Uno studio pubblicato su “Lancet” evidenza che non ci sono benefici dal consumo di vino rosso per chi ha tra i 15 e i 39 anni, mentre negli over 40 può ridurre il rischio di ictus, diabete e cardiopatia ischemica
I rischi per la salute associati al consumo moderato di alcol continuano a essere dibattuti in tutto il mondo. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica ‘Lancet’ individua, però, una linea di demarcazione legata all’età. Secondo l’analisi, infatti, chi ha meno di 40 anni inizia a rischiare la propria salute se consuma più di due cucchiaini di vino o due cucchiai e mezzo di birra al giorno.
IL RAPPORTO TRA ETÀ E CONSUMO DI ALCOLICI
Lo studio, finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation, evidenzia infatti che per i giovani adulti di età compresa tra i 15 e i 39 anni non ci sono benefici per la salute associati al consumo di alcolici ma solo rischi. Discorso diverso, invece, per gli over 40 senza problemi di salute. Secondo lo studio, infatti, per questi ultimi consumare quotidianamente uno o due bicchieri di vino rosso potrebbe addirittura offrire dei benefici per la salute come la riduzione del rischio di ictus, di diabete e di cardiopatia ischemica.
L’analisi è parte del più ampio studio Global Burden of Disease 2020 che mira a comprendere le mutevoli sfide sanitarie in tutto il mondo. Nella revisione più recente dello studio sono stati presi in considerazione 204 Paesi e territori con dati che vanno dal 1990 al 2020. Il consumo di alcol è stato analizzato in 21 regioni in uomini e donne di età compresa tra 15 e 95 anni.
GLI UOMINI RISCHIANO DI PIÙ
Ventidue gli indicatori individuati per analizzare i rischi correlati al consumo di alcol tra cui tumori, malattie cardiovascolari e incidenti. L’analisi mette in evidenza come ad essere più a rischio siano soprattutto gli uomini: il sesso maschile costituisce, infatti, il 76,9% della popolazione che ha consumato quantità dannose di alcol nel 2020. Un abuso particolarmente concentrato nei maschi di età compresa tra 15 e 39 anni, principalmente in Australia, Asia, Europa occidentale e Europa centrale. “Questi risultati- scrivono i ricercatori- evidenziano la necessità di linee guida su misura che scoraggino il consumo di alcol tra i giovani, nonché politiche e interventi per il controllo dell’alcol rivolti soprattutto ai giovani maschi”.
In conclusione secondo lo studio “il rapporto tra consumo moderato di alcol e salute è complesso e ha sollevato molte polemiche nella letteratura scientifica. Dato che le prove disponibili suggeriscono che bassi livelli di consumo di alcol sono associati a un minor rischio di esiti di alcune malattie e un aumento del rischio di altre, le raccomandazioni sul consumo di alcol – evidenziano gli autori come riferisce la Dire (www.dire.it) – dovrebbero tenere conto dell’intero profilo epidemiologico che include i tassi di base della malattia all’interno delle popolazioni. I risultati di questo studi o- concludono – supportano lo sviluppo di linee guida e raccomandazioni su misura sul consumo di alcol per età e tra regioni e sottolineano che le attuali soglie di basso consumo sono troppo alte per le popolazioni più giovani in tutte le regioni”.