Un uso scorretto di filler e botulino può portare a risultati artificiali e visi gonfi, spesso identificati con espressioni come “effetto criceto”, fino allo sguardo da pesce lesso
Lo chiamano “effetto criceto” per descrivere la regione naso labiale troppo gonfia. Poi ci sono le labbra a canotto, lo sguardo da “pesce lesso”, la puffy face… tutte espressioni utilizzate per identificare, non sempre a ragione, l’uso di filler e botulino.
“Visi e lineamenti gonfi sono la conseguenza di un utilizzo scorretto dei filler: se utilizzati da professionisti esperti, nelle giuste dosi e con i tempi corretti, botulino e acido ialuronico donano sguardi più freschi, giovani e riposati, con un effetto naturale” dice il professor Raffaele Rauso , chirurgo plastico vicepresidente della FIME (Federazione Italiana Medici Estetici), già docente all’università Vanvitelli di Napoli.
Ringiovanire grazie alla medicina estetica, con risultati naturali e duraturi, è una tendenza in costante crescita. Secondo le statistiche mondiali Isaps, nel 2020 sono state eseguite 14.400.347 procedure non chirurgiche, e i dati sono destinati ad aumentare, anche per il cosiddetto “Zoom Boom”, ossia la crescita di videochiamate per motivi lavorativi e non che hanno portato l’attenzione sui propri volti, provocando un aumento del ricorso alla medicina estetica, in particolare per i filler facciali.
Tra gli interventi più eseguiti bisogna annoverare la tossina botulinica, in assoluto il trattamento estetico più eseguito al mondo, con il 43.2% del totale e 6.213.859 procedure in un anno; e i filler, che costituiscono il 28.1% del totale (4,053,016).
Da cosa dipendono allora i risultati artificiali che spesso si associano alla medicina estetica? “Capita a volte che, dopo le prime iniezioni con effetto soddisfacente, i pazienti e le pazienti ne chiedano ancora per migliorare – spiega il prof. Rauso -. Non funziona così: il troppo rischia di peggiorare il risultato con effetto innaturale, gonfio e artificiale. Esistono studi scientifici che dimostrano che dopo sei mesi l’acido ialuronico non è stato completamente riassorbito dal corpo: iniettare di nuovo significa quindi aggiungere qualcosa di troppo, con esito artificiale. Se fatta ad arte, rispettando proporzioni e armonia del volto, la medicina estetica non è riconoscibile e conferisce un’aria meno stanca e più giovane. Bisogna rivolgersi a medici estetici esperti e fidarsi dei loro consigli, per evitare sorprese sia nei risultati estetici sia sanitari”.
I filler si utilizzano per contrastare gli effetti della perdita di volume del viso che causa lassità della pelle, comparsa di linee e rughe, e anche per “riempire” linee più profonde, come pieghe naso-labiali, linee delle marionette, palpebre inferiori, guance, labbra, naso e mento. Da qualche anno, le nuove generazioni di filler consentono di ottenere risultati naturali e duraturi, ma richiedono iniezioni in profondità con tecniche di impronta quasi chirurgica, che possono lesionare nervi e vasi sanguigni di calibro maggiore rispetto ad i capillari che si incontrano in superficie.
“I “vecchi” filler venivano iniettati solo nei tessuti più superficiali, come cute e sottocute, mentre oggi, grazie a nuovi studi sull’invecchiamento, si è capito che l’esclusivo aumento di volume superficiale crea solo un “anomalo gonfiore”, le cosiddette “puffy face”, concetto ben lontano dal ringiovanimento – spiega Rauso -. Utilizzando i filler con una corretta reologia e infiltrandoli nel modo corretto replichiamo i risultati che, 20 anni fa, si raggiungevano tramite l’inserimento delle protesi facciali”.
Questi i più conosciuti effetti che si considerano, più o meno a ragione, causati dalla medicina estetica.
Puffy face
Le ripetute infiltrazioni di acido ialuronico causano un gonfiore generalizzato su tutto il volto. “Erroneamente si pensa che vengano riassorbite dopo sei mesi e questo crea, anno dopo anno, infiltrazione dopo infiltrazione, volti gonfi, privi di proiezioni e lontani dal concetto di naturalezza” afferma il professor Rauso.
Naso “Avatar”
Con il rinofiller c’è la tendenza a fare troppo, riempiendo eccessivamente e cancellando l’angolo nasofrontale (quello tra la fronte e il naso), con il risultato di un ponte nasale innaturalmente alto e largo – come gli alieni blu nel film “Avatar”. In realtà il rinofiller è la soluzione ideale per correggere piccole asimmetrie o gibbi. Spiega Rauso: “Non ci sono tempi di ricovero postoperatori ed è possibile sollevare la punta del naso o ridurre la percezione della gobba. Rivolgersi a un buon medico è importante sia per il risultato estetico, sia per evitare complicazioni: tra tutte le procedure eseguite con filler questa è quella con più alti rischi vascolari”.
Effetto criceto
La regione naso labiale è una delle più trattate in medicina estetica, con la richiesta di riempire i solchi che si formano con il trascorrere dell’età. I filler iniettati in modo scorretto nella regione naso labiale, la rendono troppo gonfia, con un viso che sembra distorto o sproporzionato.
Labbra a canotto
Una delle principali richieste è avere labbra più voluminose. Oggi grazie ai nuovi acidi ialuronici, ma soprattutto alla conoscenza delle tecniche di infiltrazione “verticale vs. orizzontale”, è possibile ottenere volume, idratazione o eversione, ovvero è realmente possibile personalizzare il risultato, ottenendo labbra più piene, ma anche con un effetto naturale. “Se un po’ di volume può migliorare l’armonia del viso, troppo rischia di risultare eccessivo: c’è chi non si accontenta e chiede sempre di aumentare il volume. Sono purtroppo ancora frequenti, anche in Italia, i casi di chi usa sostanze non riassorbili, anche sulle labbra. In questi casi tornare indietro è possibile, anche se difficoltoso” spiega il prof. Rauso.
Sguardo da “pesce lesso”
Spesso si dice che la tossina botulina causi espressione innaturali e occhi fissi: in realtà in molti casi si tratta di blefaroplastiche in cui è stata tolta troppa pelle. “La tossina botulinica è una neurotossina che paralizza temporaneamente il muscolo in cui viene iniettato, riducendo così le rughe e la trazione della pelle sovrastante. È usato in medicina estetica per trattare le rughe dinamiche, che compaiono quando si anima il viso e porta risultati naturali, sempre se infiltrato ad arte” spiega il prof. Rauso.