Dermatite atopica: emollienti, lozioni, creme efficaci sui bambini


Nei bimbi con dermatite atopica, il confronto tra quattro tipologie di comuni emollienti, lozioni, creme, gel e unguenti, ha rivelato che sono tutti ugualmente efficaci

Dermatite atopica: miglioramento della malattia con minimi effetti collaterali dopo la terapia topica mirata contro lo Staphylococcus aureus

Nei pazienti pediatrici affetti da dermatite atopica, il confronto tra quattro tipologie di comuni emollienti, lozioni, creme, gel e unguenti, ha rivelato che sono tutti ugualmente efficaci per il trattamento della malattia cutanea, secondo i risultati di uno studio randomizzato britannico pubblicato sulla rivista Lancet Child & Adolescent Health.

«I nostri risultati sfidano il precedente consenso sul fatto che gli unguenti sono più efficaci, richiedono un’applicazione meno frequente e hanno meno effetti collaterali rispetto ad altri tipi di emollienti, specialmente per l’eczema più grave» hanno scritto i ricercatori. «La soddisfazione generale e l’intenzione di continuare il trattamento erano più elevate nelle famiglie che usavano lozioni e gel. In ogni caso Le persone devono poter scegliere in base alle loro esigenze e preferenze».

L’uso quotidiano di emollienti insieme ad agenti antinfiammatori topici come i corticosteroidi è ampiamente raccomandato per la dermatite atopica, che colpisce circa il 13% dei bambini negli Stati Uniti. Ricerche precedenti hanno mostrato che gli emollienti possono ridurre le riacutizzazioni della malattia, ma non hanno stabilito se un prodotto funziona meglio di un altro, secondo una revisione Cochrane pubblicata nel 2017.

Gli emollienti trattano i sintomi della pelle secca, fungono da barriera nei confronti degli agenti irritanti e potrebbero avere lievi proprietà antinfiammatorie. Nei diversi paesi la disponibilità di emollienti specifici varia, ma le quattro tipologia principali, ossia lozioni, creme, gel e unguenti, hanno una diversa consistenza, da acquosa e leggera a solida e grassa.

Uno studio britannico sull’eczema pediatrico
Nel nuovo studio, i ricercatori dell’Università di Bristol, in UK, hanno assegnato in modo casuale 550 bambini di età compresa tra 6 mesi e 12 anni con eczema a utilizzare una delle quattro tipologie di emollienti per 16 settimane. Il medico di base di ogni bambino ha selezionato un prodotto specifico dai formulari locali.

L’età mediana dei bambini coinvolti era di 4 anni, circa la metà (46%) erano femmine e in prevalenza (86%) erano bianchi. Il punteggio medio del Patient-Orientated Eczema Measure (POEM) era di 9,3, a indicare una malattia di grado moderato.

La prescrizione iniziale di emolliente era di 500 g o 500 ml, da applicare due volte al giorno e secondo necessità. L’outcome primario era la gravità dell’eczema segnalata dai genitori nell’arco di 16 settimane (POEM settimanale).

Nessuna differenza significativa tra i vari tipi di emollienti
Lo studio ha rilevato che le variazioni nella gravità della malattia segnalate dai genitori erano simili tra i gruppi di trattamento. Nel corso di 16 settimane il POEM medio è migliorato di 1,9 punti in quanti hanno utilizzato la lozione, 1,7 punti con la crema, 2,2 punti con il gel e 2,5 punti con l’unguento. Inoltre, i punteggi dell’Eczema Area Severity Index (EASI) raccolti da valutatori in cieco alla 16a settimana non differivano tra i gruppi.

Non sono emerse differenze anche in termini di effetti collaterali, che sono stati segnalati in 205 partecipanti (37%). I più comuni erano peggioramento della dermatite atopica, arrossamento e prurito o infiammazione. Il bruciore era più frequente negli utilizzatori di unguenti rispetto ad altri gruppi.

Con più di 100 emollienti sul mercato britannico, secondo i ricercatori confrontare questi prodotti per tipologia piuttosto che eseguire confronti testa a testa ha reso i risultati più generalizzabili. «Un approccio prescrittivo per tentativi ed errori è comune e può portare a sottoutilizzo, spreco e frustrazione per le famiglie» hanno osservato.

Considerare le preferenze di pazienti e genitori
Secondo Heidi Kong, a capo della Cutaneous Microbiome and Inflammation Section presso il National Institute of Arthritis and Musculoskeletal and Skin Diseases, i risultati potrebbero essere rilevanti anche negli Stati Uniti, dove sono disponibili emollienti simili. Ma l’omogeneità razziale dello studio potrebbe limitarne l’applicabilità. Un’altra limitazione è che un piccolo numero di partecipanti allo studio aveva una malattia grave, che può rendere un paziente più suscettibile ad altri disagi.

«Tuttavia i risultati spostano l’attenzione sul concetto molto importante di considerare le preferenze individuali del paziente e dei genitori sul tipo emolliente quando si formulano delle raccomandazioni. Se un paziente preferisce un certo tipo di prodotto, è più probabile che lo utilizzi» ha osservato.

«Anche se gli unguenti possono essere scomodi da utilizzare e possono promuovere l’infiammazione dei follicoli piliferi, medici e genitori li hanno comunque promossi perché, in base al buon senso, danno l’impressione di funzionare meglio, dato che sono più pastosi e restano più a lungo sulla pelle» ha commentato Robert Sidbury, professore di pediatri presso la University of Washington, Seattle, e responsabile della dermatologia al Seattle Children’s Hospital. «Questo studio suggerisce che in questo caso il buon senso potrebbe non essere poi così sensato».

Bibliografia

Ridd Mj et al. Effectiveness and safety of lotion, cream, gel, and ointment emollients for childhood eczema: a pragmatic, randomised, phase 4, superiority trial. The Lancet Child & Adolescent Health. Volume 6, Issue 8, p522-532, August 01, 2022.

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