Livelli sierici più bassi di vitamina D associati a dermatite atopica più grave


Livelli sierici più bassi di vitamina D sono risultati associati a una dermatite atopica più grave e la sua integrazione può aiutare a ridurre la gravità della malattia

Dermatite atopica: miglioramento della malattia con minimi effetti collaterali dopo la terapia topica mirata contro lo Staphylococcus aureus

Livelli sierici più bassi di vitamina D sono risultati associati a una dermatite atopica più grave e la sua integrazione può aiutare a ridurre la gravità della malattia, secondo una metanalisi pubblicata sull’American Journal of Clinical Dermatology. Sono tuttavia necessarie ulteriori ricerche per confermare la presenza di un rapporto di causalità tra vitamina D ed eczema.

La vitamina D ha una relazione complessa con la pelle. Colpisce la differenziazione e la proliferazione delle cellule cutanee, ha effetti antimicrobici ed è legata all’immunità innata e adattativa della pelle. Se una quota di vitamina D può essere assunta attraverso la dieta, la vitamina D3 (colecalciferolo) da fonti animali e la vitamina D2 (ergocalciferolo) da fonti vegetali, in gran parte (circa l’80%) viene prodotta dalla pelle con l’esposizione alla luce solare.

Nelle cellule epidermiche la radiazione UVB con lunghezza d’onda di 90–315 nm converte il precursore 7-deidrocolesterolo in pre-vitamina D, che poi isomerizza in 25-idrossivitamina D (25(OH)D), il principale metabolita di immagazzinamento dell’ormone a livello sierico e precursore inattivo della forma attiva, la 1,25 diidrossivitamina D (1,25(OH)D).

Le evidenze cliniche hanno mostrato un’associazione tra vitamina D e condizioni cutanee come il cancro della pelle e la psoriasi e di recente è cresciuto l’interesse sul ruolo della vitamina D nella patogenesi della dermatite atopica e sulla sua supplementazione per ridurre la gravità della malattia.

La correlazione tra i livelli sierici di 25(OH)D e la gravità della malattia cutanea si basava sul fatto che:

  • i sintomi dell’eczema peggiorano durante l’inverno, quando la ridotta esposizione solare provoca una diminuzione dei livelli sierici di 25(OH)D
  • i polimorfismi genetici del recettore della vitamina D sono stati collegati alla patogenesi della malattia
  • diversi studi sugli animali, case report e studi clinici randomizzati hanno dimostrato un miglioramento dei sintomi della dermatite atopica dopo la supplementazione di 25(OH)D.

«Considerato il potenziale coinvolgimento biologico della vitamina D nel decorso della malattia, abbiamo eseguito questa revisione sistematica e metanalisi per valutare questa associazione attraverso un’analisi di studi osservazionali e studi randomizzati e controllati» hanno premesso gli autori.

Relazione confermata tra vitamina D e dermatite atopica
La metanalisi ha incluso 20 studi per un totale di 1.882 casi di dermatite atopica e ha evidenziato che:

  • nei pazienti affetti da dermatite topica sono stati riscontrati livelli sierici medi di 25(OH)D significativamente più bassi rispetto ai controlli sani (p<0,001)
  • nei soggetti con malattia grave i livelli di 25(OH)D erano significativamente inferiori rispetto alle forme lievi e moderate (p <0,001)
  • la supplementazione di vitamina D ha migliorato i sintomi dell’eczema (p<0,001)

Sono state proposte diverse ragioni alla base di livelli inferiori di 25(OH)D nella dermatite atopica. In primo luogo, un basso livello preesistente di vitamina D può predisporre allo sviluppo della malattia cutanea perché l’ormone è importante per la difesa della barriera cutanea. Regola le glucosilceramidi, che preservano la barriera lipidica della pelle e mantengono la pelle idratata, oltre a supportare la produzione di peptidi antimicrobici che aiutano a ridurre le infezioni secondarie che peggiorano i sintomi dell’eczema.

In secondo luogo, la vitamina D può contribuire a ridurre l’infiammazione cronica della pelle inibendo la produzione di monociti e l’attività delle cellule dendritiche, aumentando il rilascio di interleuchina-10 da parte dei mastociti e riducendo il rilascio di citochine proinfiammatorie e IgE.

Riguardo alla supplementazione di vitamina D, «se davvero livelli più bassi di 25(OH)D predispongono a una maggiore gravità della malattia, ne consegue che l’aumento dei suoi livelli sierici tramite integrazione può ridurre la gravità della malattia» hanno osservato i ricercatori. In effetti la maggior parte degli studi interventistici ha documentato questo risultato, probabilmente dovuto alla modulazione immunitaria della difesa della barriera cutanea e a una minore infiammazione.

«Tuttavia, l’entità della riduzione della gravità della dermatite atopica varia a seconda dello studio e non c’è un consenso sul dosaggio ideale o sulla durata dell’integrazione» hanno aggiunto «Il dosaggio della supplementazione orale utilizzato nei quattro trial randomizzati e controllati variava da 1.000 a 2.000 UI/die. A titolo di riferimento, ai bambini e ai lattanti di età <12 mesi con rachitismo nutrizionale si raccomandano 2.000 UI di vitamina D al giorno per 6-12 settimane come terapia iniziale. La dose di mantenimento è di 400 UI al giorno per i neonati e 600-1000 UI al giorno per i bambini».

Bibliografia

Jing Chun Ng, Yik Weng Yew. Effect of Vitamin D Serum Levels and Supplementation on Atopic Dermatitis: A Systematic Review and Meta-analysis. Am J Clin Dermatol. 2022 May;23(3):267-275. 

Leggi