Per il trattamento del diabete di tipo 2 una collaborazione internazionale di ricercatori ha sviluppato PATAS, un peptide che fa parte di una nuova classe di farmaci
Per il trattamento del diabete di tipo 2 una collaborazione internazionale di ricercatori ha sviluppato PATAS, un peptide che fa parte di una nuova classe di farmaci antidiabetici e può correggere le anomalie metaboliche che portano alla malattia e le comorbidità associate, come la resistenza all’insulina. I risultati di un nuovo studio sono stati pubblicati sulla rivista Diabetes.
Il diabete è una condizione cronica che colpisce 537 milioni di persone in tutto il mondo, la maggior parte delle quali affetta da diabete di tipo 2. La sua prevalenza è in continua crescita a causa dell’invecchiamento della popolazione, dell’inattività e di un’errata alimentazione. Anche l’età di insorgenza sta progressivamente diminuendo e, anche se malattia è considerata tipica dell’età adulta, è sempre più frequente negli adolescenti e nei bambini.
Le terapie disponibili trattano le conseguenze del diabete di tipo 2, concentrandosi principalmente sulla riduzione dei livelli glicemici, ma non prendono di mira il meccanismo biologico sottostante. Nonostante l’urgenza di sviluppare trattamenti nuovi e più efficaci, in oltre un decennio non ci sono state innovazioni terapeutiche dirompenti, hanno premesso gli autori.
Ed è proprio questo l’obiettivo della ricerca guidata dal ricercatore Vincent Marion del Medical Genetics Laboratory (Inserm/Università di Strasburgo) in collaborazione con l’Università di Birmingham (UK), la Monash University (Australia) e insieme ad Alexander Fleming, ex endocrinologo senior presso la Fda statunitense.
Una nuova classe di farmaci?
Il nuovo peptide scoperto, chiamato PATAS, appartiene a una nuova classe di farmaci per il diabete chiamati “adipeutics” in quanto agisce specificamente sugli adipociti, ripristinando l’ingresso di glucosio e quindi correggendo e ristabilendo la fisiologia metabolica del tessuto adiposo.
Lo studio, condotto su modelli animali, mostra che questa nuova terapia ripristina in modo specifico l’assorbimento del glucosio negli adipociti, trattando in questo modo l’insulino-resistenza con effetti benefici su tutto l’organismo. Il risultato è ancora più promettente per via del fatto che il trattamento della resistenza all’insulina ha il potenziale per trattare non solo il diabete di tipo 2, ma anche una vasta gamma di gravi condizioni mediche conseguenti all’insulino-resistenza.
Il ruolo degli adipociti nel diabete
In una ricerca precedente, pubblicata nel 2020 sulla rivista Diabetes, i ricercatori avevano identificato un nuovo bersaglio terapeutico per il diabete di tipo 2 durante lo studio di una malattia monogenica ultra rara nota come sindrome di Alström.
Avevano dimostrato che le anomalie del tessuto adiposo causate da una proteina disfunzionale chiamata ALMS1 portavano a un’insulino-resistenza estremamente grave associata al diabete di tipo 2 a esordio precoce nelle persone con sindrome di Alström. In modelli animali, il ripristino della funzione di questa proteina all’interno degli adipociti ha ristabilito l’equilibrio glicemico.
Il team si è quindi concentrato sulla proteina ALMS1 e su come interagisce con altre proteine all’interno degli adipociti. In particolare hanno dimostrato che, in assenza di insulina, ALMS1 si lega ad un’altra proteina chiamata PKC alfa. L’attivazione dell’insulina induce negli adipociti la separazione delle due proteine, con conseguente ingresso di glucosio nelle cellule. Nelle persone con diabete, che sono insulino-resistenti, questo legame viene invece mantenuto. Sulla base di questi risultati, i ricercatori hanno sviluppato il peptide PATAS che, nei modelli murini di diabete, agisce interrompendo l’interazione tra ALMS1 e PKC alfa e ripristinando così la segnalazione dell’insulina negli adipociti e l’assorbimento del glucosio.
Prossimo passaggio alla fase clinica sull’uomo
«Grazie a PATAS, gli adipociti che non potevano più accedere al glucosio sono stati nuovamente in grado di assorbirlo e quindi metabolizzarlo per sintetizzare e secernere lipidi benefici per l’intero organismo» ha spiegato Marion. «Questi effetti positivi sono visibili nei nostri modelli animali, con un netto miglioramento della resistenza all’insulina. Sono migliorati anche altri parametri e comorbidità, tra cui un migliore controllo della glicemia e una diminuzione della fibrosi epatica e della steatosi».
Questi risultati promettenti hanno aperto la strada all’organizzazione di una sperimentazione clinica da avviare il prima possibile per testare PATAS negli esseri umani. Il successo dello sviluppo di una nuova classe di farmaci antidiabetici potrebbe avere implicazioni significative per la salute pubblica, non solo per il trattamento del diabete di tipo 2 ma anche di molti altri disturbi cardio-metabolici in cui sono coinvolti gli adipociti disfunzionali e l’insulino-resistenza.
Bibliografia
Schreyer E et al. PATAS, a First-in-Class Therapeutic Peptide Biologic, Improves Whole-Body Insulin Resistance and Associated Comorbidities In Vivo. Diabetes. 2022 Jul 13;db220058.