Sclerosi sistemica: nuovi dati positivi su brodalumab


Sono positivi i risultati di uno studio di fase 3 sull’impiego di brodalumab in pazienti con sclerosi sistemica con ispessimento cutaneo di grado moderato-severo

Sclerosi sistemica: una metanalisi avvalora l'efficacia e la sicurezza di rituximab nel trattamento di questa patologia

Nel corso del recente Congresso EULAR sono stati presentati i risultati di uno studio di fase 3 dai quali è emersa l’efficacia e la sicurezza d’impiego di brodalumab, anticorpo monoclonale totalmente umano e diretto contro il recettore A di IL-17  somministrato sottocute, in pazienti con sclerosi sistemica con ispessimento cutaneo di grado moderato-severo.

Nello specifico. Il trattamento con brodalumab ha determinato un miglioramento statisticamente significativo, a 24 settimane,  del punteggio cutaneo modificato di Rodnan (mRSS) – un indice che misura la severità di malattia cutanea, utilizzato spesso (come in questo caso) come outcome primario del trial. Inoltre, l’anticorpo monoclonale si è anche dimostrato in grado di indurre un miglioramento rapido e sostenuto di questo punteggio ad un anno, nonché di migliorare o prevenire il peggioramento di alcuni endpoint secondari rispetto al placebo.

Informazioni su brodalumab e disegno dello studio
Brodalumab è un anticorpo monoclonale diretto contro il recettore A di IL-17. Il farmaco è disponibile ormai da due anni anche nel nostro Paese, rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale, per il trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave.

Uno studio di fase 1, a braccio singolo e in aperto, condotto dalla stessa equipe di ricerca, aveva suggerito la capacità di questo farmaco di migliorare la sclerosi cutanea nei pazienti con SSc, in ragione dei suoi effetti diretti presunti sui fibroblasti e dei suoi effetti indiretti legati ad un presunto impatto su sottogruppi di cellule B e T.

Questi risultati hanno suggerito l’implementazione di un trial clinico di fase 3 multicentrico, randomizzato e controllato vs. placebo, in doppio cieco, per valutare l’efficacia e la sicurezza di brodalumab in pazienti con SSc con ispessimento cutaneo di grado moderato-severo.

A tal scopo, sono stati reclutati pazienti con SSc che avevano un punteggio mRSS compreso tra 10 e 29, in presenza dei primi sintomi di SSc (oltre al fenomeno di Raynaud) occorsi non oltre 60 mesi prima dall’inclusione nello studio. Questi sono stati randomizzati, secondo uno schema 1:1, a trattamento con brodalumab sottocute al dosaggio di 210 mg (lo stesso dosaggio impiegato nel trattamento della psoriasi) ogni 2 settimane oppure a placebo durante la fase controllata vs. placebo della durata di un anno.

L’endpoint primario era rappresentato dalla variazione rispetto al basale del punteggio mRSS a 24 settimane.

Ai pazienti con un incremento del punteggio mRSS di entità pari o superiore a 5 punti e uguale o superiore al 20% dal basale al raggiungimento della 24esima settimana, oppure dopo questo timepoint, era consentito il trattamento in aperto con brodalumab.

Risultati principali
Dei 100 pazienti randomizzati nei due bracci di trattamento dello studio (50 con brodalumab, 50 con placebo), 46 e 45 pazienti, rispettivamente, erano affetti da SSc diffusa cutanea. In entrambi i gruppi, inoltre, 47 pazienti hanno portato a termine il follow-up a 24 settimane, mentre 44 pazienti del gruppo brodalumab e 43 del gruppo placebo hanno completato il follow-up a 52 settimane.

Al compimento o dopo il raggiungimento della 24esima settimana, 38 pazienti (37 del gruppo placebo e 1 del gruppo brodalumab) sono passati a trattamento attivo mediante switch terapeutico.

Dai dati è emersa la capacità di brodalumab di raggiungere l’endpoint primario (differenza quadratica media: -21,2; IC95%: -23,2; 18,5; p<0,0001) e di indurre una riduzione rapida e sostenuta del punteggio mRSS a 52 settimane.

Brodalumab ha anche innalzato il punteggio della risposta composita nella SSc (CRISS score) e ha inibito il nuovo sviluppo di ulcere digitali nonché il deterioramento della funzione respiratoria e la progressione di malattia polmonare.

Da ultimo, il trattamento con l’anticorpo monoclonale ha migliorato la scala di frequenza dei sintomi legati alla malattia da reflusso gastroesofageo (FSSG score), nonché la valutazione globale dei paziente fatta dal medico e dal paziente stesso (CGA e PGA, rispettivamente), il punteggio dell’indice della disabilità nella versione giapponese (J-HAQ-DI) e il punteggio relativo alla fatigue (FACIT-F).

Per quanto riguarda la safety, infine, dai dati non sono emerse differenze con il profilo di safety osservato con l’impiego di questo farmaco nella psoriasi come pure nella spondilite anchilosante e nella spondiloartrite assiale non radiografica.

Riassumendo
In conclusione, i dati di questo studio hanno mostrato la capacità di brodalumab di indurre una riduzione rapida, sostenuta e statisticamente significativa della sclerosi cutanea.

Inoltre, gli outcome del trattamento con questo inibitore del recettore A di IL-17 suggeriscono l’esistenza di effetti del farmaco anche sulla funzione respiratoria, le ulcere digitali, la sintomatologia legata alla malattia da reflusso gastroesofageo e la qualità della vita, il tutto in assenza di problemi di safety rilevanti.

Questi risultati, pertanto, depongono per l’efficacia e la sicurezza del trattamento con brodalumab di pazienti con SSc con ispessimento cutaneo di grado moderato-severo e ampliano in prospettiva, se confermati anche nel lungo termine, il ventaglio di alternative terapeutiche nei pazienti affetti da questa malattia.

Bibliografia
Fukasawa T et al. Efficacy and safety of subcutaneous brodalumab, a fully human anti–il-17RA monoclonal antibody, for systemic sclerosis with moderate-to-severe skin thickening: a multicenter, randomized, placebo-controlled, double-blind phase 3 study. Presented at EULAR 2022; Poster POS0881