Il Presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, punta alla segreteria del Pd: “Mi candido se utile”. E chiede di riaprire al M5S
“Io mi candiderò alla segreteria del Pd se capirò che può essere utile”. Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ospite di ‘Otto e mezzo’ su La7. “Non servirà il nome di Bonaccini o di un altro se non affrontiamo i problemi cruciali – osserva il governatore – Se ragionassi solo sulla chiave di una mia vittoria, mi sarei potuto candidare già alle Europee, ma non ragiono così. Non sono importanti i nomi e – puntualizza Bonaccini – ho poco apprezzato alcune autocandidature di questi giorni perché Enrico Letta ha proposto di riflettere”.
Per il presidente dell’Emilia-Romagna, “dobbiamo prima capire in che direzione si vuole andare. Dobbiamo fare un percorso che deve essere ordinato, perché se partiamo con le autocelebrazioni e le autocandidature prima di decidere che percorso intraprendere, non andiamo lontano”.
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BONACCINI: “CONGRESSO A INIZIO 2023, CON SCHLEIN OTTIMO RAPPORTO”
Sui tempi necessari per il rinnovo del Partito democratico, Bonaccini ricorda: “Fare il congresso prima della fine dell’anno è impossibile, per le regole che abbiamo. Bisogna conciliare un tempo giusto per fare un largo coinvolgimento e non sostituire un segretario ad un altro. Quindi a gennaio o febbraio, nel giro di pochi mesi, ma dandoci il tempo di discutere e di rigenerarci“.
E sull’ipotesi che a correre per la segreteria dem ci sia anche Elly Schlein, sua vice in Regione, il governatore assicura: “Abbiamo un ottimo rapporto, stiamo facendo tante cose buone assieme. Non so cosa vorrà fare ma sono contento che il Pd si apra a persone come Elly Schlein o Roberto Speranza“.
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BONACCINI: “RIAPRIRE AL M5S. TERZO POLO? HANNO PERSO ANCHE LORO”
Bonaccini, ospite di Lilli Gruber, illustra anche la direzione che a suo parere deve prendere il Pd: “Eravamo tutti d’accordo a non fare l’alleanza elettorale con i 5 Stelle, dopo la caduta del governo Draghi non era pensabile ricucire con loro“. Ma adesso lo scenario è cambiato, afferma il governatore: “Invece dopo il voto, io penso che sia indispensabile discutere con tutti quelli che si troveranno in un’alleanza progressista“.
Il presidente della Regione Emilia-Romagna commenta anche l’ipotesi di un riavvicinamento con il Terzo polo: “Se Calenda non avesse stracciato l’accordo, io penso che al Senato le destre oggi non avrebbero maggioranza”. Quindi, spiega Bonaccini, “il Terzo polo deve decidere se governare con il centrosinistra oppure no. Alla fine, hanno perso anche loro”.
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BONACCINI: “MELONI? NON VORREI DIVENTARE COME L’UNGHERIA”
Infine, spiega la Dire (www.dire.it) da Bonaccini arriva un commento sul futuro dell’Italia targata Meloni: “Preoccupano alcune parole della Meloni sui diritti acquisiti… Io non vorrei diventare come l’Ungheria di Orban. Presidenzialismo? Non bisogna aver paura di discutere di nessuna proposta – premette il governatore -, ma starei attento a mettere in discussione una delle istituzioni che hanno funzionato di più come la presidenza della Repubblica“.