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Asma: presenza di bronchiettasie impatta sul decorso di malattia

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Secondo un nuovo studio la presenza di bronchiettasie si associa ad un rischio maggiore di deterioramento clinico moderato-severo nei pazienti con asma

La presenza e la progressione di bronchiettasie si associa ad un rischio maggiore di deterioramento clinico moderato-severo nei pazienti con asma. Questo il responso di uno studio recentemente pubblicato su The Journal of Allergy and Clinical Immunology: In Practice.

Razionale e disegno dello studio
Gli effetti delle bronchiettasie sul decorso clinico di asma non sono ancora completamente chiariti. Di qui l’implementazione del nuovo studio, di disegno retrospettivo, che si è proposto di valutate gli outcome clinici longitudinali di pazienti asmatici in base alla presenza di questa comorbilità.

Lo studio è stato condotto in Corea del sud ed ha attinto ai dati di pazienti afferenti a due centri ospedalieri in un periodo compreso tra il 2013 e il 2019.

Tra i criteri di inclusione nello studio vi erano: 1) una diagnosi di asma confermata da test spirometrici; 2) una valutazione radiografica con almeno una scansione Tac; 3) almeno due test di funzione polmonare effettuati durante il periodo di follow-up.

I criteri spirometrici per l’asma erano in linea con le definizioni delle linee guida GINA. Per ciascun paziente è stata stimata, inoltre, la severità di tutte le comorbilità sottostanti.
L’outcome primario dello studio era rappresentato dall’incidenza annuale di riacutizzazioni acute severe nei pazienti asmatici – in presenza o assenza di bronchiettasie.

I ricercatori hanno utilizzato come definizione di riacutizzazione quella di “episodio caratterizzato da variazioni occorse rispetto allo stato precedente dei pazienti, necessitanti di trattamento aggiuntivo”.

Le bronchiettasie sono state diagnosticate mediante Tac  toracica; inoltre è stata valutata l’incidenza annuale di episodi di deterioramento clinico acuto di grado moderato-severo (riacutizzazioni) e le variazioni longitudinali della funzione polmonare.

Sono stati reclutati nello studio 667 pazienti asmatici; di questi, il 37,6% (251 su 667) era affetto anche da bronchiettasie, mentre il 62,4% (416 su 667) non lo era.

Il 77,2% dei partecipanti allo studio era di sesso maschile. L’età media dei pazienti era pari a 66,6 anni, mentre il tempo medio di follow-up era pari a 3,96 anni.

I partecipanti allo studio con bronchiettasie si caratterizzavano più frequentemente per una storia pregressa di Tbc e di malattia polmonare micobatterica non ascrivibile a M. tuberculosis, come pure da valori ridotti (sia assoluti che predetti) di FEV1 e di FVC rispetto ai pazienti non bronchiettasici.

Inoltre, per quanto la coorte di pazienti con bronchiettasie includesse una percentuale maggiore di non fumatori rispetto alla coorte con bronchiettasie, non erano state rilevate differenze sull’intensità dell’abitudine al fumo (misurata in base al numero di pacchetti di sigarette fumati per anno) in relazione alla presenza o meno di bronchiettasie.

Risultati principali
Dai dati è emerso che i pazienti con bronchiettasie, rispetto a quelli non affetti da questa condizione, presentavano tassi annuali di riacutizzazioni severe di malattia significativamente più elevati (0,15±0,43 vs 0,08±0,27, rispettivamente; p =0,010), come pure tassi annuali più elevati di riacutizzazioni di malattia di grado moderato-severo (0,47±0,79 s 0,34±0,63, rispettivamente; p =0,018).

Da ultimo, il gruppo di pazienti con bronchiettasie includeva una proporzione più ampia di pazienti che avevano sperimentato riacutizzazioni acute durante il follow-up rispetto a quelli senza bronchiettasie (49,8% vs. 39,4%, rispettivamente; p=0,009).

La severità e la progressione delle bronchiettasie sono risultati essere fattori di rischio indipendenti di riacutizzazioni acute di asma. Non sono state rilevate, infatti, differenze significative del declino annuale della funzione polmonare in relazione alla presenza o meno di bronchiettasie o alla loro progressione.

Limiti e implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno ammesso alcuni limiti metodologici dello studio da loro condotto. In primo luogo, trattandosi di studio a disegno retrospettivo, il livello di evidenza era naturalmente moderato. Inoltre, i pazienti valutati erano stati sottoposti a Tac toracica e a test di funzione polmonare quando erano in trattamento attivo ospedaliero. Ciò, riconoscono i ricercatori, potrebbe avere introdotto dei bias di selezione.
Nel complesso, lo studio suggerisce che è necessario valutare la presenza e la severità delle bronchiettasie nei pazienti asmatici con frequenti pattern di deterioramento clinico.

Va tenuto presente, però, che per quanto la presenza e la progressione delle bronchiettasie siano risultate associate con in innalzamento del rischio di riacutizzazioni asmatiche di grado moderato-severo, questi fattori non sono risultati legati a variazioni longitudinali della funzione polmonare.

Bibliografia
Kim NY, Lee CH, Jin KN, et al. Clinical deterioration and lung function change in patients with concomitant asthma and bronchiectasis. J Allergy Clin Immunol Pract. Published online June 8, 2022. doi:10.1016/j.jaip.2022.05.026
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