L’uso di statine per ridurre i livelli di colesterolo è stato collegato a un minor rischio di sviluppare un sottotipo di diabete che si verifica dopo un evento di pancreatite acuta
L’uso di statine per ridurre i livelli di colesterolo è stato collegato a un minor rischio di sviluppare un sottotipo di diabete che si verifica dopo un evento di pancreatite acuta, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology.
I benefici delle statine sono risultati legati alla coerenza d’utilizzo, dove gli utilizzatori regolari hanno mostrato un rischio inferiore di sviluppare il diabete post-pancreatite rispetto agli utilizzatori irregolari, con risultati simili a dosaggi elevati, moderati o bassi così come nei casi di pancreatite acuta sia lieve che grave.
«Circa il 15% dei pazienti con pancreatite acuta svilupperà il diabete nei 5 anni successivi e, anche se possiamo monitorarlo, non possiamo fare nulla per prevenirlo» ha dichiarato il primo autore Nikhil Thiruvengadam, gastroenterologo alla Loma Linda University School of Medicine, Loma Linda, California. «Questi risultati potrebbero incoraggiare i medici a prescrivere una statina, a patto che ci sia un motivo per farlo, perché potrebbe fornire un duplice beneficio».
È importante l’assunzione regolare, non il dosaggio
I pazienti con pancreatite acuta presentano un rischio almeno doppio di sviluppare il diabete post-pancreatite. Anche se studi precedenti hanno dimostrato che le statine possono ridurre l’incidenza e la gravità della pancreatite acuta, non sono state valutate per la prevenzione del diabete post-pancreatite, hanno premesso i ricercatori
Lo studio in collaborazione con diverse altre università ha esaminato le richieste di risarcimento assicurativo presenti nel database Optum Clinformatics per valutare l’impatto delle statine su oltre 118mila pazienti senza diabete preesistente ammessi per un primo episodio di pancreatite acuta tra il 2008 e il 2020.
I soggetti che usavano costantemente le statine sono stati confrontati con gli utilizzatori irregolari e i non utilizzatori, dove con uso regolare si intendeva la presenza di prescrizioni di statine per almeno l’80% dell’anno precedente la diagnosi di pancreatite acuta. L’analisi ha coinvolto poco più di 9.000 soggetti (7,6%) che usavano statine regolarmente, 27.272 (23%) che le assumevano in modo irregolare e 82.159 (69,3%) non utilizzatori.
Con un follow-up mediano di 3,5 anni, l’incidenza cumulativa a 5 anni del diabete post-pancreatite era del 7,5% tra i consumatori regolari di statine e del 12,7% tra i non utilizzatori. I consumatori regolari sono risultati avere un rischio inferiore del 42% e i consumatori irregolari un rischio inferiore del 15% di sviluppare il diabete post-pancreatite rispetto ai non utilizzatori.
L’incidenza cumulativa a 5 anni del diabete post-pancreatite insulino-dipendente è stata del 2,4% tra i consumatori regolari e del 6,6% tra i non utilizzatori. I consumatori regolari avevano un rischio inferiore del 52% di sviluppare il diabete insulino-dipendente rispetto ai non utilizzatori.
Il dosaggio giornaliero non ha mostrato una relazione dose-risposta lineare, a significare che le statine ad alte dosi potrebbero non essere più efficaci nella prevenzione del diabete rispetto a dosi più basse, hanno scritto gli autori.
L’uso di statine è risultato efficace in ulteriori analisi che hanno tenuto conto del sesso e dell’eziologia e gravità della pancreatite acuta, suggerendo che un’ampia popolazione di questi pazienti potrebbe trarre beneficio dalle statine.
Possibili meccanismi alla base dei benefici delle statine
Secondo i ricercatori questi risultati potrebbero sembrare paradossali, considerata un’associazione epidemiologica con un leggero aumento del diabete di nuova insorgenza quando si inizia la terapia con statine. Ma diabete post-pancreatite e diabete di tipo 2 hanno caratteristiche cliniche e fisiopatologiche di base differenti. Ad esempio, i pazienti con diabete post-pancreatite hanno tassi molto più elevati di necessità di terapia insulinica, ospedalizzazione e mortalità per tutte le cause.
In effetti si ritiene che il diabete post-pancreatite sia guidato da un’infiammazione cronica di basso grado dovuta all’interleuchina-6 e al fattore alfa di necrosi tumorale ed è stato dimostrato che le statine riducono la secrezione del TNF-alfa e la produzione di proteina C-reattiva in risposta all’interleuchina-6 circolante negli epatociti.
«Gastroenterologi e medici di base che vedono pazienti ambulatoriali dopo il ricovero per pancreatite acuta possono prendere in considerazione l’utilizzo di statine, in particolare in quanti potrebbero avere un’altra possibile indicazione per questa terapia, come l’iperlipidemia lieve» hanno fatto presente gli autori. «Sembra esserci un beneficio anche a basse dosi, un motivo ulteriore per prendere in considerazione l’utilizzo di statine, anche se non in tutti i soggetti che soffrono di pancreatite».
Bibliografia
Thiruvengadam NR et al. Association of Statin Usage and the Development of Diabetes Mellitus after Acute Pancreatitis. Clin Gastroenterol Hepatol. 2022 Jun 21;S1542-3565(22)00527-4.