Prestiti al consumo: il Parlamento europeo sostiene l’aggiornamento delle norme europee per proteggere i consumatori nelle nuove opzioni digitali
I prestiti al consumo sono prestiti per l’acquisizione di beni o servizi. In genere vengono utilizzati per spese proprie o familiari come l’acquisto di un veicolo, in beni per la casa o per i viaggi.
Norme europee vigenti
Le attuali norme, contenute nella Direttiva sul credito al consumo, mirano a garantire la tutela dei consumatori e a promuovere lo sviluppo del mercato interno del credito. La legge si applica ai contratti in cui l’istituto finanziario concede un credito di importo superiore a 200 euro e inferiore a 75.000 euro a un consumatore. Le regole richiedono ai prestatori di fornire informazioni in modo che i mutuatari possano confrontare le offerte e prendere decisioni informate. I consumatori hanno 14 giorni di tempo per rescindere un contratto di credito e possono rimborsare anticipatamente il prestito, riducendone così il costo.
Il Parlamento vuole che queste regole, approvate nel 2008, vengano aggiornate.
Perché è necessario un aggiornamento delle norme sui prestiti al consumo?
Le attuali difficoltà economiche vanno di pari passo con l’aumento della richiesta di prestiti. Inoltre, la digitalizzazione ha cambiato il settore del credito: hanno fatto la loro comparsa sul mercato nuovi operatori, come ad esempio le piattaforme di prestito tra privati, che offrono contratti di credito in diverse forme e nuovi prodotti, e i prestiti a breve termine ma ad alto costo.
Questa facilità di accesso al credito e la sua diffusione si traduce, ad esempio, nel proliferare di richieste di piccoli prestiti online, che possono rivelarsi costosi o inadatti. Questo impone anche l’esigenza di affrontare le nuove modalità di divulgazione digitale delle informazioni e di valutazione dell’affidabilità creditizia dei consumatori che utilizzano sistemi di IA e dati non tradizionali.
Le attuali norme attuali non offrono sufficiente tutela nel senso che: da un lato non sono armonizzate tra i paesi dell’UE e dall’altro espongono i consumatori all’eccessivo indebitamento.
Nuove norme sul credito al consumo
La commissione parlamentare per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO) ha approvato il 12 luglio 2022 la sua relazione sulle nuove regole.
I deputati hanno proposto che i prestatori siano obbligati a fornire ai consumatori le informazioni di base, in modo più trasparente e consentire loro di accedervi da qualsiasi dispositivo, compresi i telefoni cellulari.
Inoltre è stato sottolineato che la pubblicità del credito non dovrebbe incoraggiare i consumatori con tendenza all’indebitamento eccessivo, a richiedere un credito ma dovrebbe contenere piuttosto un messaggio chiaro sul costo della richiesta di un prestito.
Per aiutare a determinare se un prestito sia adatto alle esigenze e ai mezzi di una persona, i membri del Parlamento vogliono che, prima che il prestito venga concesso, siano richieste informazioni come gli obblighi attuali o il costo della vita. Tuttavia, hanno sottolineato che i dati personali, come quelli presenti sui social network o quelli di natura sanitaria, non dovrebbero essere presi in considerazione.
I deputati hanno proposto che le nuove regole coprano crediti fino a 150.000 euro, e che ogni paese possa fissare un limite massimo secondo le condizioni locali. Le misure puntano a regolare le possibilità di scoperti e l’eccesso di crediti, fenomeni sempre più comuni. I primi si riferiscono al contratto di credito attraverso il quale un prestatore mette a disposizione di un consumatore fondi che superano il saldo del conto corrente del consumatore. L’overshoot (o sforamento) è uno scoperto tacitamente accettato in base al quale un prestatore mette a disposizione di un consumatore fondi in eccesso rispetto al saldo del conto corrente del consumatore o alla struttura di scoperto concordata.
Secondo i membri del PE, i paesi dell’UE devono decidere se applicare le regole del credito al consumo ad alcune tipologie di prestiti come quelli inferiori a 200 euro, quelli senza interessi e quelli che devono essere rimborsati entro tre mesi e con spese minime.
Prossimi passi
Il Parlamento voterà la relazione in una delle prossime sessioni plenarie, dopodichè i negoziatori potranno avviare i colloqui con Consiglio e Commissione sul testo legislativo finale.