La Fda statunitense ha approvato ruxolitinib crema all’1,5% per il trattamento topico della vitiligine non segmentale in pazienti adulti e pediatrici
La Fda statunitense ha approvato ruxolitinib crema all’1,5% per il trattamento topico della vitiligine non segmentale in pazienti adulti e pediatrici a partire dall’età di 12 anni. Si tratta del primo e unico trattamento approvato per la ripigmentazione nei pazienti con vitiligine e l’unica formulazione topica di un inibitore della Janus chinasi approvata negli Stati Uniti.
La vitiligine è una malattia autoimmune cronica, caratterizzata dalla depigmentazione della pelle dovuta alla perdita di melanociti, le cellule produttrici di pigmento. Si ritiene che l’infiammazione coinvolta nella patogenesi e nella progressione della condizione sia guidata da un’eccessiva attività della via di segnalazione della Janus chinasi (JAK). Negli Stati Uniti viene diagnosticata a oltre 1,5 milioni di persone e la prevalenza complessiva è stimata in circa 2-3 milioni di casi, soprattutto (circa l’85% dei pazienti) nella forma non segmentale. La vitiligine può manifestarsi a qualsiasi età, anche se nella maggior parte dei casi i primi sintomi compaiono entro i 30 anni.
«La vitiligine è una malattia immuno-mediata che può essere imprevedibile e quindi particolarmente difficile da trattare. Molti pazienti non hanno accesso ad altri trattamenti standard come la fototerapia e spesso gli inibitori della calcineurina e i corticosteroidi topici non danno ai pazienti i risultati che stanno cercando» ha affermato David Rosmarin, Vice Chair for Research and Education presso il Tufts Medical Center e sperimentatore principale degli studi. «L’approvazione di ruxolitinib segna una pietra miliare significativa nel trattamento della malattia a accolgo con favore una terapia che possa aiutare i miei pazienti a invertire potenzialmente la depigmentazione».
La prima terapia topica per la vitiligine
Ruxolitinib è un inibitore selettivo della JAK 1 e JAK 2 e il primo e unico farmaco della classe approvato per il trattamento topico continuo della vitiligine e per il trattamento topico a breve termine e cronico non continuo della dermatite atopica da lieve a moderata in pazienti non immunocompromessi di almeno 12 anni di età la cui malattia non viene adeguatamente controllata con altre terapie topiche o quando le stesse non sono consigliabili.
Nei pazienti con vitiligine non segmentale, la crema a base di ruxolitinib è approvata per l’uso topico due volte al giorno sulle aree interessate fino al 10% di superficie corporea. Per una risposta soddisfacente la terapia può richiedere anche più di 24 settimane. Il suo impiego non è raccomandato in combinazione con farmaci biologici, altri JAK inibitori o potenti immunosoppressori come azatioprina o ciclosporina.
Nell’ottobre 2021 la compagnia biotech statunitense Incyte ha presentato la domanda di autorizzazione all’immissione in commercio (MAA) europea per ruxolitinib in crema come potenziale trattamento per la vitiligine.
L’approvazione della Fda si è basata sui dati del programma di sperimentazione clinica TRuE-V di fase III (TRuE-V1 e TRuE-V2), che ha valutato la sicurezza e l’efficacia di ruxolitinib rispetto al veicolo in oltre 600 soggetti affetti da vitiligine non segmentale e almeno 12 anni di età.
Miglioramenti significativi della ripigmentazione
Ruxolitinib ha comportato miglioramenti significativi nei punteggi del Vitiligo Area Scoring Index (VASI), con effetto sulla ripigmentazione del viso e del corpo dopo 24 settimane (analisi primaria) rispetto al veicolo e dopo 52 settimane in una fase di estensione in aperto.
I risultati alla settimana 24, coerenti in entrambi gli studi, hanno mostrato che circa il 30% dei pazienti trattati con ruxolitinib ha ottenuto un miglioramento di almeno il 75% rispetto al basale nel Facial Vitiligo Area Scoring Index (F-VASI 75), l’endpoint primario, rispetto a circa l’8% e il 13% dei pazienti trattati con il veicolo rispettivamente in TRuE-V1 e TRuE-V2. Alla settimana 52 ha raggiunto la risposta F-VASI 75 circa il 50% dei pazienti sottoposti a ruxolitinib.
Inoltre, alla settimana 24, oltre il 15% dei pazienti in trattamento attivo ha ottenuto un miglioramento ≥90% rispetto al basale nel punteggio F-VASI (F-VASI 90), in confronto a circa il 2% dei pazienti sottoposti al solo veicolo. Alla settimana 52 la percentuale di pazienti trattati con ruxolitinib che hanno raggiunto una risposta F-VASI 90 è raddoppiata, raggiungendo circa il 30%.
Nella fase controllata con veicolo degli studi di fase III, le reazioni avverse più comuni (incidenza ≥1%) sono state acne, eritema e prurito nel sito di applicazione, rinofaringite, cefalea, infezione del tratto urinario e piressia.
«Questo è grande punto di svolta nelle soluzioni che possiamo offrire ai nostri pazienti» ha commentato Lisa Arkin, membro della Society for Pediatric Dermatology, University of Wisconsin School of Medicine & Public Health e American Family Children’s Hospital. «Abbiamo fatto importante passi in avanti nella comprensione non solo di come trattare la vitiligine, l’alopecia areata e la dermatite atopica, ma un’intera gamma di malattie cutanee che sfruttano un’immunologia simile e condivisa».