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Gonartrosi: benefici da supplementazione di vitamina K

Un incremento dell'assunzione di vitamina K con la dieta si associa a miglioramenti di entità maggiore nei pazienti affetti da gonartrosi

Un incremento dell’assunzione di vitamina K con la dieta si associa a miglioramenti di entità maggiore nei pazienti affetti da gonartrosi

Per quanto assolutamente preliminari e frutto di un’analisi post-hoc, i risultati di un lavoro recentemente pubblicato su Arthritis Care & Research suggeriscono che un incremento dell’assunzione di vitamina K con la dieta si associa a miglioramenti di entità maggiore nei pazienti affetti da gonartrosi.

Se confermati in futuri trial clinici, i risultati di questo studio aprono la strada ad un’ottimizzazione del trattamento di questi pazienti.

Razionale e disegno dello studio
Come è noto, la gonartrosi rappresenta la forma artrosica di più frequente riscontro. La prevalenza di questa condizione, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio, è stimata pari a 27 milioni di individui adulti solo negli Usa.

Stando agli studi recentemente pubblicati, questa condizione clinica sembra essere associata all’età, al sesso, alla genetica, alla presenza di traumi e, last but not least, alla sindrome metabolica.
Alcuni studi hanno avanzato l’ipotesi di un probabile effetto della vitamina K nelle forme osteoartrosiche e sottolineano come le persone anziane residenti negli Usa e in Inghilterra soffrano di deficit di vitamina K.

Uno studio cross-sectional ha dimostrato come il deficit vitaminico K fosse associato ad una elevata incidenza di artrosi della mano; inoltre, il deficit vitaminico K è stato anche chiamato in causa nella progressione della gonartrosi e nella degradazione della cartilagine.

Questa vitamina gioca un ruolo importante nella mineralizzazione dell’osso e della cartilagine ed è stato ipotizzato da alcuni autori che tale effetto sia collegato alla carbossilazione gamma della proteina di matrice Gla, avente un ruolo di inibizione della mineralizzazione vascolare e nell’organizzazione di tessuto osseo.

L’esistenza di uno studio ulteriore che ha suffragato l’ipotesi che vede il deficit vitaminico K come un fattore di rischio di gonartrosi ha sollecitato la messa a punto di questa nuova analisi post-hoc. Questa ha analizzato i dati relativi a 212 partecipanti (mediana età= 63 anni) provenienti dal trial VIDEO che avevano inizialmente completato i questionari relativi alla frequenza di assunzione di alcuni alimenti e che sono stati seguiti nel corso di un follow-up durato due anni.

Risultati principali
Al basale, il punteggio medio totale WOMAC era pari a 624,8 nei pazienti con livelli di vitamina K inferiori a 112,4 μg/die (valore mediana), e a 609,2 nei pazienti con livelli più elevati, una differenza non statisticamente significativa.

Quando i pazienti sono stati suddivisi in quattro gruppi sulla base dei livelli di assunzione di vitamina K al basale, è emerso che un’assunzione vitaminica aumentata era significativamente associata con la riduzione dei sintomi di artrosi e di disabilità fisica. Nello specifico, il punteggio totale WOMAC è migliorato in medio, di 234,4 punti dal basale a 2 anni nei pazienti inclusi nel quartile 4 di concentrazione (livelli più elevati di assunzione di vitamina K), e di 270,6 punti tra i pazienti del quartile 3.

L’entità di questi miglioramenti è stata significativamente maggiore di quanto osservato nei pazienti del quartile 1 (livelli più bassi di assunzione di vitamina K), dove il miglioramento osservato è stato pari a 112,9 punti.
Inoltre, i pazienti del quartile 3 di concentrazione si sono caratterizzati per un miglioramento di entità significativamente maggiore del punteggio WOMAC relativo al dominio “dolore” rispetto a quanto osservato nel quartile 1 (74,8 vs 30,4), mentre non sono state rilevate differenze significative di questo outcome tra i pazienti appartenenti al quartile di concentrazione più elevato di vitamina K rispetto a quello più basso.

Tali risultati, hanno sottolineato i ricercatori, sono rimasti sostanzialmente immutati anche dopo aggiustamento dei dati in base all’impiego di FANS.

I ricercatori hanno anche osservato l’assenza di un’associazione significativa tra l’assunzione di vitamina K e le variazioni di alcune caratteristiche strutturali, come il punteggio relativo al deficit di cartilagine totale, quello relativo alle lesioni del midollo osseo o al volume di effusione-sinovite.

Ad ogni modo, in queste analisi per sottogruppi, hanno anche documentato l’esistenza di un’associazione negativa tra l’assunzione di vitamina K e le variazioni relative ai difetti di cartilagine nei pazienti con dolore severo al ginocchio e artrosi radiografica, nonché nelle pazienti di sesso femminile.

Riassumendo
In conclusione, l’associazione tra livelli più elevati di assunzione di vitamina K con la riduzione della sintomatologia al ginocchio dopo 24 mesi nei pazienti con gonartrosi suggerisce la necessità di condurre trial clinici che esaminino l’effetto della supplementazione di vitamina K per la sintomatologia legata alla gonartrosi.
Non è stato ancora chiarito, inoltre, se vi sia un effetto di questa supplementazione vitaminica sulla struttura del ginocchio.

Bibliografia
Liao Z et al. Associations between dietary intake of vitamin K and changes in symptomatic and structural changes in patients with knee osteoarthritis. Arthritis Care Res 2022; doi:10.1002/acr.24964
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