Livia Bucci Navarro con la mostra Varcare le soglie della speranza | Oltre Frontiere ha deciso di porre il suggello a una vita dedicata all’arte e alla fratellanza tra Italia e Brasile
In occasione del suo ottantaquattresimo compleanno, Livia Bucci Navarro, già storica direttrice dello Spazio Surreale di San Paolo, con la mostra Varcare le soglie della speranza | Oltre Frontiere ha deciso di porre il suggello a una vita dedicata all’arte e alla fratellanza tra Italia e Brasile, in collaborazione con la Galeria e Istituto culturale Mara Dolzan di Campo Grande, in Mato Grosso do Sul, tra le più eleganti del Sudamerica (arch. Gil Carlo Camillo, 1999), alla quale Livia Bucci trasferisce oggi la propria “eredità” in campo artistico.
A questo fine sono state scelte le opere di artefici contemporanei italiani e brasiliani che Livia considera a lei più vicini, in particolare quelle dell’ospite d’onore Carlos Araujo. Gli altri artisti internazionali selezionati da Livia e da Mara Dolzan a rappresentare l’unione tra i due paesi sono Tuca Ahlin, Vagner Aniceto, Ari Jr. Nicolas Fiedler, Paula Klien, Fatima Marques, Joseph Pace, Suzy T. Perondi, Marcia Pumark, Marco Rezende, Thetis Selingardi, Ana Karla Zahran.
L’esposizione si terrà nella Basilica di San Lorenzo in Lucina, nel centro di Roma, dal 2 ottobre al 20 novembre 2022 e si ringrazia in modo speciale il Monsignor Daniele Micheletti per aver reso possibile l’evento.
L’importanza del gemellaggio italo-brasiliano nella storia e nell’arte del passato si riattualizza in quest’occasione con il passaggio di testimone tra Livia Bucci e Mara Dolzan, due fra le massime galleriste italo-brasiliane. Il vecchio continente accoglie il nuovo nella cornice storico-artistica e spirituale di San Lorenzo in Lucina, tra le mura medievali della chiesa trasformate nel periodo barocco, da nomi come Carlo Rainaldi e Gian Lorenzo Bernini, e rinnovate durante il Risorgimento d’Italia e nel corso del Novecento.
Le opere di Guido Reni, Carlo Saraceni e Simon Vouet e dell’ottocentesco Alessandro Turchi entreranno così in dialogo con la smagliante pittura italo-brasiliana contemporanea. Una mostra imperdibile, Oltre Frontiere, che seleziona per il pubblico romano alcune tra le più affascinanti opere recenti di autori affermati, accanto ai lavori delle nuove leve, per suggellare l’amicizia tra Italia e Brasile, così come si conferma il sodalizio tra le due galleriste Livia Bucci Navarro e Mara Dolzan.
Opere e artisti della mostra
Ospite d’onore della mostra Oltre Confini è uno dei massimi autori mondiali di arte sacra, Carlos Araujo, autore nel 2007 della Bibbia per immagini. La sua Ascensão de Jesus (2022) esprime valori metafisici nella figura di Gesù, disegnata con linea delicata, e resa manifesta da colori impalpabili e trasparenze che la rendono partecipe della stessa sostanza dello sfondo.
Artista multidisciplinare, Tuca Ahlin reca nella sua Acqua Marina II (2021) la spumeggiante emozionalità e la leggerezza aerea della danza sulle tracce di un viaggio esistenziale ricco di sfumature, eventi improvvisi, turbinii, e anche di portato storico-culturale.
Vagner Aniceto si avvale del repertorio iconografico della cultura popolare sia in ambito sacro che di genere, risolvendone i classici soggetti agiografici o floreali per mezzo dell’immersione in un bagno di luce solare e di colori brillanti, saturi di pigmento (San Benedetto,2020).
L’illustre storico dell’arte Emanuel von Lauenstein Massarani ha individuato nei dipinti di Ary Corrêa Jr. i termini di un’evoluzione verso la libertà dall’astrattismo lirico, la contaminazione con l’espressionismo e la tensione mistica. Quest’ultima caratterizza in particolare Sudamo in stesso, un’opera del 2020, evidente citazione della Sindone.
Nicolas Fiedler espone la sua scultura in bronzo Pillars of Creation (2022), il cui elegante linearismo dinamico ripropone il movimento sinuisoidale dell’onda che si slancia nello spazio a partire dalle quattro basi/pilastri tra i quali s’incunea l’affilata ratio della coscienza.
Paula Klien (Il Tuo Specchio, 2022), artista poliedrica e multimediale, in pittura applica una raffinata tecnica a inchiostro di china su tela per ottenere quadri elegantissimi e minimali, memori del dato di natura, oggetto del processo di astrazione/spiritualizzazione.
La matrice popolare è presente nelle opere di Fatima Marques, inclini ad una sorta di “surrealismo magico” come quello fatto di arlecchini, gondolieri, natanti, canali, palazzi e piazze immaginarie, usciti dalla libreria della rêverie veneziana presentata a Roma, Venice dans les rêves (2018).
Artista internazionale, Joseph Pace è un affermato scultore, pittore, incisore, tra i fondatori del “filtranismo”. A Roma reca l’opera Modus (2020) il cui espressionismo astratto è paradigmatico del concetto filtranista di un universo originario luminoso e dinamico.
La scultrice Suzy T. Perondi esercita l’arte antica dell’intaglio del legno presentando in mostra il suo Angelo della Vittoria (2021) a grandezza naturale, in cedro massiccio ageminato con ali d’argento e corona di rame.
Marcia Pumark, pittrice, teorica della percezione visiva e massmediologa carioca, ha inviato un’opera d’impianto costruttivista e minimale, intitolata Energia (2021). Quest’ultima, a base quadrata, trasmette la vibrazione radiosa del rosso scarlatto, steso uniformemente sulla superficie catramata della tela. Qui sono applicate due stringhe tinte di tonalità viola semi-complementari, determinando una sorta di contrasto simultaneo dal quale scaturiscono il massimo dinamismo cromatico e ancora luminosità.
São Francisco de Mim (2022) è lo strepitoso autoritratto del virtuoso pittore e scultore Marcos Rezende nelle vesti di San Francesco, iconico come un dipinto dell’avanguardia espressionista, con suggestioni da Gauguin a Roerich al Blaue Reiter a Frida Kalho.
L’opera Pantanalle Frammentario (2020) della pittrice Thetis Selingardi, con la freschezza solare del suo astrattismo lirico, reca l’impronta della storia e rappresenta ancor oggi i valori della rivoluzione neoavanguardista nel Brasile degli anni Settanta.
L’acquarellista Ana Karla Zahran infine esprime la sua tensione ecologista contro gli incendi che ogni anno devastano il Brasile nelle gradazioni di grigi degli acquarelli dai toni cinerini, unite al collage nell’opera Di una foresta rimane questo.