I vini dei Marchesi Malaspina di Bobbio festeggiano 250 anni


I Marchesi Malaspina di Bobbio hanno celebrato i 250 anni della loro cantina con un evento pubblico: i possedimenti nel pavese e nel piacentino

marchesi malaspina

I Marchesi Malaspina di Bobbio hanno celebrato i 250 anni della loro cantina con un evento pubblico che ha visto un momento musicale in corte, il taglio della torta e un riconoscimento per tutti i collaboratori “Asse portante di tutte le imprese”, così come li ha definiti il Marchese Obizzo Malaspina, a capo dell’azienda.

Questa antica famiglia ha una storia millenaria con possedimenti agricoli, ancora oggi, sia nel pavese che nel piacentino. “A Piacenza – spiega Obizzo – i nostri terreni sono tutti in collina e in montagna e viviamo le difficoltà dell’agricoltura di queste zone, con basse rese e una fauna selvatica fuori controllo. Anni fa avevamo la volpe e la poiana che minacciavano il pollaio, oggi ci confrontiamo con tutto, compresi i cinghiali che mangiano l’uva e i cervi e i daini che distruggono i boschi ripiantati. Quest’anno, poi, il problema dei problemi è la siccità. I vigneti nuovi hanno l’impianto d’irrigazione a goccia ed è quello che permette di preservare almeno le piante. Più di così non possiamo fare, siamo tra gli ultimi a resistere con le aziende in montagna”.

L’azienda produce Cabernet, Merlot e Pinot nero. Poi i bianchi Ortrugo, Trebbiano e Pinot grigio. Di questo, vale una menzione “Otbertus”, lo spumante metodo classico “Dedicato al nostro capostipite vissuto mille anni fa – sottolinea il Marchese -. Oggi a condurre l’azienda è mio figlio Currado, io mi limito a dare consigli sulla base della lunga esperienza e  l’evento che abbiamo organizzato vuole anche essere un messaggio per le nuove generazioni: affinché, forti del passato, non si limitino a ricordarlo ma si impegnino per portare avanti realtà che racchiudono la storia della famiglia e anche la storia del Paese e lo facciano con senso di responsabilità, ma anche con l’entusiasmo e la capacità di innovare, che sono poi le  caratteristiche dei giovani”.

Recenti studi paiono attestare che il ponte sullo sfondo della Gioconda, il dipinto più famoso al mondo, sia quello di Bobbio, così come lo si vede dai possedimenti dei Marchesi Malaspina, che proprio nel loro castello di Bobbio ospitarono Leonardo Da Vinci e un filo comune unisce il Genio ai vitigni dell’azienda perché nella sua Villa di Milano, oggi Villa degli Atellani, sono state ritrovate tracce del vitigno di Malvasia di Candia aromatica che già ai tempi caratterizzava queste produzioni.

“Siamo orgogliosi di poter annoverare imprese come questa tra le nostre associate – ha detto Filippo Gasparini, presidente di Confagricoltura Piacenza, che ha preso parte alla cerimonia – ricche di storia, quindi di passato, ma anche proiettate al futuro. Due secoli e mezzo di tenacia, saper fare, solidità e produttività: valori in cui, come Confagricoltura Piacenza, crediamo fortemente. Attestano una professionalità che unisce la tradizione all’innovazione, perché l’agricoltura di oggi è completamente diversa anche solo rispetto a cinquant’anni fa, figuriamoci se andiamo a ritroso nei secoli. Non solo stabilità, dunque, ma anche capacità di stare al passo con i tempi. Il settore del vino, in particolare, si è enormemente trasformato rispetto al passato. Più di altri ha saputo promuovere la propria immagine ridefinendo il concetto di bere da un atto di alimentazione necessario a un momento di convivialità, quindi di piacere, agganciandolo a tutte le idee positive che evoca l’esperienza di degustazione e legandosi inscindibilmente alla bellezza dei territori di produzione. Questa realtà, con le antiche vestigia e la storia centenaria, dimostra oggi di aver compiuto tutto il percorso e di guardare al futuro”.