Dagli oculisti AIMO arrivano precisazioni in merito allo studio pubblicato su Nature: “No a messaggi fuorvianti su cornee artificiali”
“L’Associazione Italiana Medici Oculisti desidera fare delle precisazioni riguardo agli articoli sensazionalistici apparsi sulla stampa in merito ai risultati dello studio sulle cornee artificiali dal titolo ‘Bioengineered corneal tissue for minimally invasive vision restoration in advanced keratoconus in two clinical cohorts’, condotto da Mehrdad Rafat, Mahmoud Jabbarvand, Namrata Sharma, Maria Xeroudaki, Shideh Tabe, Raha Omrani, Muthukumar Thangavelu, Anthony Mukwaya, Per Fagerholm, Anton Lennikov, Farshad Askarizadeh & Neil Lagali e pubblicato di recente sulla rivista ‘Nature Biotechnology’”. Così in una nota gli oculisti di AIMO.
“Il lavoro- prosegue l’Associazione Italiana Medici Oculisti- parla di una chirurgia mininvasiva per il cheratocono avanzato, consistente nell’inserimento di un lenticolo spesso e di grande diametro in una tasca intrastromale creata con un laser a femtosecondi all’interno della cornea ricevente, per contrastare l’assottigliamento stromale e normalizzare la rifrazione rimodellando la cornea centrale e periferica, senza rimuovere il tessuto ricevente”.
Secondo gli oculisti di AIMO si tratta di un “dispositivo medico impiantabile privo di cellule- spiegano- come materia prima è stato utilizzato il collagene naturale di tipo I, il principale componente della cornea umana. Il collagene puro è un materiale morbido e soggetto a degradazione, quindi è stato applicato un doppio Cross linking per formare un idrogel impiantabile trasparente, bioingegnerizzato, a doppia reticolazione (BPCDX). La tecnica è stata eseguita in 20 soggetti in India e in Iran. I risultati hanno dimostrato che l’impianto intrastromale di un materiale bioingegnerizzato senza cellule a base di collagene può essere un mezzo sicuro ed efficace per correggere l’assottigliamento e la deformazione patologica della cornea nel cheratocono avanzato“.
A detta degli stessi autori, però, gli studi pilota avevano “diverse limitazioni- sottolineano ancora gli oculisti di AIMO- non c’erano soggetti di controllo che ricevessero cornee da donatore, il che precludeva un confronto diretto con la chirurgia standard per il cheratocono avanzato. Inoltre, le procedure non erano state ottimizzate per ottenere il massimo miglioramento della vista”. Si tratta dunque di dati “assolutamente preliminari, per una tecnica che può essere utilizzata esclusivamente nel cheratocono e nelle ectasie corneali e che, ad oggi, non può in alcun modo sostituire l’intervento di trapianto di cornea per altre patologie corneali”, concludono.