Nuovi studi evidenziano che il seno ha una sua popolazione microbica (microbiota), strettamente individuale e in buona misura correlata a quella intestinale
“Bacterial community composition in breast cancer subtypes” è il titolo del lavoro scientifico che è stato presentato all’ultimo congresso ASCO, American Society Clinical Oncology, a firma dei ricercatori nordamericani di Ucla, Los Angeles. Sono stati presi in esame la forma triplo negativo ((ER, PR-, HER2-), a tutt’oggi con prognosi spesso sfavorevole, e il sottotipo Luminal A (ER+, PR+, Ki67<20, HER2-), caratterizzato da una prognosi invece favorevole. Lo studio si è focalizzato sui cambiamenti nella diversità del microbioma mammario. Il sottotipo Luminal-A e il triplo negativo potrebbero avere delle differenze sia nella composizione della comunità batterica, sia per quanto riguarda il genoma. I risultati? Luminal-A presentava una maggiore diversità di specie e abbondanza di Sphingomonadaceae, che sono associate a tessuto mammario sano e migliori risultati clinici. Mentre il tumore del seno triplo negativo presentava una minore diversità di specie e abbondanza di Pseudomonas e Neisseriaceae, che sono state associate alla sopravvivenza del tumore e alla crescita cellulare.
Il commento di Stefano Magno, chirurgo senologo responsabile del Centro Komen Italia per i trattamenti integrati in oncologia della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma
Il seno ha una sua popolazione microbica (microbiota), strettamente individuale e in buona misura correlata a quella intestinale, ben più nota, attraverso un asse intestino-seno, ancora oggetto di studio. Ci sono già importanti evidenze che una disbiosi (alterata composizione batterica) del tessuto mammario possa predisporre all’infiammazione e dunque alla trasformazione tumorale, in analogia con quanto avviene nel tumore intestinale.
Questa nuova frontiera dell’oncologia, definita “oncobiotica”, sta aprendo nuovi scenari nella comprensione della patogenesi del tumore del seno e potrebbe avere risvolti importanti nel suo contrasto.
In questo lavoro nordamericano si conferma un dato estremamente rilevante: la composizione delle popolazioni batteriche che colonizzano il tessuto mammario differisce in maniera statisticamente significativa tra tumori ormonosensibili a prognosi più favorevole (luminal A) e tumori tripli negativi, dal comportamento clinico più aggressivo. In particolare, lo studio evidenzia che la biodiversità microbica è nettamente maggiore nei tumori meno aggressivi, confermando quanto già presente in precedenti lavori.
Ovviamente il presente studio non è in grado di dimostrare se questa differente biodiversità preceda la trasformazione tumorale o ne sia una conseguenza, ma alcuni dati messi in luce anche da uno studio del nostro gruppo di ricerca presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, in collaborazione con l’Università degli studi della Tuscia di Viterbo, sembrerebbero indicare la disbiosi del tessuto mammario come una concausa di cancerogenesi.
La buona notizia è che questa alterata composizione batterica dipende in larga misura dai nostri comportamenti e pertanto è correggibile attraverso stili di vita sani: un dimostrato ruolo positivo sulla diversità microbica o “eubiosi” è infatti svolto da una dieta variegata, prevalentemente ma non esclusivamente vegetale ed integrale, dall’esercizio fisico e da un consumo moderato di farmaci, in particolare antibiotici.
FONTE: EUROPA DONNA