazioni necessarie allo studio, incluse quelle in merito alla presenza di un cancro in famiglia o all’abitudine al fumo. Tramite un questionario specifico sono state ricavate le abitudini alimentari relative ai due anni precedenti. In questo modo i partecipanti potevano annotare la frequenza media e la quantità consumata di ciascun alimento.
Oltre il 60 per cento dei partecipanti, sia tra quelli con un tumore sia tra quelli senza, ha seguito abbastanza bene le indicazioni alimentari per abbassare il colesterolo (ottenendo un punteggio compreso tra 3 e 4, su un massimo di 7). Il 18,5 per cento dei pazienti e il 23 per cento dei controlli ha raggiunto un punteggio compreso tra 5 e 7, mentre il 18,9 e il 13,6 per cento, rispettivamente, hanno ottenuto un punteggio compreso tra 0 e 2. Analizzando i dati, i ricercatori hanno verificato che più l’aderenza alla dieta aumentava, più il rischio di sviluppare un cancro alla prostata diminuiva. Nello specifico, rispetto a quelli con un punteggio compreso tra 0 e 2, gli uomini che avevano totalizzato tra i 3 e i 4 punti avevano un rischio più basso del 32 per cento, mentre per quelli che ne avevano totalizzati tra 5 e 7 il rischio quasi si dimezzava, riducendosi del 43 per cento.
Per gli autori, il fatto che un punteggio alto si associ a una riduzione del rischio di cancro alla prostata rafforza il valore delle linee guida che incentivano la riduzione del colesterolo. “Questo è un risultato rilevante, considerando che gli uomini a rischio di sviluppare il cancro alla prostata hanno anche un alto rischio di sviluppare malattie cardiovascolari” affermano.